Da Mutu ad Amauri, dal Fenomeno al Cesena per la corsa salvezza

Mancano tante partite ancora ed i numeri sono dalla parte della squadra di Rossi, ma l'appello alla piazza suona come un bisogno di aiuto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 marzo 2012 11:52
Da Mutu ad Amauri, dal Fenomeno al Cesena per la corsa salvezza

Prezzi popolari per riempire lo Stadio Artemio Franchi, Andrea Della Valle in arrivo e Cognigni che parla con i giocatori in ritiro già da stasera. Gianluca Comotto, uno degli ex della sfida salvezza, parla di una piazza con la pazienza esaurita, e spiega ai nuovi compagni che per vincere dovranno sfruttare gli errori sistematici dei viola. Troppi errori, poca concentrazione, ergo, ti conoscono e non ti temono. Il calcio è così. La Fiorentina è così, purtroppo, nelle ultime sfide molta confusione, pochi tiri in porta, tante le reti subite.

Non fai più paura. A far paura è invece il ritorno di un ex come Adrian Mutu che riporta la memoria ad una squadra in cui era possibile trovare dei "Fenomeni". Stevan Jovetic non è da meno, la doppietta con il suo Montenegro è un buon biglietto da visita per chi lo cerca come ancora salvezza. Peccato che attorno a lui ci fosse unaltra squadra. Ma forse non è questo il punto, non è la sua posizione oppure l'avversario amichevole di turno, è una condizione mentale che deve essere assimilata e che nelle parole del dopo gara è apparsa, ma mai dell'intensità con cui Firenze l'avverte in queste ore.

"Salvezza" sembra un incubo. Come ci siamo arrivati? E pensare che sono in tanti ad averlo pronosticato per tempo, perché quando sei davanti ad uno scivolo difficilmente puoi pensare di vedere qualcuno salire.. Una volta era Adrian Mutu, adesso c'è Amauri che deve sbloccarsi e regalare un po' di ossigeno ai viola, inventarsi una giocata anche nel torpore generale e risvegliare l'anima dei suoi compagni. A volte basta così poco che neppure te ne accorgi. Una buona prestazione ed il vento cambia. Delio Rossi dovrà rivedere il modulo, valutare nuovamente quanti uomini in panchina potrebbero rendersi utili alla causa.

La difesa a 4 non è da escludere, e poi Cerci ad esempio è una carta da giocare, così come Vargas. Dall'altra parte Beretta ha forse minori alternative, ma questo può solo favorire la loro preparazione rispetto a chi vive l'incertezza di trovarsi dentro oppure fuori da un gruppo. Strano pensare poi a quella maglia numero 10 ed alle battute tra Mutu ed Antognoni sul rispetto e sulla stima che deve guadagnarsi chi indossa quel numero. Un numero che è poi toccato al Tanque Santiago Silva arrivato dal nulla, ospitato per 6 mesi e poi ripartito, ed adesso è sulle spalle di Olivera fermo tre turni per una gomitata a Diamanti per un gesto ancora difficile da comprendere, nonostante la giustificazione del mister che ci ha visto solo troppo agonismo. Chi tanto e chi nulla, verrebbe da dire.

Basterebbe la giusta misura. Basterebbe giocare una gara con la sensazione di poterla vincere, tenendo sotto pressione l'avversario e gestendo la sfera in modo da poter prevenire le mosse. Troppo? Diciamo allora che la rete nel caos totale che ti regala tre punti non è da escludere dalle preferenze. Però vince, come sempre, chi ci crede di più. Ant Len

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