La 'città paesaggio': 10 punti per l'urbanistica virtuosa, contro il malaffare

perUnaltracittà: "Crediamo infatti sia necessario costruire una speranza concreta e praticabile di una città 'altra', aprire un processo di rianimazione e rivitalizzazione dei luoghi verso ambienti di vita significativi".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 marzo 2010 18:56
La 'città paesaggio': 10 punti per l'urbanistica virtuosa, contro il malaffare

La lista di cittadinanza perUnaltracittà ha indetto per oggi una giornata di attivazione del processo di riflessione, ricerca, proposta, sperimentazione sui temi dell’urbanistica fiorentina, e in particolare per la costruzione collettiva del nuovo Piano Strutturale di Firenze. Il cuore della giornata è il convegno organizzato nel pomeriggio dal gruppo consiliare presso la Sala delle Miniature di Palazzo Vecchio. "Crediamo infatti sia necessario costruire una speranza concreta e praticabile di una città 'altra', aprire un processo di rianimazione e rivitalizzazione dei luoghi verso ambienti di vita significativi: la proposta che avanziamo è quella della città/paesaggio, che potrebbe trovare a Firenze e nella Piana fiorentina un caso di sperimentazione utile come modello anche per molti altri luoghi d’Italia.

Le grandi potenzialità di Firenze possono riemergere rapidamente, solo che se ne abbia la volontà e che si metta la città in grado di essere se stessa" si legge in una nota. "Per città/paesaggio - prosegue - intendiamo un contesto dove le città storiche e l’urbano contemporaneo, i residui assetti paesistici di valore, i luoghi abbandonati e le ruralità sopravvissute, le porzioni di naturalità e le strutture ecologiche dissestate riescono a riorganizzarsi e a produrre un inedito organismo molteplice.

Una struttura composta di due entità che convivono intrecciate ed interattive, la città e l’ambiente: fiumi rigenerati e campagne produttive per gli abitanti urbani, città di pregio e brani dell’urbano contemporaneo, boschi ed aree produttive". La città/paesaggio riscopre l’Arno e i suoi affluenti, le colline, il verde storico, il verde residuale e quello rurale, gli spazi per un riuso ecologico della città, fino a ricostruire un organismo complessivo, vivente e abitabile, proprio col recupero di quegli spazi che si intendeva saturare, a cominciare dalle aree industriali dismesse fino ai preziosi tasselli non edificati ancora presenti in varie parti della città. Concretamente, la città/paesaggio prevede la presenza di una mobilità pubblica, su ferro e comunque leggera, che usufruisce della infrastruttura ferroviaria come di una preziosa preesistenza a rete e ad anello; la riscoperta dei “centri storici” come “grembo” della rinascita della città attraverso il loro ripopolamento; la formazione di “oasi” di riqualificazione partecipata e vivente in ogni quartiere, motori di promozione del risanamento e della riqualificazione dei quartieri e delle comunità locali.

Si tratta del contributo di Firenze alla costituzione di una grande area metropolitana non gerarchica, anch’essa impostata sull’idea della città/paesaggio, dove le aree ancora non edificate vanno a costituire (andando oltre l’idea, oggi limitativa, di un Parco della Piana) una sorta di tessuto ambientale connettivo di un grande sistema ecologico, quasi la funzione del mare in un arcipelago di insediamenti abitati. Questo programma richiede, come condizione indispensabile, la collaborazione e il coinvolgimento attivo e creativo della popolazione (la “partecipazione”), sia nella fase propositiva che nella verifica delle scelte compiute. La città/paesaggio non è solo un disegno, ma un processo che si deve attivare sia a livello di pensiero che di esperienza, proposta, azione.

Partecipazione La partecipazione dei cittadini deve essere posta a fondamento dell’elaborazione del Piano Strutturale: il nuovo piano deve essere preceduto dalla Valutazione Integrata degli effetti ambientali e sociali, fino a pervenire ad un Bilancio critico dello stato di fatto esistente e della conseguente individuazione delle problematiche, delle tendenze e delle potenzialità ancora disponibili. Si rende necessario prevedere anche le modalità per attuare il monitoraggio e il controllo degli effetti dei dispositivi di piano, favorendo il coinvolgimento attivo degli abitanti.

Strutture tecniche per il Piano L’amministrazione comunale si deve dotare di strumenti operativi efficaci per il buon governo pubblico del territorio: istituire un Ufficio di Piano che coordini gli atti di pianificazione, affiancato da un Ufficio per la trasparenza urbana con cui garantirne l’accesso ai cittadini. Un Piano a consumo zero Ridimensionare il Piano per eliminare la cementificazione: richiedere di rivedere in maniera sostanziale il dimensionamento del Piano Strutturale annullando i previsti 4,5 milioni di metri cubi (oltre i volumi di Castello e delle Aree ferroviarie dismesse). È bene ricordare che l’intreccio tra le norme del Piano Regolatore attuale e il Regolamento Edilizio, ha consentito, in alcuni casi di demolizione e ricostruzione di edifici di classe 6, di raddoppiarne i volumi reali al di fuori di qualsiasi organica forma di pianificazione della città.

