Accesso al credito delle imprese, ecco i dati Irpet

Si tratta di una indagine sugli elementi che caratterizzano l’accesso al credito da parte delle imprese, basato in parte sui dati prodotti dalla Banca d’Italia e da altri istituti ed in parte su un questionario somministrato ad un campione di 836 imprese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 luglio 2011 18:03
Accesso al credito delle imprese, ecco i dati Irpet

Firenze - La Provincia di Firenze, con la collaborazione dell’IRPET, ha prodotto il Rapporto sul Credito 2011. Si tratta di una indagine sugli elementi che caratterizzano l’accesso al credito da parte delle imprese del territorio fiorentino, basato in parte sui dati prodotti dalla Banca d’Italia e da altri istituti ed in parte su un questionario somministrato ad un campione di 836 imprese che rappresentano il tessuto economico provinciale. E’ un lavoro sistematico, che analizza criticità ed opportunità da sviluppare nel rapporto banche-imprese, che la Provincia di Firenze ha impostato su base biennale ed è il secondo dopo il Rapporto 2009.

“Una serie di dati e di valutazione – ha detto l’assessore provinciale allo sviluppo Giacomo Billi – che intendiamo mettere al servizio di tutti gli attori istituzionali, delle associazioni di categoria, degli istituti di credito, delle parti sociali, per poter calibrare al meglio le azioni che possono essere intraprese per migliorare le condizioni utili allo sviluppo e alla coesione sociale dei nostri territori”. Il rapporto verrà presentato nei suoi dettagli dai ricercatori che lo hanno realizzato e verrà discusso in una giornata di approfondimento che si terrà venerdì 9 settembre 2011 alla presenza dell’Assessore regionale alle attività produttive Gianfranco Simoncini, del presidente della Provincia Andrea Barducci, dell’Assessore allo sviluppo Giacomo Billi e che coinvolgerà rappresentanti di associazioni di categoria, banche, consorzi confidi. La recente crisi finanziaria globale sta manifestando effetti reali di lungo termine particolarmente severi sul fronte delle imprese, su quello dell’occupazione, su quello della finanza pubblica, con effetti spesso estremamente diversificati. Tra le varie misure a sostegno dell’economia e della competitività delle imprese, specie in anni di austerità fiscale come quelli a cui andiamo incontro, non si può trascurare il ruolo fondamentale esercitato dal credito.

La capacità delle piccole imprese di innovare e di essere competitive sui mercati globali dipende in larga misura dall’accesso al finanziamento bancario. Il mercato del credito nella provincia di Firenze ha affrontato significative trasformazioni durante gli anni della crisi, in termini di organizzazione spaziale sia degli sportelli che dei centri decisionali bancari. Il cambiamento più significativo intercorso negli ultimi anni riguarda la struttura dell’offerta bancaria: da un lato, si è assistito alla razionalizzazione della rete distributiva, con una flessione, seppur minima, del numero di sportelli bancari.

A questo fenomeno si è accompagnato un aumento della presenza sul territorio delle banche locali, ma anche una significativa perdita di autonomia decisionale di alcuni sportelli. Dall’altro lato, dalle rilevazioni regionali condotte dalla Banca d’Italia, si è osservato un significativo inasprimento delle condizioni di offerta di credito, in termini sia di innalzamento degli spread verso la clientela più rischiosa, sia di maggiori garanzie richieste. A ciò si è aggiunta anche una crescente dipendenza delle banche da criteri oggettivi nella determinazione del merito di credito, per la quale è concessa una minore autonomia decisionale ai responsabili di filiale. A queste due tendenze si sono accompagnate la crescita e la riorganizzazione del settore dei consorzi di garanzia collettiva dei fidi.

Si tratta di una evoluzione in atto, avviata in anticipo in Toscana rispetto alle altre regioni con fusioni e acquisizioni che hanno ridotto il numero di confidi presenti sul territorio. Il processo di consolidamento non è ancora compiuto e dovrà proseguire sulla spinta della profonda riforma normativa, volta a contrastare l’eccessiva frammentazione del settore e a favorire l’organizzazione dei confidi di dimensione maggiore verso una struttura più “bancaria” e sottoposta alla vigilanza della Banca d’Italia.

Con riferimento al sistema produttivo della provincia di Firenze, una migliore e più affidabile rete di garanzie collettive può favorire un maggior ricorso al credito bancario, che è ampiamente sottoutilizzato. I dati disponibili concordano nel suggerire che la marcata contrazione degli investimenti produttivi da parte delle imprese fiorentine è il risultato sia di problemi dal lato dell’offerta che della domanda. In altri termini, la crisi dell’economia reale è in parte attribuibile a fenomeni finanziari, trasmessi al comparto produttivo per via dell’irrigidimento dell’offerta di credito, ma è anche il risultato di una scarsa domanda di credito per investimenti da parte delle imprese, colpite dal rallentamento dell’economia globale e da una costante perdita di competitività.

A livello aggregato, i dati relativi alla provincia di Firenze mostrano che il finanziamento all’economia da parte del settore bancario ha rallentato significativamente nel corso del biennio 2008-2009, soprattutto nel comparto produttivo, per poi mostrare una timida ripresa nel corso del 2010. Tuttavia, l’elevato flusso di impieghi entrati in sofferenza suggerisce che alcuni effetti della crisi devono ancora manifestarsi. Queste impressioni sono confermate dall’analisi dei dati ricavati da un’ampia indagine sulle imprese fiorentine.

Dall’indagine emerge che circa una parte delle imprese intervistate ha difficoltà ad avere rapporti di credito con il sistema bancario e finanzia la propria attività produttiva in via quasi esclusiva con l’autofinanziamento. D’altra parte, le aziende che hanno ottenuto credito hanno recentemente percepito un peggioramento della quantità e della qualità del credito erogato dal sistema bancario, solo in parte compensato da alcune imprese, grazie al ricorso alle garanzie prestate dai confidi.

Infine, le risposte fornite dalla imprese fiorentine all’interno dell’indagine forniscono chiare indicazioni sull’importanza che esse attribuiscono alla prossimità funzionale e fisica del sistema bancario all’economia locale. La conoscenza diretta dell’impresa e la sensibilità verso il territorio rappresentano due elementi chiave per lo sviluppo di quei rapporti di credito stabili e mutuamente vantaggiosi che costituiscono un elemento cardine della crescita dimensionale, della capacità innovativa e dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese.

Alla luce di queste considerazioni, è allora necessario saper valutare e guidare in maniera attenta e prudente i cambiamenti che stanno recentemente avvenendo sul mercato del credito fiorentino, al fine di promuovere lo sviluppo di un sistema bancario efficiente, competitivo e funzionalmente prossimo al territorio, capace di soddisfare la diversificata domanda di credito delle imprese locali.

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