Venere, Amore e Gelosia tornano a Budapest

L'opera del Bronzino era in restauro a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 dicembre 2012 22:17
Venere, Amore e Gelosia tornano a Budapest

Nel 2010 fu affidato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, una delle più importanti e prestigiose istituzioni al mondo nel campo del restauro, guidato dalla Soprintendente d.ssa Isabella Lapi Ballerini, l’importante restauro dell’opera di Agnolo di Cosimo, detto Bronzino, Venere,Amore e Gelosia proveniente dal Szépművészeti Múzeum di Budapest. Il capolavoro è stato considerato una delle opere di punta della mostra di Palazzo Strozzi Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici (Palazzo Strozzi 24 settembre 2010-23 gennaio 2011).

Durante le operazioni di restauro sull’opera sono emerse novità importanti come la scoperta del volto di satiro con espressione ammiccante all’altezza della schiena del bambino in primo piano. Queste sorprendenti scoperte sono emerse grazie all’indagine multispettrale N.I.R, condotta dall’Istituto Nazionale di Ottica del CNR di Firenze. Dopo l’importante mostra di Palazzo Strozzi l’opera è ritornata nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze per degli ultimi interventi sul supporto di consolidamento del colore e di pulitura e Lunedì 24 Dicembre 2012, dopo 2 anni di lavoro, i restauratori dell’Opificio concluderanno le delicate operazioni di restauro sul dipinto. IL RESTAURO Secondo la documentazione realizzata dai professionisti dell’Opificio: la tavola dipinta era stata ingrandita nell’Ottocento con l’aggiunta di due listelli larghi 8 cm l’uno, in alto e in basso.

Inoltre le traverse originali erano state assottigliate a tal punto da non essere più funzionali. Questi interventi si sono rivelati dannosi per la conservazione dell’opera, in particolare le aggiunte hanno bloccato i naturali movimenti del legno provocando un parziale dissesto del supporto dipinto. Il film pittorico presentava diffusi piccoli sollevamenti del colore e numerose parti erano coperte da ritocchi e ridipinture antiche alterati. Il restauro del supporto è consistito nella rimozione delle aggiunte ottocentesche, nel ripristino dell’unità strutturale e nella sostituzione delle traverse originali.

Si è proceduto poi alla pulitura del colore, con la rimozione di tutte le ridipinture. I risultati più eclatanti di questa fase di lavoro sono stati il recupero della cromia originale del drappeggio di fondo, ritornato di un bel viola cangiante dal blu del lapislazzulo al rosso della lacca quando prima appariva marrone, la ritrovata trasparenza della veste di Gelosia realizzata tutta in lacca rossa, e il ripristino dell’originale cromia del prato, oltre al recupero della trasparenza delle zone d’ombra dei carnati così tipiche di Bronzino. Le scaglie di colore sollevato sono state consolidate prima localmente e poi con un intervento di consolidamento in sottovuoto eseguito secondo la procedura all’avanguardia messa a punto dal Laboratorio.

Le mancanze di colore e le numerose parti abrase sono state integrate con la tecnica della “selezione cromatica” che consente una perfetta integrazione, ma al tempo stesso la riconoscibilità delle parti ricostruite a distanza ravvicinata. Il restauro è stato diretto da Marco Ciatti, Direttore del Laboratorio Dipinti. La Direzione tecnica è stata affidata a Andrea Santacesaria (supporto), Francesca Ciani Passeri e Chiara Rossi Scarzanella. Hanno collaborato al restauro: Filippo Lagna (supporto) e Letizia Nesi.

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