Toscana: azzerato il Fondo per la non autosufficienza

La denuncia di Spi Cgil sugli effetti per le politiche per la famiglia: tagliato anche il fondo affitti. Siena: aumenti delle rette RSA decisi dall’Azienda dei servizi alla persona

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 gennaio 2011 18:05
Toscana: azzerato il Fondo per la non autosufficienza

Firenze, 5 Gennaio 2011– All'inizio del nuovo anno, dopo l'approvazione sotto silenzio della manovra finanziaria, assieme alle altre misure decise nel corso degli anni da questo Governo, si fanno i conti e possiamo dire che non solo il Governo “ha messo le mani nelle tasche degli italiani” ma che ormai gli italiani le tasche ce le hanno sfondate. Sono le amare parole di Alfio Savini, segretario generale dello Spi Cgil della Toscana che elenca gli effetti della manovra finanziaria nella vita quotidiana degli italiani e dei toscani e stila un primo bilancio all'inizio del nuovo anno. La manovra finanziaria per il 2011 cancella definitivamente il Fondo Nazionale per la non autosufficienza.

Azzerati in un colpo solo i 400 milioni di euro – dice Savini - che faticosamente eravamo riusciti a difendere negli anni scorsi e che erano finalizzati a venire incontro ai drammatici bisogni di oltre 2,6 milioni di persone in Italia e a decine di migliaia in Toscana. La sopravvivenza oggi di queste persone è affidata, oltre che all'amore dei propri cari, solo all’azione delle Regioni come la nostra e dei Comuni che nonostante i tagli operati dal Governo nei trasferimenti delle risorse, garantiranno gli stessi impegni del 2010 anche per il 2011. I tagli riducono drasticamente il finanziamento al fondo per le politiche per la famiglia, passando da 346,5 milioni del 2008 a 186 per il 2009 e 2010, ai 52,5 nel 2011; stesso trattamento per il fondo affitti, naturalmente destinato alle persone più povere, che passa dai 205 milioni del 2008 ai 33 milioni di quest’anno; drastica riduzione del fondo per le politiche giovanili ridotto per il 2011 a 13,4 milioni, rispetto ai 137 del 2008. Che fine ha fatto la Social Card? “Ha fatto flop - spiega Savini - nelle intenzioni doveva essere destinata a 1,3 milioni di cittadini, ma alla fine ne hanno beneficiato solo 450 mila.

E per il 2011 anche questa è stata cancellata”. “Ironizzando viene da dire - conclude il Segretario - che questo è sì il “governo del fare” ma per sé e per i furbi, non certo per chi vive del proprio onesto lavoro o della pensione, e nemmeno per chi legittimamente rivendica una prospettiva certa e dignitosa di futuro. "Chiediamo le ragioni che hanno portato l'Azienda dei servizi alla persona a deliberare nuovamente, l'aumento delle rette nelle residenze sociali assistite del Comune di Siena, senza concertazione e senza introdurre meccanismi di equità che consentano di diversificare le quote in funzione del reddito e delle capacità economiche degli assistiti".

E' questo il cuore dell'interrogazione che sarà presentata al Sindaco da Alessandro Mugnaioli, segretario del Partito democratico di Siena e Luciano Cortonesi, capogruppo del Pd al prossimo consiglio comunale, dopo che il cda dell'Asp ha approvato, nei giorni scorsi, l'incremento di 3,99 euro al giorno della quota tariffaria presso la Rsa del Campansi. "Nei mesi scorsi – proseguono Mugnaioli e Cortonesi - il Sindaco dando seguito all'iniziativa del nostro partito, invitò per iscritto il presidente dell'Asp a sospendere gli aumenti nelle Rsa del Comune di Siena, ritendendoli eccessivi e frutto di un atto unilaterale, senza il confronto con le parti interessate: dai sindacati al Comitato dei familiari dell'Asp di Siena.

Oggi, dopo 5 mesi e nonostante uno sforzo importante della Fondazione Mps, l'Asp ha di nuovo deliberato l'incremento di tariffa. Un atto che andrà a pesare nelle tasche delle famiglie degli assisiti per oltre 1.400 euro all'anno e che avviene a pochi mesi dalla conclusione del mandato amministrativo". "Chiediamo quindi – concludono Mugnaioli e Cortonesi - al sindaco e alla giunta di intervenire sull'Asp e sulla Società della Salute per bloccare nuovamente gli effetti della delibera, penalizzante per tutti i cittadini e aprire così la possibilità di avviare quella concertazione, da tempo richiesta, e mai ottenuta".

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