Scuola, quali i 40 istituti che rischiano di non aprire a settembre?

"Quali sono?": Rifondazione comunista chiede informazioni alla Provincia dopo l'allarme lanciato dai Sindacati Cgil, Cisl, Uil, Cobas e Gilda scuola

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 luglio 2011 14:20
Scuola, quali i 40 istituti che rischiano di non aprire a settembre?

Cgil, Cisl, Uil, Cobas e Gilda scuola lanciano l’allarme: 40 scuole a Firenze rischiano di rimanere chiuse a settembre. "Altri 187 posti di lavoro in meno a Firenze per effetto dei tagli - lamentano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - A rischio oltre al lavoro, anche la funzionalità delle scuole,la stessa sicurezza e l’insieme della scuola pubblica statale". Con una domanda d'attualità Rifondazione comunista chiede alla Provincia di Firenze di riferire quanti sono gli istituti scolastici a rischio e quali le iniziative di contrasto "a questa politica scellerata del Ministro della Pubblica Istruzione".

Di seguito il testo della domanda di attualità. "Cgil, Cisl, Uil, Cobas e Gilda scuola lanciano l’allarme: 40 scuole a Firenze rischiano di rimanere chiuse a settembre. L'ultima tranche del triennio di tagli deciso dal ministro Gelmini toglierà alle scuole toscane 737 dipendenti Ata, il personale tecnico amministrativo. Dunque la politica del governo in materia di istruzione pubblica mette a serio rischio il diritto alla scuola pubblica. A Firenze gli effetti maggiori, con 187 posti di lavoro in meno.

Salteranno 148 collaboratori scolastici,32 assistenti amministrativi, 2 assistenti tecnici e 5 direttori dei servizi generali e amministrativi Cgil, Cisl, Uil, Cobas e Gilda scuola lanciano l’allarme: 40 scuole a Firenze rischiano di rimanere chiuse a settembre.. I più colpiti saranno bidelli e custodi. Un quadro aggravato dal taglio del 25% ai custodi "privati" delle società in appalto e che potrebbe impedire la riapertura a settembre di 40 scuole a Firenze. In 2 anni a Firenze sono scomparsi 458 Ata (2223 a livello regionale), a fronte di mille iscrizioni in più.

Sta di fatto che non sarà possibile nessuna crescita di organici collegata al numero degli studenti. Senza questo personale diventa sempre più difficile garantire un'adeguata e continuativa pulizia dei locali scolastici, così come non si riesce più a garantire un' adeguata sorveglianza e assistenza alle classi durante l'orario delle lezioni, in particolare per quella di base ai ragazzi con disabilità, ma anche durante le attività pomeridiane extrascolastiche, e per l' apertura del pre e post scuola.

Dunque a rischio oltre al lavoro, anche la funzionalità delle scuole e la stessa sicurezza. Si aggiungano infine i 30 posti mancanti per la scuola d'infanzia, i 109 insegnanti tagliati alla primaria, i 35alle medie e i 49alle superiori (dove 28 classi avranno oltre 30 alunni) e quello che si ottiene, per i sindacati, può chiamarsi solo in un modo: "sfacelo". Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere la propria solidarietà ai lavoratori del personale della scuola pubblica e dei lavoratori degli appalti, nel ribadire il proprio impegno politico e istituzionale contro la politica del governo incentrata nei tagli alla spesa per la scuola statale con una conseguente dequalificazione dell’attività didattica e formativa e una politica antisociale sul lavoro e occupazione chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire quali scuole o istituti del nostro territorio saranno colpiti dai tagli di personale insegnati e Ata, quanti sono gli istituti dove potrebbe venire meno la sorveglianza, la sicurezza, la pulizia e l’assistenza e quanti di questi potrebbero rimanere chiusi a settembre.

Infine chiediamo di sapere quali iniziative ha attivato la Provincia di Firenze unitamente alle altre Amministrazioni Locali (Comuni e Regione Toscana) per garantire la tenuta dei livelli occupazionali e dello stesso sistema di istruzione pubblica messo a serio rischio dalla politica dei tagli del Ministro della Pubblica Istruzione". L'assessore provinciale alla Pubblica istruzione Giovanni Di Fede ha proposto ai tre dirigenti scolastici di prendere in esame la seguente offerta: il Michelangelo torna in Via della Colonna che è una sede più naturale, in una sistemazione adeguata non penalizzante. Il Castelnuovo può ricevere soddisfazione per la richiesta di due nuovi laboratori e di una classe in più, perché ne ha bisogno.

Il Duca d’Aosta si riunisce, di fatto, al Salvemini, occupando il prefabbricato. Questa è per la Provincia la soluzione più logica, che ha trovato il plauso da parte del preside del Castelnuovo e della preside del Salvemini–Duca d’Aosta, ma un’opposizione da parte dell'altro dirigente, Prof. Primerano che però ha scritto di voler vedere nel merito la sistemazione in via della Colonna. "Cercheremo di trovare le soluzioni più giuste per le tre scuole", ha spiegato Di Fede rispondendo così a una domanda d'attualità del consigliere provinciale della Lega Nord Marco Cordone.

"Prendo atto della sua risposta - ha replicato Cordone - C’è un grosso scontento da parte del Prof. Primerano, massimo dirigente di uno dei più prestigiosi licei di Firenze. Verificheremo sul campo l’evolversi della situazione" Sul crollo di un controsoffitto nell'istituto scolastico 'Buontalenti', in una stanza adibita a segreteria, preso in esame in domande d'attualità dei consiglieri provinciali di Rifondazione comunista, quindi della Lega Nord, del Pdl e del Pd, è intervenuto l'assessore provinciale alla Pubblica istruzione Giovanni Di Fede.

Il fatto, dunque, è avvenuto venerdì 10 giugno, nel pomeriggio, alle ore 14 circa. Poco dopo, circa 45 minuti, la Provincia con i suoi tecnici era già nella scuola per le verifiche con l’impresa del Global service, alla quale sono state affidate le opere di manutenzione. È stato constatato il distacco del controsoffitto in gesso, in un piccolo locale tra la segreteria e la Presidenza, appeso alla sovrastante struttura mediante pendini ancorati con rivetti. Da un primo riscontro pare che solo il controsoffitto della zona amministrativa, segreteria e Presidenza, debba essere completamente sostituito, perché risulta ancorato con un sistema in uso fino al '99.

Le segreterie sono state sgombrate e sono stati rimossi tutti i pannelli di controsoffitto della zona. Sono, tra l’altro, in corso le valutazioni economiche per la sostituzione che dovrebbe avvenire entro l’inizio della scuola. Nel frattempo le segreterie sono state spostate nella biblioteca, dove sono già attive. Il controsoffitto della biblioteca e quello di tre aule è stato controllato nella mattinata di sabato 11, dal momento che l'utilizzo dei locali era indispensabile per lo svolgimento delle votazioni ed è stata rilasciata un’agibilità, ancorché parziale, perché c’è bisogno di tutti i soggetti interessati per rilasciarla.

Le operazioni di controllo proseguono e sono in corso di completamento. L’obiettivo è rilasciare un’ampia agibilità per tutti i locali del piano terreno e del piano seminterrato, onde consentire il regolare svolgimento degli esami di stato. Altre verifiche di agibilità sono in corso. L’Asl, intanto, ha richiesto l’analisi del materiale che ricopre i pannelli della zona in cui è avvenuto il crollo, per constatarne la composizione e per capire i motivi all'origine del crollo.

