On line la presenza di Firenze è modesta

La qualità dell'indicizzazione dei siti fiorentini dedicati alla cultura restituisce l'immagine di uno scenario modesto e non corrispondente alla realtà fisica della nostra città

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 luglio 2009 14:43
On line la presenza di Firenze è modesta

Ha avuto luogo sabato il BarCamp, sorta di conferenza-discussione organizzata a Palazzo Vecchio dall’Assessore alla Cultura e alla Contemporaneità Giuliano Da Empoli con l'obiettivo di conoscere gli operatori culturali fiorentini. Uno dei temi più presenti nei molti interventi succedutisi era quello della comunicazione culturale on line. E un'approfondita riflessione sugli sviluppi futuri della rete come principale distributore di cultura è sempre più urgente.

Soprattutto per quanto riguarda il plurisecolare patrimonio di conoscenze legate al territorio di Firenze. In futuro i fiorentini saranno depositari e custodi del patrimonio monumentale e artistico cittadino, ma anche e sempre più del patrimonio immateriale, culturale e identitario reperibile on line in forma georeferenziata. Pensiamo a termini come Scagliola, imprescindibilmente legata all'artigianato fiorentino e al suo territorio. Fondamentale evitare ciò che sta accadendo in ambito alimentare, ove il mercato globalizzato diffonde prodotti apparentemente italiani, ma che di genuino hanno solo le sembianze.

Possiamo consentire che accada anche alla cultura che ci identifica da almeno un millennio? Eppure navigando sui motori di ricerca per analizzare la qualità dell'indicizzazione dei siti fiorentini dedicati alla cultura si ha la sensazione di uno scenario modesto e non corrispondente alla realtà fisica della nostra città. Almeno il 70% della navigazione internet è intermediato dai motori di ricerca, ma il dato da sottolineare è che il 90% di quel 70% di accessi generati dai motori di ricerca è riferibile esclusivamente a Google, che genera di fatto 3/5 dei flussi on line.

Ebbene proviamo come scolaretti elementari a digitare su Google alcune stringhe di ricerca fondamentali e vediamone l'esito:

se scriviamo su Google "Cultura Firenze" il primo sito segnalato è la sezione cultura di questo giornale. Al secondo posto una guida turistica e commerciale, seguita da altri due siti dello stesso tipo. Solo al sesto posto troviamo una pagina della Rete Civica Fiorentina, solo a settimo posto una pagina del sito dell'Università degli studi di Firenze.

Del tutto assenti i siti (o meglio nelle pagine successive di Google, ma il risultato non è molto diverso dall'assenza vera e propria) delle principali istutuzioni culturali, e che ci attenderemmo di trovare, Bibilioteca Nazionale Centrale, piuttosto che le Soprintendenze. Google Maps, sulla stessa stringa di ricerca, propone invece soltanto il sito di Palazzo Strozzi, mentre i principali operatori sono subissati da una miriade di altri siti, espressioni di piccoli operatori, ma meglio indicizzati; risultato peggiore se su Google cerchiamo "Arte Firenze": dopo le solite due, o tre guide turistico commerciali, troviamo cinque gallerie d'arte private ed altri siti minori.

E gli storici contenitori dell'arte mondiale? La Galleria degli Uffizi? Più indietro, con siti male costruiti e peggio indicizzati; sulle chiavi "Pittura Firenze" e "Scultura Firenze" lo scenario è imbarazzante. Sui grandi musei della città prevalgono galleristi privati, sulle storiche isituzioni universitarie i corsi di pittura e scultura per stranieri; soddisfacente la chiave "Musei Firenze", che restituisce una lista appropriata di istituzioni alla cui testa sta il sito preposto.

Seguono un paio di guide turistico commerciali e il sito del Comune di Firenze. Ma attenzione che in Google Maps tra i musei della città è riuscito ad insinuarsi anche un piccolo albergatore cittadino! la chiave "Spettacolo Firenze" colloca al primo posto la storica testata giornalistica omonima, seguita da cinque guide turistiche e commerciali e un paio di siti di eventi di spettacolo che avranno luogo in città nelle prossime settimane.

