Coldiretti denuncia il wine kit on line

“Wine kit” fai da te, scoperto dalla Coldiretti, con tutto l'occorrente per ottenere il miracolo della trasformazione dell’acqua in vini, con bustine e magica polvere, per la preparazione “espresso” di facsimile della pregiata Docg toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 luglio 2009 23:07
Coldiretti denuncia il wine kit on line

Trasformare l’acqua in vino oggi si può, senza essere Dio. A mettere a disposizione il kit per ottenere pseudo Chianti dal liquido che sgorga dalla cannella è la rete. Su internet infatti si possono acquistare l’apparecchio corredato di bustine con la magica polvere per la preparazione “espresso” di facsimile della pregiata Docg toscana. A denunciarlo è Coldiretti che, ancora una volta, lancia l’allarme sui rischi degli inganni che si nascondono anche sul web, dove si vende un prodotto enogastronomico ogni sessanta secondi, il 62 per cento in più rispetto allo scorso anno, secondo i dati del sito e-bay. “Sul sito www.trekneat.com, una società tedesca, Trek'n eat, specializzata nella vendita di cibo per escursionisti, offre vino in polvere che - riferisce la Coldiretti - è contenuto in un sacchettino di alluminio e plastica, pesa solo 60 grammi e una volta allungato con acqua dà vita a una bevanda di 8,2 per cento alcolici per il costo di 3,95 euro per 2 dl.

Per il sito un "vino per gourmand per festeggiare una volta giunti su una vetta che è offerto nelle due versioni estiva e invernale, da consumare freddo o caldo”. Per noi un pessimo facsimile. Il vino si fa con l'uva e non con le bustine in polvere dalle quali si ottengono miscugli. Questo è solo l'ultimo inganno a danno di uno dei prodotti piu' prestigiosi del Made in Italy. Su siti come www.homebrewers.com, ma anche su ebay, è possibile acquistare - continua la Coldiretti - “wine kit” fai da te.

con tutto l'occorrente per ottenere il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino in soli in 28 giorni, per effetto di una curiosa interpretazione della legislazione vigente. Si tratta di una pericolosa deriva che rischia di “ingannare” i consumatori meno esperti sul reale contenuto dei prodotti in vendita e che - sostiene la Coldiretti - danneggia l'immagine della produzione italiana ed europea, conquistata nel tempo grazie agli sforzi fatti per la valorizzazione di un prodotto che esprime qualità, tradizione, cultura e territorio.

Una situazione inaccettabile per l'Italia e l'Unione Europea che stanno conducendo una difficile battaglia per la difesa delle denominazioni dalla pirateria e dalle falsificazioni nell'ambito delle trattative sul commercio internazionale nel Wto. E' quindi necessario - continua Coldiretti - verificare la compatibilità di questa preoccupante escalation con la normativa italiana e comunitaria, al fine di adottare tutte le iniziative necessarie per fermare un fenomeno che rischia di danneggiare imprese e consumatori sul mercato globale”.

Con 47 milioni di ettolitri prodotti l'Italia - conclude la Coldiretti - è il maggior produttore ed esportatore mondiale e vanta oltre il 60 per cento della produzione vinicola nazionale a denominazione di origine: 477 vini di cui 316 a denominazione di origine controllata (Doc), 41 a denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e 120 a indicazione geografica tipica (Igt).

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