Cittadella Viola: capra e cavoli della valle

Il Sindaco Matteo Renzi farebbe felice la piazza (o sarebbe meglio dire la curva e pure le tribune?) se desse il via libera al progetto del nuovo stadio a Castello, ma ha sul suo tavolo anche alternative, che da nord a sud della città sono numerose

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 ottobre 2009 23:39
Cittadella Viola: capra e cavoli della valle

di Nicola Novelli FIRENZE- In questi giorni lo scenario della valle dell'Arno che si scorge dalle colline fiorentine assomiglia un po' al detto di “Capra e cavoli”, la storiella in cui il barcaiolo deve spostare da una riva all'altra di un fiume un lupo, una capra e dei cavoli su una barchetta, che però non può trasportare più di una cosa contemporaneamente. Il barcaiolo è il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, protagonista di una vicenda piuttosto intricata, quella della così detta Cittadella Viola.

Poi c'è il coro delle voci dei tifosi che cantano all'unisono le parole d'ordine dettate dalla stampa locale, nella speranza che facciano del bene all'adorata maglia viola. I cavoli sono invece quei terreni la cui gestione e destinazione immobiliare delizia e danna da secoli i fiorentini. Il Lupo? Beh, decidetelo voi. Ma andiamo con ordine. Nelle scorse settimane il Sindaco si è presentato in Consiglio comunale, sollecitato dalla propria maggioranza, per confermare il favore al progetto di un nuovo stadio nell'area di Castello, promosso dalla precedente giunta comunale.

Stadio a Castello sì, ha detto Renzi, ma senza spese per il Comune, anzi con partecipazione pubblica agli utili, e naturalmente senza espansione delle cubature precedentemente autorizzate. Due giorni dopo il presidente della Fiorentina, Andrea Della Valle, si è dimesso dalla carica, tuonando contro i “rosiconi” che gli starebbero mettendo i bastoni fra le ruote (i lupi della storiella?). Nessuno comunque l'ha sinora sostituito alla presidenza. In questi giorni, è immaginabile, i salotti buoni della città stanno “lavorando” per mettere d'accordo i contendenti.

Con Matteo Renzi a far la parte del mediatore. La famiglia Della Valle ha annunciato la disponibilità ad investire sulla cittadella nell'interesse del colore viola. Ma il rimpianto degli imprenditori marchigiani circa l'accordo su Castello raggiunto con l'ex sindaco Domenici è a onor del vero un desiderio recente per i Della Valle. Sino al giugno 2008 la società aveva come priorità la ristrutturazione dello stadio Artemio Franchi a Campo di Marte e solo nel settembre 2008 i proprietari della Fiorentina si convertirono all'ipotesi Castello, che era stata rilanciata circa sei mesi prima con una campagna mediatica non partita da loro. La proprietà dell'area di Castello afferisce al gruppo Fondiaria SAI SpA, controllata dalla famiglia di Salvatore Ligresti.

Le imprese edili che stanno costruendo sul terreno lungo viale XI Agosto sono diverse, per lo più le principali che operano sulla città. Il proprietario della compagnia assicurativa si era dichiarato disponibile a cedere il terreno per la destinazione sportiva, ma non pare intenzionato a partecipare finanziariamente alla realizzazione. Fondiaria SAI è impegnata piuttosto a completare i cantieri già avviati, frenati dall'inchiesta della Procura della Repubblica aperta nell'autunno del 2008. Nei giorni scorsi un articolo pubblicato da Affari e Finanza, l'inserto economico del quotidiano La Repubblica, farebbe intuire che il vertice della compagnia fiorentina pensi ad altro, per esempio a destinare gli immobili di Castello a nuova sede aziendale, in modo da liberare lo storico palazzo di piazza della Libertà e metterlo con profitto sul mercato. Il Sindaco Matteo Renzi farebbe felice la piazza, ma sarebbe meglio dire la curva e pure le tribune, se desse il via libera al nuovo stadio, ma ha sul suo tavolo anche alternative.

