Firenze: ai Macelli una brutale mutilazione?

Nella trasmissione TV Presa Diretta (Raitre) una bella inchiesta di Alessandro Sortino sul tema delle grandi opere inquinanti e sprecone ha svelato la lunga catena degli appalti e dei subappalti della TAV

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 ottobre 2009 23:23
Firenze: ai Macelli una brutale mutilazione?

A pochi giorni dalle dichiarazioni del Sindaco di Firenze, che prendeva le distanze dal progetto Foster per la stazione dell’Alta Velocità, i lavori per la “preparazione del cantiere” nell’area degli ex Macelli a Rifredi sono proseguiti. Sono state abbattute decine di alberi e numerosi edifici del complesso anche al di là dell’area occupata dalla stazione. Ciò avviene nel momento in cui l’Osservatorio ambientale ha sì dato il via libera per la preparazione dei cantieri, ma non ha ancora licenziato il progetto esecutivo del sottoattraversamento e della Stazione. Dopo la presa di posizione del Sindaco, diversi appelli per la sospensione dei lavori erano stati lanciati dall’Associazione Idra, dalla costituita Consulta dei comitati sull’Alta velocità (comprendente tutti i comitati e le associazioni che si oppongono al sottoattraversamento e alla stazione ai Macelli), oltre che da gruppi consiliari e rilevanti settori dell’opinione pubblica. Certamente, una volta che i lavori propedeutici avevano avuto il via libera dell’Osservatorio ambientale e i cantieri erano stati consegnati da RFI all’impresa Nodavia, le demolizioni erano teoricamente legittimate.

Ma bisogna anche tener presente che alla definizione del progetto definitivo elaborato dal gruppo Foster-Arup (2003) si era giunti per iniziativa delle Ferrovie le quali, ignorando un precedente piano guida del Comune, avevano promosso un concorso ad inviti (2002) posizionando la stazione in modo alquanto improvvisato. Insomma, oltre al fatto che il progetto di cui si parla non è mai passato attraverso una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), si deve ricordare che non è mai stato pensato né organizzato un suo reale inserimento urbanistico. Per la defunta area dei Macelli, che costituiva un significativo esempio di attrezzatura pubblica, progettata verso il 1870 dall’ing.

Felice Francolini con la supervisione del Poggi, si prevedeva soltanto la riduzione degli edifici residui a vestigia decontestualizzate. "E questo è proprio quanto è già avvenuto -spiega Mariarita Signorini, membro della Giunta nazionale d'Italia Nostra- Secondo il progetto, la parte emersa della Stazione (una volta a botte ribassata di 450x50m. per un’altezza di 18) si troverà a meno di 6 m. di distanza dall’ex Palazzo degli Uffici e direzione dei Macelli (quello con l’orologio).

Ricordiamo che su questo esempio di archeologia industriale si erano applicate ricerche scientifiche e pubblicazioni oltre che previsioni urbanistiche, la più importante delle quali, negli anni ’80, era uno studio dell’Ateneo fiorentino per collocarvi il Museo Nazionale di Storia Naturale. L’indeterminatezza della collocazione della Stazione e il fatto che la Conferenza dei servizi del ’99, ultimo atto di pianificazione sull’area, non tenesse conto del parere contrario della Commissione beni ambientali della Soprintendenza hanno fatto il resto". L’incertezza delle previsioni si conservava anche negli elaborati del concorso del 2002, in alcuni dei quali compariva anche la nuova sede del Maggio musicale fiorentino, e nelle stesse tavole del progetto definitivo della stazione di Foster e Arup del 2003.

Ora ha deciso Nodavia che, insieme al cantiere, sta creando la nuova Piazza della Stazione (o ciò che sarà), stabilendo quali edifici e quali alberi salvare, o abbattere. "Al Ministro dei Beni Culturali, alla Soprintendenza ai BCA, e al Sindaco Renzi -afferma Mariarita Signorini, membro della Giunta nazionale d'Italia Nostra- poniamo alcune domande per le quali i cittadini attendono una pronta e chiara risposta:

chi ha deciso e quando l’abbattimento degli edifici atterrati in questi giorni, tra i quali l’ex Ufficio del Dazio ed altri edifici del complesso ottocentesco? E' forse l’impresa Nodavia che sta “attuando sul campo” un Piano inesistente seguendo mere esigenze di cantiere? Quali altri abbattimenti sono previsti? Qual è stato il ruolo della Soprintendenza in tutta la vicenda, visto che tutto il complesso era vincolato? Nel taglio delle numerose piante e arbusti si sono seguite le normative vigenti, in particolare il regolamento del verde e le norme di tutela del verde in aree vincolate? Come si concilia tutto ciò con la volontà espressa dal Sindaco di rivedere il progetto nel suo complesso e addirittura di spostare la stazione a Campo di Marte?"

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