Enrico Pieranunzi solo pianoforte

Sabato 29 Gennaio, alle ore 22, a due anni dal suo ultimo concerto fiorentino insieme a Rosario Giuliani, torna al Pinocchio il pianista Enrico Pieranunzi per presentare il suo ultimo album "Wandering", edito per la Cam Jazz Records.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 gennaio 2011 15:34
Enrico Pieranunzi solo pianoforte

Sabato 29 Gennaio, alle ore 22, a due anni dal suo ultimo concerto fiorentino insieme a Rosario Giuliani, torna al Pinocchio il pianista Enrico Pieranunzi per presentare il suo ultimo album "Wandering", edito per la Cam Jazz Records. Il significato italiano di Wandering è "vagabondare" ma nello specifico jazzistico potremmo tradurre con "improvvisare in piena libertà," seguire il flusso dei pensieri inventando nuovi percorsi musicali. Dopo il progetto dedicato a Domenico Scarlatti, Pieranunzi torna ad esibirsi magicamente in solo, dando libera espressione alla sua identità stilistica afro-americana.

Un momento particolarmente ispirato quello del pianista romano, classe ’49, che negli anni ha avuto modo di suonare con Chet Baker, Lee Konitz, Joey Baron, Paul Motian, Charlie Haden, esibendosi nei più importanti festival internazionali, e venendo definitivamente consacrato tra i più apprezzati artisti al mondo. (concerto ore 22 - Ass. Vie Nuove - v.le D. Giannotti, 13 Firenze info tel. e prenotazioni 055 683388 info@pinocchiojazz.it ingresso 13 euro/rid. studenti 9 euro riservato soci arci).

Per delineare un ritratto di Enrico Pieranunzi la cosa migliore è senza dubbio lasciar parlare le sue registrazioni: pianista, compositore, arrangiatore, ha inciso più di settanta CD a suo nome spaziando dal piano solo al trio, dal duo al quintetto. Ha collaborato, in concerto o in studio d’incisione, con Chet Baker, Lee Konitz, Marc Johnson, Joey Baron, Paul Motian, Charlie Haden, esibendosi nei più importanti festival internazionali, da Montreal a Copenaghen, da Berlino a Madrid a Gerusalemme, da New York al Giappone. Nato a Roma nel 1949, la sua formazione ha seguito il corso degli studi musicali accademici da un lato e l’apprentissage autodidatta del jazz dall’altro, influenzato in questo dalla figura del padre, anche lui musicista.

Questo doppio percorso, arricchito dagli studi classici, ha dato luogo ad una personalità musicale di particolare spessore, dove la ricerca/riflessione sui legami tra improvvisazione e composizione fiorisce nella creazione pura. Diverse sue composizioni sono diventate, in ambito internazionale, veri e propri “standards” e tre di queste - due nel 1991, una nel 2001 - sono state incluse nei prestigiosi “New Real Book” pubblicati negli Stati Uniti dalla “Sher Music”. La sua produzione recente spazia su registri diversi. Apparso nel 2008 per la CamJazz, «Pieranunzi plays Scarlatti» rappresenta la fusione tra le due vie che hanno sempre caratterizzato la vita musicale di Pieranunzi.

All’interpretazione di una scelta dalle Sonate di Domenico si concatena l’improvvisazione, senza tuttavia indulgere ad una facile “jazzificazione”, quanto bensì ponendosi al delicato crocevia creativo che collega due realtà apparentemente contraddittorie : la musica scritta, fissata dall’autore per l’interprete, che diventa a sua volta materia di composizione improvvisata, allorché l’interprete si rivela autore egli stesso. «Wandering» (CamJazz 2009) espone una poetica personale matura, un viaggio tra il noto e l’ignoto che le dita, esplorando la tastiera del pianoforte, fanno emergere, ancorate tuttavia a un rigore e a una solida struttura.

Inframmezzate da alcuni brani melodici, le improvvisazioni danno luogo, quasi fossero capitoli, a una sorta di narrazione irripetibile, costruita non sulle parole ma su suoni e accordi. Per finire, Pieranunzi ci ha recentemente raccontato della sua segreta passione per la musica latino-americana. In «Live at Birdland» (CamJazz 2010) la vitalità del Latin Jazz Quintet (Pieranunzi piano, Diego Urcola trompette, Yosvany Terry sax, John Patitucci basso, Antonio Sanchez batteria) combina il ritmo cubano e brasiliano con un impianto jazz complesso e raffinato. Ha scritto per la casa editrice “Stampa Alternativa” una biografia-saggio su Bill Evans dal titolo “Bill Evans – Ritratto d’artista con pianoforte”.

Nel recensirla sulla nota rivista inglese “The Wire” Andy Hamilton ha osservato che “anche nello scrivere Pieranunzi mostra di sapersi esprimere con la stessa eleganza e profondità con cui suona il pianoforte”. Di lui il famoso scrittore e giornalista nordamericano Nat Hentoff ha scritto: “Pieranunzi è un pianista di intenso lirismo, capace di tirar fuori un’idea dietro l’altra e di disegnare linee caratterizzate da una grande chiarezza e logica interna; egli è in grado di swingare con energia e freschezza e, nello stesso tempo, di non perdere mai la sua capacità poetica.

La sua musica canta”. Ray Spencer su “Jazz Journal” ha scritto dal canto suo che “Enrico Pieranunzi immette nuova linfa nel jazz contemporaneo”. www.enricopieranunzi.com

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