Alta Velocità: ecco perché serve la VIA

Le ragioni principali: la delicatezza dei cantieri fiorentini e la situazione di Arpat. Biagiotti: "Rispettare le prescrizioni dell'Osservatorio ambientale".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 luglio 2010 23:06
Alta Velocità: ecco perché serve la VIA

Matteo Renzi è riuscito, nel Consiglio comunale del 21 giugno, a strappare gli applausi dei Comitati Notav, minacciando azioni giudiziarie contro Ferrovie dello Stato, e confermando l'opportunità della VIA per la stazione Foster. Ma la sua maggioranza non ha sostenuto la richiesta di VIA avanzata da Spini, De Zordo e Cruccolini. E proprio il giorno dopo, un "partigiano della TAV", l’ex assessore ai trasporti Riccardo Conti è diventato, uno dei coordinatori (per le infrastrutture) del Dipartimento trasporti del PD nazionale.

La richiesta di una nuova VIA era giustificata soprattutto per i cambiamenti intervenuti nel passaggio dal secondo progetto Zevi (1999) al progetto Foster (2002). La stazione Zevi:

· era in posizione significativamente diversa dalla Foster · era collegata a S.M. Novella mediante un cosiddetto people mover che manca invece in quella attuale · era collegata alla Fortezza mediante una strada ricavata sotto il rilevato ferroviario, poi cancellata nel progetto Foster
. Tra l'altro nelle circa 800 pagine della Valutazione Integrata Intermedia del Piano strutturale 2010, il primo documento che prepara l’iter di adozione, soltanto mezza pagina è dedicata al sistema ferroviario.

Delle ben 5 nuove linee di tramvia previste, soltanto la Linea 2 tocca marginalmente l’area di quella che diventerà, a Macelli-Circondaria, la nuova stazione centrale di Firenze. Nella Valutazione Integrata Intermedia, ad esempio, la strada nella zona dei Macelli, insieme al “passante urbano” stradale, ricompare come puro segno grafico. L’approssimazione coinvolge anche le conseguenze che lo scavo dei due tunnel avrà sul sotto e sul sopra suolo, a giudicare dai particolari del progetto esecutivo mostrati durante l’affollata assemblea del Comitato contro il sottoattraversamento tenutasi la sera del 21 giugno all’Istituto Stensen. "Le prescrizioni imposte dall'Osservatorio ambientale per il nodo fiorentino dell'Alta velocità a garanzia dei cittadini e dei lavoratori devono essere rispettate": netta la posizione della consigliera provinciale del Pd Sara Biagiotti che ribadisce: i due cantieri fiorentini dell'Alta Velocità di Campo di Marte e degli ex macelli, oltre a quello dello scavalco di Castello, sono inseriti in un contesto urbano fortemente antropizzato, che ha necessità di un livello di attenzione molto alta.

E' necessario perciò "che tutti gli organi ed enti preposti alla rilevazione, controllo e verifica dei cantieri dell'Alta velocità (Arpat compresa) siano posti nelle condizioni di poter lavorare, a partire dall'Osservatorio ambientale che a settembre ha i suoi organismi in scadenza e per il rinnovo dei quali il ministero competente non sembra aver fatto sapere ancora nulla". Le grandi opere necessarie al nostro Paese "devono essere svolte con trasparenza, celerità e grande senso di responsabilità: mi auguro che il ministero dell'Ambiente provveda al rinnovo dell'Osservatorio a garanzia del corretto svolgimento dei lavori del nodo fiorentino". "Ci si prepara ad opere intrinsecamente rischiose i cui effetti appaiono gravemente sottovalutati -affermano dai Comitati dei Cittadini dell'Area Fiorentina- I temi caldi riguardano il calcolo delle ripercussioni dello scavo sugli edifici (anche a grande distanza dalle gallerie), l’assenza di qualsiasi protezione per molti stabili e monumenti di rilievo, le conseguenze sulla falda acquifera e il funzionamento dei congegni di drenaggio che dovrebbero riequilibrarla.

Manca anche l’autorizzazione per la collocazione di più di metà delle terre di scavo nell’ex cava di S. Barbara in Valdarno. A seguito di ciò si procederà con una sola talpa invece di due con conseguente allungamento dei tempi e prolungarsi dei problemi provocati dall’impatto dei cantieri, per il quale possono essere avviate e si avviano azioni legali individuali e collettive. L’enorme scavo della stazione Foster in un’area problematica, non a caso scelta dal Poggi nell’Ottocento per collocarvi una funzione poco nobile come quella dei Macelli, è l’altra grande incognita di tutta l’operazione, per la quale il Consiglio comunale avrebbe dovuto pretendere la VIA.

Tutte considerazioni queste che rendono davvero poco credibile la data del 2016 indicata da RFI come termine dei lavori e improbabile uno svolgimento indolore, come l’esperienza di lavori del genere insegna. Approssimazione, indeterminatezza e incongruenze progettuali si riscontrano anche nella definizione del cosiddetto “modello di esercizio”, cioè del tipo di servizio che Trenitalia intende offrire a tutti gli utenti e non solo a quel 5% costituito dai clienti AV. Invece di provvedere all’ammodernamento di un fattore fondamentale di attrazione per le città, cioè il Servizio Ferroviario Regionale, oggi in condizioni obsolete, Ferrovie dello Stato provvede a costruirsi una specie di “cursus publicus” per correre sulle tratte e sgomitare nei nodi, senza negarsi un po’ di speculazione immobiliare sulle aree strategiche di quelle città.

Così RFI non si preoccupa di presentare un decente collegamento con la stazione di S.M. Novella. Tanto meno sente l’esigenza di adeguare le linee a sud del nodo, in direzione di Roma, anzi si prepara ad aggravarne l’insufficienza adattandole all’AV, riducendone le interconnessioni con le linee normali, mettendo in crisi i collegamenti con l’Italia centrale. E tutto questo senza pensare alla grave situazione economica del Paese e alla sempre più incerta situazione politica che rende quest’opera economicamente insostenibile anche in vista di altre manovre economiche lacrime e sangue". "Tra i giganti della cooperazione, sindacati, società partecipate e gruppi privati, è cresciuto in questi anni un partito del cemento -aggiungono da Italia Nostra- sostanzialmente insofferente alle regole della democrazia rappresentativa e alla domanda di qualità urbana emergente dai suoi stessi elettori.

Al tempo stesso la cittadinanza appare sempre più attraversata da sintomi di insofferenza disordinata e confusa, di cui i primi successi della Lega Nord in Toscana sono il segnale più evidente. Anche per questo sarebbe oggi opportuna una maggiore consapevolezza nel sistema di potere locale e almeno nei settori più avveduti dell’imprenditoria".

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