Scaramuccia: “No al plasma in vendita”

Il dono del sangue è qualcosa di prezioso e non può essere commercializzato. Per questo la Toscana ha scelto di non vendere il plasma alle case farmaceutiche.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 aprile 2012 12:06
Scaramuccia: “No al plasma in vendita”

Il dono del sangue è qualcosa di prezioso e non può essere commercializzato. Per questo la Toscana ha scelto di non vendere il plasma alle case farmaceutiche. Se ce ne dovesse essere in eccesso, dopo aver assicurato le cure a tutti i pazienti toscani e italiani, sarà donato ai paesi che ne sono carenti. Del resto ancora oggi nel mondo oltre il 70 per cento degli emofilici non riceve cure adeguate. Daniela Scaramuccia, assessore al diritto alla salute della Toscana, lo ha ricordato nel corso dell’assemblea regionale dell’Avis a cui è intervenuta stamani a Lucca.

“Su questo la Toscana continuerà a battersi – ribatte – La donazione è un atto volontario, anonimo, gratuito e consapevole e il dono del sangue non può essere mai oggetto di commercializzazione. La Toscana si farà quindi garante dei valori etici del percorso di lavorazione del plasma, anche in vista delle nuove gare per la lavorazione”. L’assessore a Lucca ne approfitta per ringraziare tutti i donatori di sangue, “il cui aiuto e stimolo è importantissimo”. L’anno scorso le donazioni di sangue ed emocomponenti in Toscana sono state 245.525, il 2% in più rispetto al 2010.

“L’obiettivo – sottolinea – è crescere ancora, ma soprattutto garantire un flusso costante nel corso di tutto l’anno per assicurare sempre a tutti i pazienti ricoverati nei nostri ospedali il supporto trasfusionale necessario“. Quanto alle priorità, sono due: la qualità e il completamento del percorso di accreditamento che entro il 2014 porterà ad avere tutto il sisma trasfusionale accreditato e rispondente agli standard europei e la riorganizzazione del sistema sangue.“Abbiamo iniziato, in linea con i paesi europei più evoluti e con le linee guida del Centro nazionale sangue, un percorso per la realizzazione di tre officine trasfusionali, una per area vasta, ma non si tratta – spiega – né di tagli nè di ridimensionamento.

Utilizzeremo infatti le eventuali economie di scala per valorizzare ulteriormente il sistema ed accrescerne qualità e sicurezza”. Processi di riorganizzazione sollecitati e sostenuti delle stesse associazioni.

Notizie correlate
In evidenza