Parcheggi: chi firmò quegli scandali?

Il nuovo presidente di Firenze Parcheggi, Carlo Bevilacqua, oggi si interroga sulla stampa: «Chi firmò quegli accordi?» riferendosi alla convenzione sul project Firenze Mobilità.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 febbraio 2010 19:55
Parcheggi: chi firmò quegli scandali?

«Glieli diciamo noi i nomi, uno per uno -risponde subito Ornella De Zordo del Gruppo Consiliare perUnaltracittà- Era il primo ottobre del 2001. Oggi alcune di queste persone sono oggetto di indagini della Magistratura:

- Vincenzo Di Nardo, legale rappresentante di Baldassini-Tognozzi-Pontello e del Project 'Firenze Mobilità'; - Carlo Paolini, allora Segretario Generale del Comune, a rappresentare di fatto il sindaco Leonardo Domenici; - Gaetano Di Benedetto, allora massimo dirigente dell'Urbanistica comunale, a rappresentare di fatto l'assessore Gianni Biagi.
La Corte dei Conti della Toscana ha già riconosciuto, con sentenza n.308/2009, il danno patrimoniale subito dal Comune di Firenze a seguito dell’approvazione – da parte di un dirigente comunale – di ben tre rendiconti annuali di Firenze Parcheggi.

Ci chiediamo allora oggi, più che mai, come la gestione degli ultimi anni non rappresenti un possibile danno erariale ai danni del Comune, e quindi a danno dei fiorentini, che oltre a non avere a disposizione un moderno piano della sosta vedono il bilancio comunale impoverirsi a causa degli enormi buchi provocati dal Project financing dei parcheggi. Infine vorremmo sottolineare come Claudio Galtieri, Procuratore regionale della Corte dei Conti, non più di 20 giorni fa ha annunciato l'avvio di una procedura di revisione dei fascicoli pendenti relativi al conferimento di incarichi e consulenze a soggetti esterni all’Amministrazione, soprattutto nell’ambito del Comune di Firenze e della Regione Toscana, per le quali pure era evidente l’assenza dei presupposti che li avrebbero dovuti legittimare.

Ricordiamo, come già denunciammo in un particolareggiato Dossier su Firenze Parcheggi risalente al 2006, come proprio alcune "strane" consulenze contribuissero ad aumentare il buco di bilancio di FiPark. Quello che chiediamo all'opinione pubblica oggi è di superare l'indignazione naturale che colpisce tutti quando la Magistratura scopre atti illegali e, in attesa dei processi, di passare al tempo della responsabilità, informandosi e non affidando più deleghe in bianco a politici e amministratori la cui condotta poco trasparente è stata per anni sotto gli occhi di tutti».

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza