Allocca “In atto un tentativo di screditare il percorso di inclusione”

L’assessore al welfare commenta quanto riportato da alcuni quotidiani secondo le quali alcuni degli ex abusivi del campo, si sarebbero spostate di pochi metri per crearne un altro, dopo aver intascato una parte del denaro della Regione per il rimpatrio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 giugno 2011 19:11
Allocca “In atto un tentativo di screditare il percorso di inclusione”

Firenze – “Sulla faccenda Quaracchi, è in atto un palese tentativo di scr editare il percorso di inclusione sociale realizzato dalla Regione insieme ai Comuni di Sesto Fiorentino e di Firenze e dalla Caritas”. Così l’assessore al welfare Salvatore Allocca dopo le notizie riportate oggi su alcuni quotidiani secondo le quali alcune delle persone che occupavano il campo, che è stato chiuso la scorsa settimana, si sarebbero spostate di pochi metri per crearne un altro, dopo aver intascato una parte del denaro che la Regione aveva messo a disposizione per il rimpatrio in Romania. “Vorrei anzitutto precisare – ha aggiunto Allocca – che i due nuclei familiari che vengono citati negli articoli, come confermato dalla Caritas che ha gestito in modo esemplare dal punto di vista operativo la chiusura del campo e alla quale va il mio ringraziamento, non provengono dall’insediamento chiuso ma da una zona limitrofa.

E comunque anche questi nuclei familiari sono stati ricompresi nei percorsi di aiuto che abbiamo messo in atto, non attraverso il rientro volontario nel paese di origine ma attraverso l’individuazione di un processo di inclusione sociale nel territorio”. L’assessore ha poi concluso ricordando che “la Regione ha proposto la possibilità del rientro volontario nel paese di origine come una delle soluzioni per il superamento degli insediamenti abusivi di cittadini di etnia rom. Nel caso di Quaracchi, quasi la totalità degli occupanti ha optato per questa soluzione in modo volontario, mentre ad alcuni nuclei familiari, sulla base di una valutazione delle specificità delle condizioni, sono state proposte soluzioni alternative”. “La linea della sinistra toscana, ovvero quella di pagare per rimpatriare i rom di Quaracchi, è risultata essere un vero flop – ha detto l'eurodeputato Claudio Morganti, segretario nazionale della Lega Nord Toscana -.

I circa 1500 euro a famiglia destinati ai rom di Quaracchi sono solo serviti a riempire le loro tasche, senza raggiungere il fine del rimpatrio. È questa la linea della sinistra per affrontare il tema dell'immigrazione? Iniziamo, piuttosto, a seguire le leggi, anziché improvvisarsi luminari dell'immigrazione e dell'integrazione. Tanto a rimetterci sono sempre i toscani”. Morganti commenta anche le dichiarazioni di alcuni cittadini rom che, una volta intascati i soldi, hanno scelto di rimanere in Italia perché, secondo la loro opinione, la vita in Romania sarebbe troppo costosa per loro.

“Infatti – evidenzia Morganti – in Romania c'è la certezza della pena e lì la vita per loro sarebbe davvero dura... Poi, se qui possono avere pure i soldi senza lavorare – aggiunge il segretario nazionale del Carroccio toscano annunciando che farà presentare un'interrogazione in Regione - è chiaro che preferiscano rimanere in quell'El Dorado di parassitismo che è divenuta la Toscana”. “È un film già visto – chiosa il consigliere regionale della Lega Nord Toscana Gian Luca Lazzeri –.

Abbiamo più volte detto che quello dei soldi per il rimpatrio non è il modo giusto di intervenire perché si presta ad un’ingenuità assoluta. I fatti, purtroppo, ci hanno dato ancora una volta ragione. La modalità per intervenire è prenderli e accompagnarli a casa, quando sono clandestini. Non ci sono altri metodi. “Se dobbiamo fare degli interventi economici – prosegue Lazzeri –, facciamoli per i toscani. Facciamoli a favore degli assegni da dare ai toscani per pagare le badanti, ad esempio.

Indirettamente, quindi, aiutiamo in maniera chiara, legale e legittima anche le ragazze e le signore di altri Paesi che vengono a lavorare in Italia, dato che questo lavoro lo svolgono molte straniere. Il resto, invece, è rappresentato da iniziative speculative, fantasiose, fatte per non risolvere il problema. Perché chi propone certe cose non vuole risolvere il problema”.

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