Firenze: operaio senegalese muore sul lavoro

Un operaio senegalese di 33 anni e' morto stamattina in un incidente sul lavoro accaduto a Campi Bisenzio, schiacciato dal muletto su cui lavorava

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 agosto 2010 14:59
Firenze: operaio senegalese muore sul lavoro

Firenze- Un giovane operaio senegalese stamattina è rimasto schiacciato sotto al muletto sul quale lavorava, a Campi Bisenzio, in una ditta che opera nel settore dello stoccaggio del marmo. Era impiegato al nero, ed era immigrato irregolarmente in Italia Niang Elhadji, il 33enne morto stamani. «Ancora una vittima del lavoro. E ancora una volta si tratta di un uomo venuto in Italia da un altro Paese per lavorare e vivere, e che invece qui da noi ha trovato la morte».

Il presidente della Regione Enrico Rossi esprime dolore e rabbia «So che forze dell'ordine e Asl stanno accertando la posizione lavorativa della vittima - dice Rossi - Il rispetto delle regole è fondamentale per prevenire gli incidenti sul lavoro. In Toscana tanto è stato fatto in questi anni, ma evidentemente ancora non basta. Il mio appello è rivolto a tutti quanti - istituzioni, sindacati, imprenditori, gli stessi lavoratori - possono contribuire, con iniziative, interv enti e misure sempre più vincolanti, formazione, vigilanza, controlli, a interrompere questa catena di morti evitabili». Cordoglio è stato espresso, a titolo personale e di tutta l’assemblea, dal presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci per la nuova morte sul lavoro avvenuta in Toscana.

Appresa la notizia Monaci si è detto “addolorato e sbigottito per questo nuovo episodio, un altro anello di un’ormai insostenibile catena di vittime del lavoro”. “Quella delle morti sul lavoro è un’emergenza nazionale che deve rimanere costantemente all’attenzione di tutti – ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale -. Le istituzioni non devono abbassare la guardia”. “Si rimane sempre increduli di fronte alle morti bianche. ‘Morire di lavoro’ dovrebbe restare una metafora, o comunque un concetto che non appartiene al nostro tempo, alla nostra comunità, e invece periodicamente accadono episodi che ci sbattono davanti una realtà che non eravamo disposti a contemplare.” E’ la nota accorata che il Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci l’Assessore al Lavoro e Formazione Elisa Simoni diffondono a seguito della morte del giovane senegalese nel laboratorio artigiano di Campi Bisenzio.

“Questo episodio - prosegue Elisa Simoni - mi addolora oltremodo perché la vittima era una persona venuta in Italia per avere una vita migliore, ed è invece incappato in un pressapochismo tale che lo ha portato alla morte”. “La magistratura farà le dovute indagini e prenderà le sue decisioni – ha concluso l’Assessore Simoni - ma è certo che la politica deve fare ancora molto sul fronte della battaglia culturale perché episodi del genere non si ripetano davvero più”. “Questa mattina un ragazzo è morto a Campi Bisenzio, schiacciato da un muletto.

Sono notizie che finiscono nelle brevi di cronaca, e c’è da temere che il fatto che si tratta di un senegalese dia meno rilevanza alla notizia. Il quinto incidente mortale in pochi mesi, in Toscana, non può essere imputato soltanto a una triste fatalità. Evidenzia, al contrario, l’urgenza di trovare delle soluzioni, nei fatti, al drammatico problema delle morti bianche e di individuare e punire i colpevoli, diretti e indiretti, combattendo l’inaccettabile abitudine alla deresponsabilizzazione”.

Lo dichiara in una nota il Coordinatore regionale dell’Idv Toscana, On. Fabio Evangelisti. “Non possiamo più permetterci – prosegue Evangelisti – di rimandare una seria revisione delle norme di sicurezza. L’unico intervento da parte del Governo per contrastare incidenti e morti bianche è stato quello ingiusto di cancellare le norme positive varate dal Governo Prodi con il cosiddetto Testo unico, di cui l’Italia dei Valori chiede da tempo il ripristino immediato”.

“Anche in Toscana il numero di vittime è ormai inaccettabile, e gli incidenti di queste ultime settimane ne sono la peggiore testimonianza. La prevenzione sarebbe la migliore ricetta contro gli omicidi bianchi, ma anche in questo caso il Governo sembra fare orecchie da mercante. Ci piacerebbe che la discussione sulla giustizia, che impegna da mesi la maggioranza, si concentrasse a colpire chi ha la responsabilità dei mille omicidi bianchi che si verificano ogni anno nel nostro Paese”.

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