Da precisare che tutti i controsoffitti sono stati sostituiti dal Comune di Firenze poco tempo prima del passaggio della scuola alla Provincia, nel 1995. Di Fede ha ricordato che nel maggio 2010 il Consiglio Provinciale approvò – come tutti i Consigli provinciali della Regione Toscana – un documento di mobilitazione per protestare contro i limiti del Patto di Stabilità che blocca l’impegno delle risorse disponibili per opere di manutenzione e investimento. In quell’occasione venne fatto anche l’elenco delle necessità della Provincia di Firenze che, per gli interventi non strutturali, avrebbe bisogno di 15 milioni di euro, mentre tutta la Regione di 100 milioni.

Per quanto riguarda l’adeguamento alla normativa antincendio, la Provincia di Firenze avrebbe bisogno di 10 milioni, tutta la Regione 50 milioni; per l’adeguamento sismico, infine, la Provincia avrebbe bisogno di 50 milioni mentre la Regione di 400 milioni. Di Fede ha presentato nelle Commissioni competenti tutto il piano dei lavori necessari con il nome delle scuole e il tipo di intervento. La Provincia ha partecipato, insieme alle rappresentanze degli enti Upi, Anci e Regione, alla stesura e alla sottoscrizione di un documento che chiede il ripristino del finanziamento della Legge 23, l’uscita dal Patto di Stabilità per quanto riguarda gli interventi di edilizia scolastica, così come la defiscalizzazione delle opere per l’edilizia scolastica e la distribuzione dei fondi Cipe che ancora oggi non vengono erogati alle Province e ai Comuni. "I lavoratori del Buontalenti - ha replicato Calò - hanno inviato una lettera a Napolitano perché il Presidente della Repubblica li aiuti, dal momento con non possono continuare a lavorare in condizioni di disagio e in luoghi insicuri.

Non si può lavorare in una situazione di forte precarietà e di forte insicurezza. Lla risposta che ha dato l’assessore non soddisfa, perché è tutta giocata sulla difesa di se stesso, sul suo operato e poco, invece, sulla sicurezza. Non siamo di fronte ad episodi circoscritti. Non si spostano come birilli le persone di qua e di là". Per Marco Cordone (Lega Nord) "pur valutando tutti i limiti del Patto di Stabilità, che è onorato dal Governo non per fare un dispetto a tutti i cittadini della Repubblica Italiana ma per i limiti imposti dall'Unione Europea, la risposta avuta dall'Assessore non è soddisfacente.

Continueremo a monitorare la situazione dell’Istituto Alberghiere Buontalenti come quella delle altre scuole fiorentine". Erica Franchi (Pdl) dà atto all'Assessorato di essersi mosso sul piano pratico e operativo con grande celerità, mentre rileva "che certi lavoro non stati fatti ad opera d’arte creando in alcuni luoghi, oltre a disagi notevoli, anche panico. Ci rammarica la ripetizione estenuante ed esasperante della mancanza di fondi per effetto del Patto di Stabilità, imposto dall'Ue, alla luce del quale, invece, le Amministrazioni dovranno in qualche modo riorganizzare ed ottimizzare le proprie risorse.

Per il resto siamo stati e siamo disponibili a fare la nostra parte per sollecitare e rispondere a necessità individuate e condivise". "Ritengo estremamente esauriente la risposta che ha dato l’Assessore - puntualizza per il Pd Leonardo Brunetti - Rimando al mittente alcune critiche. Legambiente, non sospettabile di simpatie politiche di una parte o dell’altra, ha segnalato che più della metà degli edifici scolastici in Italia richiedono una manutenzione assolutamente urgente.

In alcune Regioni si parla di una percentuale del 70, 80 per cento. Ebbene in Emilia e Toscana questa percentuale si riduce al 26%. Non è un caso: evidentemente qui la cura della manutenzione ordinaria ha permesso un altro quadro. Ed è altrettanto evidente che nel momento in cui i fondi per l'edilizia scolastica passano da 14 milioni d’euro a 2 milioni e mezzo si procura un danno per poter intervenire sotto ogni profilo".

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