Da nord a sud della città sono diverse e potrebbero essere dipanate in maniera organica, magari con uno strumento amministrativo come il Piano Strutturale, per esprimere una visione complessiva degli interventi edili e delle necessità sportive del territorio. A nord della città c'è l'area di Osmannoro 2000 di proprietà dei fratelli Fratini, quelli della Rifle Jeans, al tempo del fallimento della gestione Cecchi Gori interessati a rilevare la gestione della Fiorentina e considerati oggi vicini al nuovo sindaco.

La candidatura di Osmannoro 2000 potrebbe essere preferita nel caso le problematiche per l’area di Castello diventassero insormontabili. Tra l'altro nelle metropoli europee gli stadi sono posti in aree apposite servite da un’adeguata viabilità. Poi c'è l'attuale stadio comunale, quello progettato da Pier Luigi Nervi nel 1930, oggi protetto dai vincoli delle Soprintendenza. L'impianto fu ristrutturato nel 1990 in occasione del Campionato mondiale di calcio. Tra l'altro fu eliminata la pista di atletica leggera per accentuare la destinazione calcistica.

Oggi però lo stadio viene considerato inadeguato ad una società della levatura della Fiorentina e fastidioso con la sua presenza nel popoloso quartiere del Campo di Marte. Le lamentele insistono in particolare sugli ingorghi di veicoli in strada e sui marciapiedi in occasione degli incontri. I partigiani di Castello insistono che il nuovo stadio sarebbe meglio servito dal punto di vista della viabilità. Sta di fatto che l'Artemio Franchi si trova a poche centinaia di metri da una delle più importanti stazioni ferroviarie della città.

Ma da decenni a nessuno è mai venuto in mente di istituire un servizio di treni speciali domenicali per portare i tifosi al Campo di Marte. E se la Fiorentina se ne andasse e smettesse di pagare l'affitto all'impianto comunale? Che ci farebbe Firenze con lo stadio di Nervi? Qualcuno propone di spostaci il Rugby, visto che l'atletica leggera ha ormai una propria sede all'impianto intitolato a Cosimo Ridolfi. E al vecchio stadio Padovani che ci facciamo, si domanderà? Per ora nessuna risposta.

Il dubbio è che il Campo di Marte, svuotato delle attuali funzioni (a proposito il centro sportivo dell'Affrico gode di buona salute?) possa finire per fare gola a quegli imprenditori edili fiorentini da decenni alla spasmodica ricerca di nuove aree edificabili. Con buona pace dei residenti che vorrebbero allontanare la Fiorentina per avere meno auto in giro la domenica... Ma non finisce qui. Qualcosa bisognerebbe dire anche del centro sportivo federale di Coverciano. Qualche volta da Roma da Federazione Italiana Giuoco Calcio ha ipotizzato l'abbandono dell'impianto fiorentino, scomodo perché lontano dal cuore del calcio italiano.

E se la FIGC facesse sul serio? Che ci farebbe a Coverciano la città di Firenze? Magari altri appartamenti? In coda rimane l'ipotesi Incisa Val d'Arno, dove fino al 2005 i Della Valle speravano di realizzare la famosa cittadella con campi sportivi, palestre e centro commerciale. Ma la politica locale intese ridimensionare progressivamente il progetto della Fiorentina, sino a scoraggiare la realizzazione presentata dalla Campus Viola, la società a responsabilità limitata appositamente costituita dagli imprenditori marchigiani. L'auspicio è che la decisione dell'amministrazione comunale maturi serenamente, senza strattoni alla giacchetta del sindaco di manine, o manone, senza furor di popolo viola, trascinato come gregge da mosche cocchiere.

Perché davvero siamo convinti che con un nuovo stadio la sorte sportiva della Fiorentina cambierebbe radicalmente? Che il bacino di utenza della società viola potrebbe essere riorganizzato commercialmente sul modello dei grandi club europei (Barcelona, o Manchester)? A proposito di rinnovamento imprenditoriale, che fine ha fatto quell'annuncio di Leonardo Domenici ed Eugenio Giani, all'atto della rifondazione della Florentia Viola, di costituire una nuova società sportiva con il contributo dell'azionariato popolare?

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