Si è laureata Francesca Chelli

La giovane era rimasta ferita nell’attentato del 27 maggio 1993. Era la ragazza di Dario Capolicchio, il giovane studente di Sarzana, rimasto vittima dell'attentato assieme ad Angela e Fabrizio Nencioni e le loro figlie Nadia e Caterina.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 luglio 2009 13:50
Si è laureata Francesca Chelli

"Una bella notizia che conferma il coraggio e la serietà di questa giovane". Lo ha detto l’assessore alla pubblica istruzione Rosa Maria Di Giorgi dopo che questa mattina Francesca Chelli, ferita nell’attentato del 27 maggio 1993 in via dei Georgofili, si è laureata con il massimo dei voti alla facoltà di architettura con una tesi in storia dell’arte, sul pittore Niccolò Pintucci. "Non dimentichiamo – ha aggiunto l’assessore Di Giorgi che ha anche la delega all’educazione alle legalità – che Francesca era la ragazza di Dario Capolicchio, il giovane studente di Sarzana ucciso 16 anni fa dalla bomba di Cosa Nostra insieme ad Angela e Fabrizio Nencioni e le loro figlie Nadia e Caterina". "Tanti anni sono passati da quella notte che sconvolse Firenze e cancellò cinque vite – ha ricordato l’assessore - sono stati 16 anni durissimi per Giovanna Maggiani Chelli, madre della neo dottoressa, e portavoce dell'Associazione dei familiari delle vittime, e per gli altri sopravvissuti alla strage.

Le ragioni di quella strategia terroristica, che oltre Firenze colpì Roma e Milano, sono state quasi del tutto individuate: gli uomini che azionarono le autobombe in nome e per conto di Cosa Nostra volevano costringere lo Stato a far marcia indietro sul 'carcere duro' per i boss mafiosi e sulla legge sui pentiti. Ma giustamente l’Associazione dei familiari delle vittime si batte perché sia dato un nome agli altri ideatori delle bombe, complici di quelli che stavano ricattando lo Stato ‘dialogando’ con il tritolo, che ‘trattavano’ con qualcuno per gli ergastoli da cancellare e il carcere duro da abolire". "Notizie come la laurea di Francesca Chelli – ha concluso l’assessore Di Giorgi – sono molto importanti.

Francesca testimonia che le ferite, non solo fisiche, subite da vittime e da parenti delle vittime, sono sempre aperte ma sono anche capaci di produrre grandi esempi morali. Come istituzioni siamo pronti a non perdere una sola goccia di questa ricchezza ed a fare in modo che mai cali l’oblio su quella tragica notte del 27 maggio 1993". (fn)

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