Siccità: cabina di regia per l’emergenza

“Sono molto preoccupato”, ha detto il presidente Enrico Rossi. Marcheschi (PdL): “Sono lacrime di coccodrillo: prima paralizza il settore idrico, poi chiede al governo lo stato di calamità"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 agosto 2012 17:33
Siccità: cabina di regia per l’emergenza

Prima riunione questa mattina del Comitato istituzionale per l’emergenza idrica istituito di recente per legge regionale. Lo ha presieduto il presidente Enrico Rossi, affiancato dagli assessori Anna Rita Bramerini e Gianni Salvadori. Primi punti all’ordine del giorno una analisi della situazione sul territorio e la verifica dello stato di attuazione degli interventi decisi con il decreto presidenziale di metà luglio. “Sono molto preoccupato”, ha detto tra l’altro il presidente Rossi.

“I cambiamenti climatici stanno rendendo questa situazione di siccità sempre più frequente e prolungata. Con il decreto di luglio abbiamo dato il via a 27 milioni di opere urgenti da completare entro il 2012. Ora istituiamo un gruppo tecnico, una cabina di regia che verifichi lo stato di avanzamento delle opere. Chiediamo ai comuni di emanare a tappeto le ordinanze per il risparmio idrico e il corretto uso dell’acqua. Infine dobbiamo mettere a punto anche il tema degli interventi di medio-lungo periodo.

Affrontare l’emergenza, come del resto stiamo facendo con la massima determinazione, non basta. Dobbiamo pensare a un progetto più complessivo che entro pochi anni possa mettere la Toscana in sicurezza contro il rischio siccità. Un progetto che preveda anche il rilancio della politica degli invasi e che sia costruito in modo da poter attingere ai fondi europei”. Il complesso di opere che saranno realizzate da qui al 2014 in tutta la Toscana prevedono interconnessioni fra acquedotti, dissalatori, interventi per la riduzione delle perdite e la costruzione di pozzi per l’uso di risorse non sfruttate, per un valore complessivo di 112 milioni di euro che saranno divisi in due stralci, quello con le opere che saranno realizzate nell’immediato, cioè entro il 2012 (27 milioni) e l’altro con gli interventi che saranno pronti per la fine del 2014 (85 milioni).

Inoltre è stato attivato un fondo regionale di 20 milioni (dalla Finanziaria 2011) per il sostegno all’accesso al credito affidato a FidiToscana. Sul sito della Regione Toscana, è possibile consultare le Relazioni sull’evoluzione dello stato di crisi idrica ed idropotabile emesse periodicamente dall’Assessorato all’ Ambiente e Energia, Consorzio Lamma e Autorità idrica toscana. La situazione è alquanto delicata.

Anche dall'opposizione ci si domanda se si sia fatto abbastanza per scongiurare quanto sta succedendo. “Fiumi, pozzi, invasi e falde prosciugati. Coltivazioni a rischio; allevatori preoccupati per il bestiame; settore vivaistico in ginocchio. Coldiretti, Cia e Confagricoltura stimano danni per circa 60 milioni di euro per il settore agricolo. E’ drammatica la situazione che vive la Toscana, per cui il Governatore Enrico Rossi ha chiesto lo stato di calamità naturale al Governo. Ma cosa hanno fatto Rossi e la sua Giunta per scongiurare una situazione così grave? Di fatto nulla, non hanno nemmeno attuato nei tempi dovuti la nuova legge regionale, approvata a dicembre 2011, e con ben 4 mesi di ritardo non è stato nemmeno nominato il Direttore della nuova Autorità.

Il sistema di gestione è paralizzato, e adesso, se la situazione è drammatica, è colpa solo di cause di forza maggiore e di eventi climatici avversi”. Questo il commento di Paolo Marcheschi, Consigliere regionale del PdL e membro della Commissione territorio e ambiente, che punta il dito contro l’amministrazione regionale che poteva, e doveva, muoversi in anticipo. “Il settore idrico toscano, e quello dei servizi pubblici in generale, è paralizzato, ormai da anni. Ed il grave allarme siccità che ci troviamo a fronteggiare in queste settimane, non fa altro che mostrare a tutti le falle del sistema toscano – dichiara Marcheschi – Nel campo dei servizi pubblici, e in quello dell’acqua in particolare, la sinistra non è mai stata capace di realizzare un sistema efficiente ed efficace.

Ogni anno gridiamo al rischio idrico, e ogni anno ci troviamo in situazioni difficili e insostenibili. Ma non cambia mai nulla, ogni estate il solito scenario: infrastrutture vecchie, perdite d’acqua fino al 36%, e scarsi investimenti di settore non monitorati. Per non parlare dei piani d’ambito. Problemi noti agli addetti lavori, meno ai politici, ai quali da anni chiediamo provvedimenti concreti, e dai quali otteniamo solo risposte inconcludenti”. “Con l’approvazione della nuova legge regionale 69/2011 doveva esserci un’inversione di marcia, ma rieccoci punto e a capo – tuona l’esponente del PdL – Siamo alla paralisi del sistema, è urgente un’accelerazione.

Con la nuova legge, art. 20, l’Autorità Idrica Toscana avrebbe potuto mettere in atto il Piano operativo di emergenza per la crisi idropotabile. Per problemi politici interni al Pd, ormai ricorrenti in questa legislatura (si veda lo scontro con il sindaco di Sesto Fiorentino Gianassi per la nomina per l’Autorità Idrica), ancora il Direttore, la cui nomina è centrale per entrare a regime, non c’è. Si mormora che la sua nomina avverrà a fine agosto”. “Addirittura la Giunta ha approvato il 6 agosto, cioè solo 2 giorni fa, la delibera contenente ‘gli indirizzi regionali per l’articolazione dell’Autorità Idrica Toscana’ , meglio tardi che mai! Ironia a parte – prosegue il Consigliere del PdL – speriamo che la Regione agisca velocemente per dotarsi di un sistema idrico funzionale ed efficiente, ed evitare ai toscani questo cronico calvario.

La nuova legge regionale, che rivede il sistema idrico regionale ed istituisce l’Autorità Idrica, sarebbe dovuta entrare a regime in primavera, invece la politica ha fatto slittare i tempi e adesso, in piena estate, la Toscana è immobilizzata dal caldo e dalla siccità. E non è finita qui – chiosa Marcheschi – ora parliamo di stato di calamità per l’acqua, ma a breve toccherà anche ai rifiuti: la nostra è una paralisi dei servizi pubblici e una vera crisi politica”.

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