Videgiochi : Amnesia - The Dark Descent

Continua la "discesa oscura" di Stefanacci nel mondo dei giochi indipendenti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 dicembre 2010 11:19
Videgiochi : Amnesia - The Dark Descent

Se conoscete la serie "Penumbra" (Overture, Black Plague e Requiem), avrete già comprato di corsa anche Amnesia, e quindi non ho nulla da dirvi. Se invece non la conoscete, sappiate che vi siete persi uno dei più particolari giochi indipendenti degli ultimi anni. Tutti i giochi in questione hanno la visuale in prima persona tipica dei FPS, tuttavia perdono l'ultima lettera dell'acronimo, che sta per "shooter". C'è infatti davvero poco da sparare, perché l'impostazione dei giochi degli svedesi Frictional Games è quella dei survival horror. È proprio la commistione tra avventura grafica, esplorazione e puzzle, in un'ambientazione horror, a decretare l'originalità assoluta di questi giochi. Il trovarsi in una situazione estrema, completamente disarmati e alla mercé dei peggiori mostri che la fantasia possa partorire è senz'altro un'esperienza fortissima, tant'è che nonostante la grafica scarna e ormai un po' datata (il primo Penumbra è del 2007), è difficile sostenere sessioni di gioco più lunghe di un paio d'ore, proprio a causa del forte impatto emotivo e della paura che sono capaci di instillare. Amnesia raccoglie tutta l'esperienza maturata con i tre Penumbra e la rielabora in un'ambientazione completamente diversa: fin da subito ci ritroviamo all'interno di quello che sembra un immenso castello medievale, completamente disabitato (almeno da esseri umani...) e dall'aspetto tutt'altro che rassicurante.

Abbiamo perso la memoria, ricordiamo solo il nostro nome. Seguendo indizi di lettere e diari, riusciamo a ricostruire quello che è successo a noi, al castello e al suo proprietario. Per tutto il gioco siamo completamente sprovvisti di qualunque tipo di arma. Non solo: il buio è capace di spaventarci e farci impazzire, per cui conviene avere sempre a portata di mano o la fida lanterna a olio, o un'esca con cui accendere candele, torce e lanterne che si trovano in giro per l'ambiente. Più avanti nel gioco faremo anche l'incontro di esseri mostruosi ed entità varie...

In questi casi non solo non è possibile combattere, ma neppure tenere lo sguardo su di loro per troppo a lungo: questo infatti aumenterebbe la nostra paura, diminuendo la sanità mentale, e rischierebbe di farci scoprire e uccidere (un qualsiasi mostro di Amnesia è capace di farlo con due colpi). Tutto quello che possiamo fare è nasconderci e aspettare che se ne vadano, oppure scappare più velocemente possibile. Questo, sinceramente, è tutto quello che avreste bisogno di sapere per acquistare questa piccola perla videoludica, ma se proprio volete un'analisi più approfondita, passiamo pure all'aspetto tecnico. Il motore è il HPL2 (le iniziali dovrebbero dire qualcosa agli appassionati di horror...), ovvero il diretto upgrade del motore dei tre Penumbra, programmato internamente al team, e per questo motivo si porta dietro tutti i pregi ma anche tutti i difetti di tali giochi. Diciamo che senz'altro si confà al tipo di gioco, che è lento ed esplorativo, pertanto non è il più agile degli engine, anzi.

I movimenti, dal modo in cui il personaggio si sposta nello spazio alla gestione degli oggetti, sono macchinosi e poco reattivi. La fisica è presente ma molto limitata: gli oggetti spostabili sono effettivamente soggetti ad attrito e gravità, ma la capacità d'interazione con il resto dell'architettura (pareti, porte, sbarre...) rimane a zero. Se una porta è chiusa, rimarrà chiusa, a meno che il gioco stesso non preveda l'utilizzo di un oggetto precedentemente raccolto con il preciso scopo di aprirla. Il gioco non è quindi "aperto"; la strada è sempre unica e lineare.

Si procede finché non ci si trova bloccati, dopodiché ci si guarda intorno per leggere l'indizio di turno, o cercare l'oggetto della risoluzione del puzzle che ci permette di proseguire nel gioco. I puzzle sono di vario tipo, e vanno da "apri la porta con la chiave recuperata chissà dove" a mini-giochi tipici delle avventure grafiche più classiche. La difficoltà è quasi sempre irrisoria, e questo perché la suggestione del gioco non deriva tanto dal risolvere questi enigmi quanto dall'esplorare gli oscuri meandri del tetro castello. Questo può essere anche un bene, ma forse non avrebbe guastato un pizzico di sperimentazione in più, per portare la meccanica della vulnerabilità all'estremo (penso a una situazione in cui si deve risolvere un puzzle prima che il mostro in giro per la zona si accorga di noi...

Ma forse Amnesia è già abbastanza spaventoso e snervante così com'è, in fondo. :P ). L'audio è un altro curatissimo aspetto che caratterizza Amnesia: i rumori di passi, voci, singhiozzi e di respiri che echeggiano senza farsi mai localizzare; quella sensazione perenne di essere osservato e seguito, il sottile terrore di essere assalito da chissà quale creatura soprannaturale senza poter far nulla se non scappare verso l'unica direzione possibile, ovvero le fondamenta del castello, affrontando faccia a faccia orrori sempre più spaventosi e malvagi. La meccanica della sanità mentale è quanto di più riuscito abbia mai visto: osservare i nemici o rimanere troppo al buio porta tutta una serie di effetti grafici e distorsioni a video che fanno immedesimare totalmente nel personaggio, oltre ovviamente a costituire il pericolo di morte principale. La trama è semplice ma efficacemente raccontata, attraverso stralci di lettere e diari, e porta alla memoria le migliori storie dell'horror classico, soprattutto di Lovecraft, ma anche di Poe e Wells. Nota di demerito per la localizzazione italiana, che riguarda solo i testi, e che troppo spesso sembra fatta con i traduttori automatici che si trovano online. Il costo contenuto lo rende un acquisto obbligato. Punti forti: originalissimo, immedesimante, suggestivo, angosciante, spaventoso. Punti deboli: fisica limitata, e in generale tecnicamente non allo stato dell'arte; traduzione italiana un po' trascurata. Requisiti L'HPL2 è piuttosto leggero, e si accontenta di un processore a 2Ghz, un paio di Gb di RAM, una Radeon X1000 o GeForce6 e 3Gb di spazio su Hard Disk. Disponibile anche per Linux e Mac. Francesco Stefanacci

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