Forte dei Marmi fa la guerra al kebab

Fiorini (Idv): e i rubli di dubbia provenienza?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 ottobre 2011 22:09
Forte dei Marmi fa la guerra al kebab

La battaglia è per difendere il «genius loci» di Forte dei Marmi. La capitale della Versilia mondana è minacciata, secondo il sindaco, dalla «barbara invasione» di involtini primavera, ravioli al vapore e kebab, ma anche pub anglofoni. L'ordinanza non impone la chiusura dei negozi etnici, ma un limite a kebab, ristoranti cinesi, ma anche irish pub, o abbigliamento indiano. Una delibera votata all'unanimità dal consiglio comunale proibisce nuove attività, che si rifanno a culture diverse da quella italiana.

La notizia ha già fatto il giro d'Europa. "Se a Forte dei Marmi esiste realmente un problema di identità e tradizioni, questo non è certo causato né dai kebab né dagli involtini primavera, ma semmai dai rubli di dubbia provenienza che da qualche anno inondano la Versilia nel silenzio compiaciuto di tutte le istituzioni". E' il commento di Lara Fiorini, Coordinatrice Idv Lucca, a proposito del nuovo regolamento comunale che vieta la nascita di nuovi esercizi commerciali che non rispondano alla cultura italiana in generale e versiliese in particolare.

"Ci aveva provato, qualche tempo, la Giunta di centrodestra a Lucca", spiega Fiorini. "Oggi ritorna all'attacco un'amministrazione di centrosinistra. Anche se il Sindaco Buratti si è presto schermito negando che questo è un provvedimento xenofobo o razzista, a noi di Italia dei Valori queste chiusure mascherate da difesa del genius loci non convincono affatto: anzi le troviamo discriminatorie e penalizzanti per l'intera economia locale. Tanto più se vengono fatte, come in questo caso, a targhe alterne: se l'extracomunitario fa un kebab o un risotto alla cantonese allora è un pericolo per l'identità locale, se invece si compra la città intera a suon di rubli è il benvenuto.

Sarebbe forse questa la Forte dei Marmi che tutti conoscono, che il Sindaco Buratti non vuole stravolgere?" "E allora, ben vengano provvedimenti a difesa dell'identità e delle tradizioni locali - conclude Fiorini - ma a patto che questi non si tramutino in misure esclusive nei confronti di altre culture e tradizioni. Nel XXI secolo, città come Londra, Parigi, New York, Berlino hanno fatto della diversità culturale, enogastronomica e non, un valore che non ne ha certo minato la storia e le eccellenze locali, ma anzi le ha trasformate in vere e proprie capitali della multiculturalità globale.

Con questa paura del diverso, invece, il Forte non difenderà la sua identità, ma sarà destinanta a una futile autoreferenzialità. Oppure, che è peggio, sarà destinata a divenire una novella Danzica..."

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