Il Consorzio del Vino Nobile premia il miglior cantiniere

Giunto alla nona edizione il Premio “Cantiniere dell'Anno”, promosso dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, ha come obiettivo quello di dare riconoscimento ad una professione antica ormai pienamente valorizzata e fondamentale per ottimi vini.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 maggio 2010 16:49
Il Consorzio del Vino Nobile premia il miglior cantiniere

Si chiama Primo Marinelli, di professione fa il cantiniere dell’azienda Casale Daviddi di Montepulciano, il migliore “Cantiniere dell'Anno” secondo la commissione del premio istituito dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e consegnato venerdì 7 maggio in occasione di “A cena con il Nobile”, serata di degustazione delle tipicità enogastronomiche della Val di Chiana che apre come ogni anno la tradizionale Fiera dell'Agricoltura di Tre Berte, giunta quest'anno alla sua 29° edizione.

“Ha un’esperienza professionale nel settore di quasi vent’anni; conosce bene la realtà del Vino Nobile di Montepulciano avendo lavorato in passato anche in altre importanti aziende vinicole del territorio”. Questa la motivazione che ha fatto scegliere Marinelli tra una rosa nutrita di altri cantinieri. A consegnare il riconoscimento una commissione giudicante composta dal sindaco di Montepulciano Andrea Rossi, dal presidente del Consorzio del Vino Nobile, Federico Carletti e dal presidente dell'Associazione Fiera, Nicola Giomarelli.

Il concorso, arrivato all’edizione numero nove, ha l'obiettivo di premiare la maestranza che si è particolarmente distinta nell'attività vitivinicola per un periodo relativamente lungo di tempo. In poche parole intende valorizzare una professione “antica” che possiede un fascino tutto suo, fatto di esperienza, mestiere ed anche piccoli e grandi segreti. Una figura quella del cantiniere che è tradizionalmente legata al territorio poliziano e al Vino Nobile e che resiste nonostante la meccanizzazione delle tecniche di cantina.

Oggi quasi tutte le aziende vitivinicole si avvalgono di enologi, professionisti di grande valore che anche grazie all'aiuto proveniente da tecnologie sempre più all'avanguardia, impostano e “gestiscono” tutte le diverse fasi di produzione del vino, senza tuttavia dimenticare che il vino è un prodotto vivo e in quanto tale soggetto a cambiamenti, ecco perché la figura professionale tradizionale del cantiniere continua ad essere estremamente preziosa; grazie alla sua esperienza, alla sua passione e soprattutto alla sua costante presenza a fianco del vino sa cogliere con precisione il momento giusto in cui intervenire.

E la professione del cantiniere si sta evolvendo sempre di più. Sempre più giovani si stanno cimentando nell’apprendere questo mestiere soprattutto cercando di adeguarlo a quelle che sono le innovazioni in cantina, quali appunto la tecnologia e la meccanizzazione del lavoro. Ripercorrendo la storia del Premio nelle scorse edizioni era stato assegnato ad Urano Carpini, della Tenuta Valdipiatta, a Fabrizio Dottori di Fattoria del Cerro, a Dino Magi della Cantina Fanetti, a Daniele Giani della Vecchia Cantina, a Bruna Casagrande della Cantina Gattavecchi, esempio “rosa” di una professione declinata quasi esclusivamente al maschile, a Giorgio Laurini di Fassati, a Enzo Barbi della Fattoria della Talosa fino ad arrivare al primo vincitore del Premio Adamo Pallecchi storico cantiniere della Cantina Contucci.

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