In questi ultimi anni i volumi edilizi realizzati sono aumentati a dismisura, sfuggendo a qualsiasi possibilità di controllo, per cui si può ritenere che la Capacità edificatoria residua del PRG, ossia i volumi previsti dal piano e non ancora realizzati, sia da considerarsi già esaurita e non più trasferibile a quella del nuovo Piano Strutturale che l’Amministrazione Comunale si accinge a proporre. A integrazione di quanto detto in precedenza, è auspicabile la revisione integrale del testo del Regolamento Edilizio la cui normativa consente operazioni di densificazione delle costruzioni; esso, inoltre, è da considerarsi sostanzialmente illegittimo in quanto prevede, in palese contrasto con la legge urbanistica regionale, prescrizioni di natura urbanistica di competenza esclusiva delle Norme del Piano Regolatore.

Risorse ambientali e consumo di suolo Le previsioni del Piano non possono distruggere risorse ambientali essenziali e non rinnovabili: è necessario azzerare il consumo di suolo (non un metro quadro di verde in meno!) Aree verdi e parchi Proposta del Vincolo di inedificabilità delle aree verdi e dei parchi, valido anche per le attrezzature e gli impianti sportivi (la loro volumetria non può consumare suolo). Rete ecologica urbana: Proposta di Piano direttore delle aree verdi, per costruire la rete ecologica urbana che diviene anche rete del verde di quartiere e interconnessione dei percorsi alternativi leggeri della città intera. Infrastrutture verdi: Non solo orti urbani passatempo, ma sentieri, corridoi ecologici, cunei verdi, come tessuto connettivo del territorio comunale.

Diritto alla città e sistema della qualità urbana Trasformazioni della città: Non possono essere determinate dai privati, occorre togliere il ricorso al Pubblico Avviso, ovvero l’art. 44 del Piano Strutturale attuale. Densificazione urbana: La città non è un agglomerato di case e cemento: togliere la previsione della Densificazione Urbana, ovvero gli articoli 34 e 35 del Piano Strutturale attuale. Diritto alla qualità della città: Dipende anche dalla diffusione dei servizi per i cittadini.

Gli standards urbanistici e la quota da riservare a Edilizia agevolata (20%), previsti nelle trasformazioni edilizie private, non possono essere monetizzati ma devono essere realizzati effettivamente e resi immediatamente fruibili dalla cittadinanza. Aree dismesse: Il grande patrimonio delle aree dismesse può diventare un sistema di spazi aperti per riorganizzare in maniera ecologica le funzioni dell’area fiorentina: proposta di un Piano direttore delle aree dismesse. Alienazioni: il rilevante patrimonio pubblico che l’amministrazione ha deciso di mettere in vendita con il Piano delle alienazioni non può essere sottratto alla collettività, ne deriverebbe un ingente danno economico ed urbanistico.

Proponiamo che questo prezioso patrimonio sia inventariato e, opportunamente integrato con le aree dismesse, possa costituire il nucleo del riequilibrio sociale, territoriale ed ecologico della città. Laboratori di sperimentazione urbana: Favorire la riappropriazione della città da parte dei suoi abitanti promuovendo nelle aree dismesse dei Laboratori di sperimentazione urbana in cui attrezzare spazi di relazione: lo spazio urbano si riorganizza mediante una rete di isole urbane connesse da percorsi ciclopedonali protetti. Quartieri urbani: Bloccare la loro spoliazione incentivando la diffusione delle attività commerciali di vicinato, dei mercati contadini dei prodotti locali, impedendo la trasformazione dei fondi commerciali in abitazioni e la diffusione delle grandi strutture commerciali.

Riconoscere un marchio cittadino e metropolitano a garanzia delle produzioni locali. Mobilità integrata Proposta del Piano della mobilità integrata: Alta Velocità in superficie e metrotreno metropolitano. Casa e servizi Residenze agevolate: Le residenze agevolate non possono diventare un pretesto per occupare le aree destinate a servizi pubblici, a verde e a parcheggi. Diritto alla casa: Diritto alla casa come autocostruzione, cohousing e costituzione di quartieri socio/ecologici sperimentali.

Centro storico, cultura e turismo Un grande cantiere, fatto come un arcipelago di tante isole sperimentali, strutturato come un processo partecipato di rivitalizzazione del Centro Storico, dei suoi ambiti verdi e degli spazi civili. Un nuovo significato culturale della città a partire dalla sua interpretazione storico ecologica fino al suo senso contemporaneo. Un rinnovamento spaziale e gestionale e un conseguente rinnovamento del turismo come coinvolgimento degli ospiti nel processo di riqualificazione.

Città paesaggio La realizzazione dei punti precedenti pone le basi della Città/Paesaggio, che può realizzarsi guidata da questa nuova concezione del vivere urbano.

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