Gli agricoltori pisani hanno ceduto alla crisi un quarto del reddito

L’export con segno meno su olio, vino, cereali, allevamento. La Cia rilancia l’urgenza di un patto con la società

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 febbraio 2010 19:10
Gli agricoltori pisani hanno ceduto alla crisi un quarto del reddito

(Pisa) Tra crisi grave e pericolosa e nuove prospettive per guardare ad un mercato diverso da quello “storico” dal quale l’agricoltura italiana e sempre più fuori. Spesa in campagna, filiera cortissima, un patto con la società che trasformi il consumatore in coproduttore. Sono stati questi i punti cardine della relazione del presidente della Confederazione Italiana Agricoltori della Provincia di Pisa che ha iniziato la lunga fase congressuale che si concluderà a maggio con l’elezione delle cariche.

Un congresso che rivoluzionerà la Cia stessa, perché il presidente dovrà essere un agricoltore e perché istituirà la nuova figura del direttore. “Il settore attraversa la più grave crisi degli ultimi decenni, c’è stata una riduzione del 25% sul reddito degli agricoltori - ha detto Berti - I fattori che l’hanno determinata sono diversi. Principalmente la contrazione della domanda a livello mondiale in combinazione agli effetti del razionamento del credito. A queste dinamiche legate alla crisi macroeconomica, si aggiungono difficoltà specifiche dei mercati agricoli con molte incertezze per il futuro delle nostre imprese e complessivamente delle aree rurali“.

Qualche dato. A Pisa l’export agroalimentale è sceso a quota 51 milioni di euro con una flessione del - 8,2%, qualcosa meno comunque della media toscana che ha a Livorno il dato più negativo sopra il 20%. Nel 2009 è stato registrato un -35% nell’ export di vino (la riduzione evidenzia anche la difficoltà ad aggredire mercati emergenti). Un -40% di riduzione e di produzione per l’olio, insieme al tracollo del cerealicolo ed alle difficoltà della zootecnia e dell’allevamento.

Anche il - 5.6% di presenze in agriturismo ha contribuito alla crisi. “La nuova legge regionale sull’agriturismo darà nuove opportunità alle imprese agrituristiche ed alle imprese che trasformano produzioni aziendali - ha detto Berti - Tutto questo avverrà in una logica di fattiva semplificazione delle procedure. E riguardo l’avversione alla legge da parte delle associazioni dei commercianti ed in particolare da parte di ristoratori e albergatori, sono convinto che si sbagliano, e lo sono perché credo che questa revisione porti benefici anche a loro.

Intanto perché si sanciscono meglio alcuni principi come quello della prevalenza e della tracciabilità dei prodotti“. Berti, infine, ha rilanciato il patto con la società. Che ha come perno quello di rendere di portare i consumatori vicini ai produttori, farne una sorta di co-produttori. La prima tornata si è conclusa con l’elezione di 15 delegati al congresso regionale dopo il quale ci sarà l’assise nazionale. Carlo Baroni

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