E il sito dell'Azienda Provinciale del Turismo? E quelli del Maggio Musicale e del Teatro della Pergola? Non rilevati; infine il desolante scenario della stringa "Letteratura Firenze" che non restituisce né i principali titoli della storia fiorentina e di tutto il mondo, né i siti delle case editrici della città, ma un guazzabuglio incomprensibile di segnalazioni e recensioni di volumi minori in siti non particolarmente rilevanti. Come se nessuno sino ad oggi si fosse mai preocupato di indicizzare le pietre miliari della letteratura fiorentina.

Come riorganizzare allora questo disordine digitale che finisce inevitabilmente per punire noi, la cultura e l'economica locale, basata sul turismo? Solo un radicale cambiamento di approccio può consentire alla nostra città di migliorare l'autorappresentazione che propone di se on line.

La nosta convizione è che la riorganizzazione dei contenuti toscani on line non sia possibile senza l'apporto determinante dei più grandi siti locali (grandi in termini di pagine), che sono pubblici. Mi riferisco in particolare alla Regione Toscana, alle Università e alle Reti civiche. Ciò che auspichiamo è che gli operatori della cultura digitale toscana abbiano un approccio più collaborativo e che gli enti locali sappiano svolgere una funzione di programmazione, selezione e organizzazione delle migliori espressioni civili.

Per intendersi più scambi di contenuti e di link e più siti pubblici trasformati in portali verticali a sostenere e sfruttare le eccellenze tematiche. Ciò che non auspichiamo è la concorrenza sugli stessi contenuti tra pubblico e società civile con siti pubblici che spendono risorse per alimentare la ridondanza tematica e siti privati che continuano ad essere realizzati come elementi isolati nel grande mare della rete, tanto da assomigliare a obsoleti CD-rom. In altre parole proponiamo: a) l'apertura delle Reti pubbliche alla sussidiarietà dei contenuti, là dove non altrimenti gestibili che in cooperazione con la società civile; b) la nascita di luoghi di confronto tematico, magari istituzionalizzati, per consentire un governo partecipativo delle evoluzioni della nostra cultura digitale e on line.

Solo un radicale cambiamento di approccio può consentire alla nostra città di migliorare l'autorappresentazione che propone di se on line. Sarebbero utili ulteriori momenti di dibattito e riflessione su questi argomenti, per sviluppare una maggiore e più condivisa consapevolezza. E' indubbia la necessità di armonizzare la visione delle cose tra i diversi soggetti. Le reti digitali sono la chiave per comprendere il mondo complesso che ci circonda. Per connettere on line il nostro patrimonio di conoscenze servono i link, grazie ai quali possiamo muoverci da una pagina all'altra usando il mouse.

I link ci permettono di navigare attraverso le informazioni, facendo di questa infinità di documenti una risorsa in cui localizzare risposte alle domande di tutti. Non concedere, o rimuovere un link significa far svanire opportunità non quantificabili di individuare informazioni tra loro interconnesse. Nella società globalizzata i siti di successo sono quelli disposti a linkare ambienti e livelli sociali diversi, non imprigionabili in un ruolo definito, ma realizzati con un approccio eclettico per accorciare le distanze del sistema.

Internet vive di vita propria, un organismo in evoluzione complessa, un'immensa quantità di elementi separati che formano un sistema nel suo insieme più ricco della somma delle sue parti singole. Gli stessi motori di ricerca hanno bisogno di link per saltare da un mondo all'altro. I siti che non offrono link all'esterno frenano la ricerca e lo sviluppo organizzativo dei motori di ricerca. Senza link si finisce sempre per costruire isole separate, senza relazione con il resto del mondo. Ogni link è il punto di partenza per esplorare intere regioni on line.

Dunque è chiaro che lo sviluppo e l'organizzazione del web non sono semplicemente funzionali alle risorse economiche disponibili, quanto piuttosto un fenomeno di cultura delle relazioni sociali. Meccanismi di frammentazione sociale, o di isolamento politico, alterano la topologia della rete segregando l'universo on line. Differenze nella struttura relazionale delle comunità tematiche determinano la qualità della loro accessibilità, una caratteristica che i motori di ricerca non sono in grado, ancora oggi, di compensare. Un singolo link ben posizionato può determinare il destino e la posizione di migliaia di pagine, riorganizzando il paesaggio del web.

In rete è sicuramente meglio essere alleati che nemici, sulla base dell'assunto che delle relazioni collaborative di un nodo beneficiano gli altri nodi rafforzando interi segmenti sociali. di Nicola Novelli

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