Don Luigi Ciotti è cittadino onorario di Firenze

La presidente della commissione pace Agostini (PD): "Un riconoscimento importante per una persona che è sempre stata in prima fila per combattere la mafia". Giocoli (PdL): “Basta con le cittadinanze onorarie”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 febbraio 2010 19:25
Don Luigi Ciotti è cittadino onorario di Firenze

Mentre a Palermo il figlio dell'ex sindaco Di Palermo, nella sua deposizione al processo Mori, dichiara che nel 1994 Provenzano avrebbe scritto un 'pizzino' indirizzato a Dell'Utri e ''per conoscenza a Berlusconi", a Firenze arriva il via libera del consiglio comunale alla cittadinanza onoraria a Don Luigi Ciotti. La delibera proposta dalla commissione pace ha avuto oggi l’okay del consiglio con 32 voti favorevoli, tre contrari dei consiglieri del PdL (Torselli, Donzelli e Stella) e un astenuto (la vice capogruppo del PdL Bianca Maria Giocoli) “Firenze, città colpita al cuore dalla strage mafiosa di via de' Georgofili - ha detto la presidente della commissione pace Susanna Agostini- ha un motivo forte per sostenere e dare visibilità istituzionale e riconoscimento politico a Persone che come Don Luigi Ciotti, sono in prima fila , a rischio anche della propria vita, nella lotta all'illegalità.

Don Ciotti si è posto da subito il tema dell'integrazioni e della formazione alla legalità e alla sviluppo della personalità per i giovani del sud e non solo, che sono le prime esche della criminalità organizzata. L'impegno del Parroco della strada, partito dalla conoscenza delle dipendenze si è subito rivolto alla formazione di importanti reti associative:Lila, Gruppo Abele, Libera, associazioni di persone che nel confronto e nella battaglia quotidiana hanno trovato conforto e riferimenti certi contro l'abbandono e la solitudine.

Fin dagli anni novanta – ha proseguito Agostini- fu nominato garante della conferenza mondiale sull'Aids, in contemporanea il suo agire per la denuncia e il contrasto del potere mafioso. Fonda Libera, coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppo scuole realtà di base territorialmente attive contro la mafia. A Firenze Don Luigi Ciotti ha celebrato l'omelia funebre del Giudice Antonino Caponnetto, nella Chiesa della SS Annunziata, riconoscendo pubblicamente il ruolo svolto nella costruzione del pool antimafia e nella tenace azione educativa che il giudice Caponnetto ha perorato.

La giustizia per il Giudice Caponnetto e per Don Ciotti non trova terreno fertile in assenza di Giustizia sociale. Don Ciotti diceva: 'Dobbiamo unire ciò che la mafia divide. Occorre restituire fiducia attraverso i diritti: lo Stato deve creare le condizioni, come diceva Carlo Alberto Dalla Chiesa, per dare come un diritto, ciò che le mafie danno come un favore'. 'Le mafie si alimentano di disuguaglianze, paure, vuoti istituzionali, burocrazia, ignoranza. Noi abbiamo bisogno di verità, perché le mafie tolgono le verità, intimidiscono, screditano, infangano la memoria: il 70% delle famiglie non ha le verità sui morti di mafia.

Don Ciotti è nato a Pieve di Cadore il 10 settembre del 1945, è un sacerdote attivo nel contrastare il disagio giovanile, le dipendenze, le solitudine delle persone e nella lotta alla mafia. La sua storia è nota al popolo italiano, Don Ciotti è da sempre un tenace testimone e rappresentante di una società civile che non si arrende alla sopraffazione e all’illegalità". “Il consiglio comunale non può sfornare a getto continuo elargizioni di riconoscimenti che vanno valutati, soppesati e soprattutto dosati”.

Questo il commento della vicecapogruppo del Pdl Bianca Maria Giocoli nel dibattito sull’attribuzione della cittadinanza onoraria a don Luigi Ciotti. “Dall’inizio di questo mandato amministrativo – ha aggiunto Giocoli – è già la terza cittadinanza onoraria in pochi mesi. Ciascun consigliere potrebbe portare ogni lunedì all’approvazione del consiglio nomi di personaggi che potrebbero diventare cittadini di Firenze. Il riconoscimento dato così, con questa facilità, va a scapito non solo dell’importanza del ruolo del consiglio comunale ma anche a scapito di chi la riceve perché è diventata una cosa usuale e non una eccezionale e rara come dovrebbe essere”.

“Dopo la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro - ha concluso la vicecapogruppo - in cui il consiglio comunale ha toccato il fondo, è giusto che l’assemblea faccia una pausa di riflessione e si astenga dall’approvare altri riconoscimenti. Per questo non ho partecipato al voto come non ho partecipato a quella sul maestro Osawa per le stesse motivazioni. A quando la cittadinanza onoraria a Matteo Renzi?”.

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