Stragi '93: Comune e Regione parte civile lo Stato no. Rossi: ''Vergognoso''

Per l'esplosione di un Fiat Fiorino imbottito di tritolo sotto la Torre dei Pulci, sede dell'Accademia dei Georgofili, nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993 morirono 5 persone: la più piccola aveva appena 50 giorni di vita, il più anziano 39 anni.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 novembre 2010 19:38
Stragi '93: Comune e Regione parte civile lo Stato no. Rossi: ''Vergognoso''

"Delegare la lotta alla mafia alle forze dell’ordine e alla magistratura sarebbe grave errore. Anche la politica deve dire la sua nella lotta contro la criminalità organizzata. Per questo risulta grave l’assenza dello Stato tra le parti civili. La città di Firenze, rappresentata nel processo dall’amministrazione comunale, farà fino in fondo la sua parte per accertare la verità". E’ quanto ha dichiarato l’assessore alla legalità Rosa Maria Di Giorgi che questa mattina era all’aula bunker di Santa Verdiana per la costituzione del Comune come parte civile nel processo al boss di Cosa Nostra Francesco Tagliavia. "Il passato doloroso di quegli anni – ha aggiunto l’assessore Di Giorgi – deve essere la radice profonda dal quale trarre consapevolezza e forza.

Noi insistiamo nel chiedere giustizia consapevoli che solo uno sforzo collettivo, che veda protagonista anche le istituzioni, porterà la completa verità". "E’ necessario fare memoria di quanto avvenuto – ha aggiunto Rosa Maria Di Giorgi - in chiave di educazione alla legalità, per promuovere una cittadinanza matura, critica, responsabile. La memoria, però, non è un rituale che serve a conciliare passato e presente, a ricostituire un equilibrio e a tranquillizzare le coscienze. Serve piuttosto a ricostruire la storia reale, anche nei suoi aspetti più drammatici, e a individuare tutte le responsabilità". "Una memoria senza storia – ha concluso l’assessore alla legalità - delegata alle aule giudiziarie o soltanto alle celebrazioni non aiuta né a capire fino in fondo né a prendere coscienza.

Serve, più che altro, a mettersi il cuore in pace. Noi vogliamo invece trasmettere una memoria condivisa soprattutto ai giovani perché abbiano la consapevolezza di quel che l’Italia è stata e di cosa la nostra democrazia ha rischiato quando 17 anni fa le bombe scoppiarono a Firenze, Roma e Milano. E’ necessario vigilare sul nostro sistema democratico per garantire il diritto di tutti senza sopraffazioni e contro ogni criminalità". (fn) “Condividiamo la decisione del Comune di Firenze di costituirsi parte civile nei processi per le autobombe del '93 e crediamo che tutti i comuni dovrebbero costituirsi parte civile nei processi di mafia, proprio per dare un segno di come tutta l'Italia istituzionale sia unita contro questo fenomeno”.

Questo quanto dichiarato dal consigliere comunale del Pdl Francesco Torselli. “Parlare di Stato e di Governo assenti però - prosegue il consigliere di centrodestra - è dire una falsità: su invito del Ministro Giorgia Meloni in quasi tutti i comuni d'Italia sono state presentate mozioni contenenti alcuni indirizzi per la lotta alla criminalità organizzata, tra i quali anche la costituzione come parte civile ai processi degli enti locali”. “A Firenze ho presentato io questa mozione - conclude Torselli - lo scorso settembre.

Sto aspettando che venga discussa e votata in Consiglio comunale”. (fdr) “Non potevo crederci: ho dovuto rileggere la notizia più volte. E se non fosse una cosa davvero seria, ci sarebbe quasi da ridere. E' infatti vergognoso che lo Stato non si sia costituito parte civile nel secondo processo sulle stragi mafiose del 1993. E lascia senza parole che l'Avvocatura dello Stato si giustifichi dicendo non lo hanno fatto perchè non erano venuti a conoscenza”. Così il presidente della Toscana Enrico Rossi commenta l'avvio dei processi, stamani, sulle stragi mafiose del 1993: la Regione e il Comune di Firenze si sono costituiti parte civile, lo Stato (che nel primo processo c'era) invece no.

Per l'esplosione di un Fiat Fiorino imbottito di tritolo sotto la Torre dei Pulci, sede dell'Accademia dei Georgofili, nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993 morirono cinque persone: la più piccola aveva appena cinquanta giorni di vita, il più anziano 39 anni. Altre quarantotto rimasero ferite. “La mancata costituzione dello Stato come parte civile – conclude Rossi – è un'offesa a tutti loro”. (wf)

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