Piana: l'uso del territorio nel convegno a Villa Montalvo

Il Coordinamento dei Comitati della Piana ha inviato una lettera aperta all'Assessore regionale, Anna Marson, a proposito delle prese di posizione in occasione del convegno a Villa Montalvo di Campi dei giorni scorsi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 luglio 2010 14:58
Piana: l'uso del territorio nel convegno a Villa Montalvo

L'assessore regionale Anna Marson ha partecipato al confronto pubblico sul Parco della Piana sabato 24 luglio, dichiarandosi favorevole all’avvio del percorso che dovrebbe portare al Parco della piana. L’ ipotesi di Parco della Piana sembra trovare fondamento nel rafforzamento di connessioni ecologiche e sembra voler consolidare la dimensione ciclica del territorio e delle sue ecologie naturali, storiche, antropiche, insediative. Tuttavia la scelta dell’inceneritore a Case Passerini viene presentata come sostanzialmente non modificabile e inevitabile.

La valutazione di impatto sanitario (Vis) è stata spesso citata al servizio delle scelte effettuate. Infatti tutte le valutazioni effettuate dalle amministrazioni successivamente all'approvazione del piano provinciale hanno dato per decisa la realizzazione dell'impianto e su questo versante sembra ormai volersi prescindere dall'esito della valutazione di impatto ambientale. La VIS afferma che nella piana  “l'emissione di diossine aumenta notevolmente negli scenari futuri in ragione dell'inserimento dell'inceneritore” e che i valori di emissione di diossine dall’inceneritore  “non sono trascurabili sulla base di un necessario atteggiamento cautelativo”.

La VIS afferma anche che le stime “non considerano in quanto non sono disponibili, le informazioni necessarie” riguardanti le principali opere previste nello stesso territorio, che potrebbero avere un impatto ambientale aggiuntivo sulle condizioni dell'area. Tuttavia la Regione ha considerato la piana area critica per l'inquinamento atmosferico nelle previsioni a medio termine. Numerosi studi indipendenti effettuati sull'area (Studio Misa 2001, 2004 e 2009  e OMS 2006) hanno unanimemente dimostrato l'esistenza di un rapporto di causa ed effetto tra livelli di inquinamento dell'aria, ricoveri ospedalieri e mortalità senza una soglia minima di accettabilità.

Anche se il Tribunale di Firenze, recentemente, ha mandato assolti gli amministratori della piana e lo stesso presidente uscente della regione Toscana dal reato loro ascritto. I comitati della piana hanno elaborato proposte alternative all'impianto di incenerimento. All'esito del referendum del 2007 indetto dal comune di Campi-Bisenzio, che registrò un no schiacciante alla realizzazione dell'impianto), una commissione mista di tecnici di nomina dell'amministrazione e dei comitati ha elaborato un documento sulle alternative. Perciò il coordinamento dei comitati della Piana, dando seguito agli interventi di sabato mattina, si è rivolto all’assessore Marson con una lettera aperta sulle problematiche sanitarie, ambientali e territoriali.

"Piana e la Toscana centrale presentano il conto di una pesante impronta energetica e di una crescente dissipazione entropica -affermano nel documento- delle quali l’inquinamento e le malattie sono le manifestazioni più evidenti e più perniciose. Il rafforzamento delle connessioni ecologiche, dei tessuti e dei corridoi a valenza biologica, è certamente un elemento di riduzione dell’impronta energetica. Il territorio della Piana presenta così estese e persistenti patologie da rendere inevitabile l’ avvio di processi di Bonifica ambientale e di Bonifica territoriale, sull’ esempio di analoghi azioni pubbliche portate a termine con successo in altri paesi europei, la Rhur e l’ Emscher Park, per fare solo un esempio.

Il ciclo riutilizzo, riciclaggio, riparazione, riprogettazione dei beni e allungamento del loro ciclo di vita, presenta tre pregi ineludibili: a) l’azzeramento delle nocività dovute alle emissioni dagli inceneritori di nanoparticelle e nanopolveri che portano su di sé diossine, furani, cadmio, mercurio: sostanze cancerogene e tossiche; b) l’avvio di economie locali del riciclo a base territoriale che tengono i soldi sul territorio invece che riempire le tasche di qualche grosso gruppo impiantistico esterno ed estraneo ai territori della piana; c) la conseguente possibilità di un aumento di occupazione in cicli produttivi puliti.

Va inoltre tenuto conto che la fabbrica dell’inceneritore è costosissima, poco remunerativa e in fallimento continuo se non fosse per i truffaldini sovvenzionamenti attraverso CIP 6 e Certificati Verdi ad una fonte energetica per nulla rinnovabile come sono i rifiuti. Non può quindi esistere un Parco basato sulle connessioni ecologiche ed energetiche e sui cicli della biodiversità, che accetti un inceneritore con annessa discarica (magari collocata all’esterno del territorio della piana): esso dovrebbe, al contrario, essere luogo di sperimentazione delle economie del riciclo, della riparazione, nella direzione di un sistema di gestione completamente riciclabile, costruendo il quale si potrebbero anche avere, in via transitoria, piccoli impianti a freddo.

Ci è francamente sembrata una caduta di stile, l’ipotesi formulata a villa Montalvo da un tecnico del comune di Campi che, parlando di uno dei boschi di pianura che andrebbero a costituire le connessioni ecologiche, ne propone un trattamento a rotazione (tagli successivi), per alimentare un impianto a combustione di biomasse. Il Parco dovrebbe essere costituito da ampie aree agricole, con agricoltura biologica, ciclo corto. Tutte azioni meritorie. Tuttavia, persistendo anzi incrementandosi le nocività, come si può parlare di un agricoltura in un territorio dove, basti l’esempio dell’ inceneritore di Montale e di altri impianti di combustione industriali, negli alimenti vegetali ed animali sono state trovate quantità consistenti di diossine, furani e sostanze dioxin-like, così come nell’ acqua potabile e nel latte di alcune donne che si sono sottoposte ad analisi volontarie? La VIS non ha stimato la pressione aggiuntiva nell’ area della piana con la realizzazione di nuove infrastrutture già all’epoca previste (2007); situazione appesantita dalle nuove ipotesi infrastrutturali.

Abbiamo ragione di ritenere dunque che la stessa Vis non abbia affatto autorizzato la realizzazione dell’inceneritore della Piana e che la situazione sia sensibilmente mutata in termini peggiorativi. Le opere di mitigazione proposte sono una falsa soluzione posto che esse - come espressamente riconosciuto dalla stessa valutazione di impatto ambientale -hanno un effetto limitato e comunque di nessun effetto per quanto concerne le diossine e altri inquinanti di maggiore pericolosità ambientale e sanitaria e l'area in questione sono destinati a raddoppiare per effetto dell'inceneritore.

Noi riteniamo che sia tempo di questi argomenti venga posto di nuovo al centro della discussione -concludono dal Coordinamento dei Comitati della Piana- Oltre ed al di là di questo gli elementi di conflittualità sono destinati ad accentuarsi man mano che , congiuntamente alla inazione sulle buone pratiche, vadano avanti le decisioni riguardante l'impianto di incenerimento della Piana".

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