Cresce l'esportazione della tradizione toscana

Le esportazioni dei distretti tradizionali toscani hanno registrato nel secondo trimestre del 2011 una crescita importante (13,5%), sesto trimestre consecutivo in positivo. L’export del Made in Tuscany supera i 2,5 miliardi di euro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 ottobre 2011 14:42
Cresce l'esportazione della tradizione toscana

Le esportazioni dei distretti tradizionali toscani hanno registrato nel secondo trimestre del 2011 una crescita importante (13,5%), sesto trimestre consecutivo in positivo. L’export del Made in Tuscany supera i 2,5 miliardi di euro, confermando la Toscana come una delle regioni distrettuali con le performance migliori. Torna in positivo, inoltre, il polo farmaceutico toscano (+24,8%), che esce dalla fase di contrazione che aveva caratterizzato la fine del 2010 e l’inizio del 2011. Sono questi in sintesi i principali risultati che emergono dal 7° numero del Monitor dei Distretti della Toscana di Banca CR Firenze, curato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. I buoni risultati dei distretti tradizionali toscani sono sostenuti dalle performance molto positive delle produzioni dei prodotti a valle del Sistema moda (abbigliamento, calzature, pelletteria) e, in particolare, del polo fiorentino, che accelera ulteriormente rispetto ai ritmi di crescita già elevati sperimentati nei primi tre mesi dell’anno. Il Made in Tuscany della moda riesce a sperimentare una crescita prossima al 20%, superiore di quasi cinque punti rispetto a quanto registrato dagli altri distretti italiani dello stesso comparto.

Meno brillanti ma sempre in positivo le esportazioni degli intermedi utilizzati nel sistema moda (concia, filati, tessile), che erano stati tra i primi a beneficiare del riavvio della produzione mondiale e ora entrano in una fase più riflessiva. Bene anche i distretti alimentari, nonostante i segnali di rallentamento che hanno interessato le vendite di vino del Chianti, in particolare verso gli Stati Uniti. Torna a crescere anche il cartario di Capannori grazie al buon recupero delle vendite in Francia e Germania.

Bene anche la filiera della ceramica e del marmo, grazie soprattutto al contributo di Carrara, mentre permane una situazione difficile nel settore del mobile, con risultati peggiori rispetto al complesso dei distretti del mobile italiani. Entra in territorio negativo l’importante distretto orafo di Arezzo, che sconta gli ottimi risultati ottenuti nel 2010, con un pesante ridimensionamento delle vendite nel tradizionale mercato degli Emirati Arabi Uniti. In sintesi, i risultati positivi sono comunque abbastanza diffusi, con solamente il mobile imbottito di Quarrata e la ceramica di Sesto Fiorentino a sperimentare, insieme all’oreficeria di Arezzo, un calo delle vendite nel secondo trimestre dell’anno. La crescita del secondo trimestre dell’anno è maturata in un contesto internazionale ancora positivo, con la maggior parte dei mercati di sbocco che si è mantenuta su ritmi di crescita tonici.

In particolare, è da sottolineare la tenuta dell’export verso la Francia, principale mercato di sbocco, e i livelli di crescita eccezionalmente elevati registrati dalle vendite verso la Svizzera, che, ricordiamo, è un paese utilizzato come mercato di transito, per motivi fiscali e logistici, da parte di alcune importanti realtà operanti nei distretti toscani. Spiccano i risultati positivi ottenuti in Cina (+28%), Turchia (+28,7%) e Romania (+26,4%). Si appesantisce, all’opposto, il dato relativo alle esportazioni verso gli Emirati Arabi Uniti, anche a causa del confronto con un 2010 molto positivo.

Male anche l’export verso tre paesi europei particolarmente colpiti dalla crisi finanziaria: Spagna (-4,7%), Portogallo (-2,1%) e Grecia (-21,9%). Nei prossimi mesi, il rallentamento del ciclo internazionale e le conseguenze della crisi del debito che ha colpito i paesi europei durante l’estate comporteranno maggiori difficoltà per le imprese dei distretti toscani. Sarà più complesso mantenere i ritmi di sviluppo sperimentati nel corso del 2010 e nella prima parte del 2011: starà alle imprese toscane, che finora hanno mostrato un elevato livello competitivo, cercare nuove opportunità di vendita e proseguire nel percorso di diversificazione e innalzamento qualitativo già operato da molte realtà aziendali in questi anni.

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