Dacia Maraini a Firenze contro la violenza sulle donne

La scrittrice ha incontrato gli studenti delle scuole fiorentine con il progetto “Passi affrettati”. Uno spettacolo teatrale, un libro di testimonianze e il “Primo rapporto sulla violenza contro le donne in Toscana”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 aprile 2010 21:29
Dacia Maraini a Firenze contro la violenza sulle donne

Un’intera giornata dedicata al progetto “Passi affrettati”, i passi simbolici con cui le donne fuggono da situazioni di violenza disastrose, ha visto protagonista oggi 27 aprile a Palazzo Medici Riccardi la carismatica scrittrice Dacia Maraini. L’iniziativa, nata per volontà del Soroptimist International Club Firenze Due e promossa dalla Provincia di Firenze, è partita nella mattinata, in Sala Luca Giordano, con uno spettacolo teatrale per le scuole superiori fiorentine, fatto di testimonianze di donne prigioniere della discriminazione e vittime di violenze, e tratto dal libro di Dacia Maraini “Passi affrettati”.

L’emozionante momento attoriale è stato seguito da un incontro con la scrittrice e un dibattito, al quale hanno partecipato anche l’Assessore alla Formazione della Provincia di Firenze, Elisa Simoni, la Presidente Soroptimist International Club Firenze Due, Sandra Landi, e la Presidente della stessa organizzazione a livello nazionale, Wilma Malucelli. Quest’incontro è stato anche l’occasione per diffondere il “Primo rapporto sulla violenza contro le donne in Toscana”, analisi dei dati dei Centri Antiviolenza fatta dalla Regione Toscana e dall’Osservatorio Sociale Regionale. “La difesa dei diritti delle donne è un indicatore della civiltà di un Paese - ha commentato l’Assessore provinciale Elisa Simoni - le comunità dove le donne sono discriminate e "violentate" sono spesso quelle dove la cultura dell'intolleranza prevale sulla civiltà”. “Per questo – continua l’Assessore - dobbiamo combattere la violenza sulle donne nascosta nelle nostre comunità e per farlo dobbiamo educare le nuove generazioni alla tolleranza e al rispetto delle differenze”. Nel pomeriggio, un secondo appuntamento per la Maraini, con la presentazione del suo nuovo libro “La ragazza di via Maqueda”, insieme a Carla Fracci, Assessore alla Cultura della Provincia di Firenze, Sandra Landi e Gigliola Mariani dell’Università degli studi di Firenze. “La Provincia di Firenze – ha dichiarato il Presidente Barducci – è costantemente impegnata sul fronte della lotta contro ogni discriminazione.

Per questo motivo è stata ideata la campagna di comunicazione Liberté, Fraternité, Differenza che trae spunto dal famoso motto della rivoluzione francese per ricordare l’importanza del valore della tolleranza verso tutte le forme di diversità”. “La violenza sulle donne – ha aggiunto il Presidente – è una realtà purtroppo diffusa in modo tragicamente capillare, per fronteggiare la quale occorre mobilitarsi con un’opera di sensibilizzazione perché le aggressioni e le ingiustizie siano denunciate, fermate e dove possibile prevenute e cancellate”. Ogni due giorni viene uccisa una donna, di solito dal suo compagno di vita: questi sono dati statistici impossibili da ignorare.

Il Soroptimist International Club, organizzazione di donne professioniste costituita per promuovere i Diritti Umani e migliorare la condizione femminile nella società, è impegnato nel Progetto “Passi affrettati” per diffondere l’informazione e la formazione sul tema della violenza sulle donne, nella prospettiva di educare le giovani generazioni al rispetto e alla condivisione. “Per quanto la situazione legale sia migliorata moltissimo – è intervenuta Dacia Maraini – e le donne siano protette dalla legge, c’è un problema culturale profondo, una paura crescente in chi non vuole accettare l’autonomia femminile”. “Io non credo che esistano due mondi separati e distinti, quello maschile e quello femminile – ha continuato la scrittrice -.

Ci sono due culture: una dell’intolleranza verso l’altro, inteso come lo straniero, la persona con diverso colore della pelle o di cultura differente, che non accetta i cambiamenti; e poi c’è una cultura del rispetto, dell’accoglienza, della maturità. Le due cose non sono separate. Se un uomo entra dentro la cultura dell’accoglienza, accetterà anche le donne e la loro emancipazione”.

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