Contro la tratta sostenere il lavoro delle straniere

Le vittime della tratta sono quasi sempre donne e, quasi sempre, straniere: è quindi attraverso iniziative di cooperazione con i paesi più coinvolti in questi traffici, in particolare la Romania, che si può creare una rete di protezione e prevenzione.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 settembre 2010 20:10
Contro la tratta sostenere il lavoro delle straniere

"La Regione da tempo ha fra i suoi obiettivi quello del reinserimento lavorativo delle persone più esposte al rischio di esclusione sociale. Il principio è fissato dalla legge 32, il testo unico per istruzione, formazione e lavoro e non è un principio rimasto sulla carta. E fra le iniziative non è mancata, negli ultimi anni, quella per contrastare il fenomeno della tratta. Il lavoro è lo strumento principale perché è solo dando alle vittime l’opportunità di inserirsi nel mercato regolare che si possono aiutare a sottrarsi o a non cadere nella trappola del traffico clandestino di persone".

Lo ha detto l'assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini nel suo intervento introduttivo, oggi, al seminario promosso da Anima Nova a Firenze sul tema “Misure integrate di accompagnamento per l'inclusione dell e vittime di tratta”. "Dobbiamo riuscire – ha detto Simoncini - ad andare oltre il discorso retorico sul turpe fenomeno della tratta e dello sfruttamento a fini sessuali delle donne straniere per produrre un avanzamento nella politica, nelle pratiche e nei risultati per migliorare gli effetti delle azioni di contrasto, protezione ed assistenza". E' su più fronti che si concentra l'iniziativa della regione.

Le vittime della tratta sono quasi sempre donne e queste, quasi sempre, sono straniere: è quindi attraverso iniziative di cooperazione con i paesi più coinvolti in questi traffici, in particolare con la Romania, paese d'origine di molte delle vittime, che si può creare una rete di protezione e prevenzione. La Toscana, insieme ad altre regioni e al governo italiano ha sottoscritto a questo scopo un'intesa con il governo romeno. L'intesa individua nel Fondo sociale europeo uno strumento strategico per l'inclusione sociale e l'inserimento nel mercato del lavoro.

L'iniziativa è finanziata con le risorse che il Fse destina alla Romania. Ma anche in Toscana il Fondo sociale europeo ha permesso alla Regione di usare risorse per la formazione, il sostegno, la creazione di impresa, l'orientamento delle donne e delle straniere in particolare. Se le donne sono penalizzate dalla crisi economica, le straniere lo sono ancora di più. Fra le iniziative che mirano all'inserimento lavorativo, alla formazione e all'orientamento delle donne, l'assessore ha ricordato il Patto per l'occupazione femminile, rinnovato lo scorso luglio fra istituzioni e parti sociali e finanziato con circa 8 milioni di euro complessivi.

Uno specifico punto è dedicato alle donne immigrate. Fra le difficoltà di inserimento anche quelle legate al mancato riconoscimento dei titoli di studio: per questo previsto un progetto pilota che consenta loro di veder formalmente riconosci ute le competenze possedute. "Aiutare queste persone – ricorda Simoncini - non è solo eticamente doveroso. Oggi come oggi non potremmo immaginare uno scenario in cui si facesse a meno del lavoro degli immigrati e il benessere di tante famiglie toscane dipende dal lavoro di colf e badanti straniere.

Per questo il Piano di indirizzo generale integrato prevede linee di intervento che puntano a ottimizzare accoglienza, orientamento, formazione, apprendimento della lingua italiana e della normativa per la sicurezza. Fra le politiche di accoglienza, citiamo in particolare lo sforzo per l’emersione del lavoro sommerso delle badanti, che punta a regolarizzare circa 5 mila assistenti familiari. Grazie alle risorse del Fondo sociale europeo è stato finanziato il progetto Famiglia e ragazzi stranieri, per favorirne l’integrazione nella scuola e sostenerli nel delicato passaggio dalle medie alle superiori".

di Barbara Cremoncini

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