Doppia tassa per il credito cooperativo

Il Presidente Giaconi: “Un’operazione miope che va a colpire un settore creditizio verso il quale i risparmiatori e le piccole e medie imprese hanno ancora fiducia”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 settembre 2011 21:36
Doppia tassa per il credito cooperativo

FIRENZE (07-09-2011)– “Proprio nel momento in cui le banche di credito cooperativo si dimostrano le più attente alle esigenze dei territori, degli imprenditori e dei piccoli risparmiatori, si decide di aumentarne la tassazione. Probabilmente non si è capito la valenza sociale ed economica di questi istituti”. L’allarme è lanciato da Alessandro Giaconi, Presidente di AGCI Toscana, associazione di categoria che tutela il movimento cooperativo. In sostanza la cosiddetta Manovra Bis prevede una doppia tassazione per le banche di credito cooperativo: è stata innalzata al 40% l’aliquota degli utili netti tassabili (che prima si attestava al 30%) e introdotta una nuova imposta, pari al 10% della riserva legale (una quota in precedenza non tassabile che era totalmente reinvestita dalla banca nella propria struttura). “Un’operazione miope – sottolinea Giaconi – che va a colpire un settore creditizio, quello cooperativo, verso il quale i risparmiatori e le piccole e medie imprese hanno ancora fiducia.

Le banche di credito cooperativo, a differenza di molte altri istituti di credito, hanno continuato, anche in questi anni difficili, a fornire credito alle aziende, a erogare mutui e a promuovere servizi bancari a prezzi assolutamente competitivi, creando contemporaneamente occupazione. L’azione del Governo, che ha deciso di aumentare le tasse al mondo cooperativo per la terza volta nel giro di dieci anni, non appare muoversi verso l’interesse dei cittadini che, in maniera crescente, stanno trovando negli istituti di credito cooperativo un’alternativa efficace ed efficiente alle banche tradizionali”. Occorre ricordare che le banche di credito cooperativo sono, per legge, tenute ad accantonare il 70% dei propri utili netti: gli altri tipi di cooperative, in genere, mettono a riserva legale solo il 30%.

Questo per dare maggiore stabilità a una struttura più sensibile alle oscillazioni del mercato. Un vincolo che, tuttavia, ha fornito sicurezza ai risparmiatori. “Con questa scelta operata dall’Esecutivo – conclude Giaconi – si colpisce istituti di credito solidi che al contrario meriterebbero, avendo dimostrato di saper operare con intelligenza sui mercati finanziari, strumenti per aumentarne lo sviluppo. Il Governo, a quanto pare, le definisce banche e cooperative di serie B: nel primo caso perché le altre non sono state toccate dalla Manovra; nel secondo poiché le uniche a subire una doppia aliquota.

Per il bene del Paese sarebbe opportuna una marcia indietro da parte dell’attuale maggioranza”. Marco Lamoli

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza