Mostre: Dante Razzino alla Galleria Via Larga

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 luglio 2009 01:40
Mostre: Dante Razzino alla Galleria Via Larga

Verrà inaugurata venerdì 3 luglio, alle ore 18.30, nella 'Galleria Via Larga', a Firenze in via Cavour 4, l'antologica di pittura di Dante Razzino, con opere scelte dalla Collezione Ratti. La mostra, promossa dalla Provincia di Firenze e dall' 'Industria serica Enrico Ratti', resterà aperta fino al 14 luglio con orario 10.30-13 e 16.30-20. Dante Razzino la strada la conosce davvero e, dopo un pellegrinaggio artistico tra pittura, scrittura e un po' di provvisorietà, vive nella maturità la sua cifra stilistica, la cui originalità è stata colta con anticipo da Pietro Ratti, la cui collezione si rivela particolarmente preziosa.

Il disegno di Razzino attento alla sintesi e al ritorno dell´essenziale, con un approfondito studio dell´arte figurativa degli antichi, greca e precolombiana, e una felice escursione, soprattutto negli anni 70, negli orizzonti esplorati da Paul Klee. E´ un distillato di culture dosate a lungo per poter ottenere uno stile unico, inconfondibile Nato nel '47, Razzino si è mosso tra Heidelberg, Roma e Firenze, senza dimenticare Fondi, il paese della sua infanzia. Curatore del `Centro studi per l´arte contemporanea´, è autore anche delle raccolte di poesie `Canti di trasmutazione´ e 'Minima parola' (diffuso questo in forma di depliant) e collabora alla rivista `Fuori binario´, il giornale nato nel ´94 per iniziativa dell´associazione `Periferie al centro´, scritto e distribuito dai senza dimora.

Lungo questo cammino Razzino ha raccolto le immagini che ha illustrato, in forma di poesia, nei `Canti di trasmutazione´, editi da Lalli (con prefazione del professor Mariano Bianca): "S'innalza la sinfonia del grano/ al pallido sole e danzano le spighe/ sotto il maestro vento". E' la sinfonia colta durante un lungo viaggio, segnato - ha giustamente notato Uberto Frediani - da estensioni marine, tra "il navigare", "l'ormeggio" e il sospirato "approdo". "Sono figlio di un musicista - dice di sé Razzino - Vivo e lavoro a Firenze e Latina.

Per dono naturale dipingo, cerco di essere attento ai cambiamenti, sono refrattario alla tecnica e dedico la mia vita alla libertà dell´arte". Vorrebbe il cielo libero dagli scudi spaziali e teme la tempesta che potrebbe scatenare il firmamento, coltiva le speranze del pellegrino trasfuse nelle sue tele: "Con i miei quadri - spiega Dante - cerco di illustrare un concetto che mi sta molto a cuore: l´uomo messo in scacco dalla società, dalla sua condizione di reietto, uomo che ben conosce il dolore, può evolvere a fiore".

C´è qui il progetto di Razzino di un fondo economico per sostenere gli artisti poveri "ma ricchi di esperienza e di talento" insieme all´augurio che non è fuori circostanza rivolgere particolarmente agli amici della stazione, o meglio, di tutte le stazioni e delle strade del mondo, da Santa Maria Novella a Calcutta a Zomba: talvolta gelosi della loro unica ricchezza (il loro nome e la loro storia), ricordano a tutti il senso straordinario di vivere comunque. Anche da questi percorsi nascono le poesie e le opere di Razzino a cui piace spaziare e incantare su tela o carta con le suggestioni che nascono dalla sua poesia, evocativa di luce e trasparenza, ma anche lambita dal buio delle guerre e della malattia.

"Capacità eclettica, razionale e insieme fantastica", ha sintetizzato a riguardo un maestro come Gino Gentile, che ha evidenziato anche i contenuti di "rapidi frammenti, di impressioni liriche naturalistiche, come pure di aforismi trasposti in versi, e ancora di approfondite annotazioni dell´uomo poeta, dell´essere che cerca nelle cose intorno il significato". Alcune collezioni private (Prato, Firenze, Como e Roma) si compongono di opere opere scelte con un criterio tematico di ricerca onirica e fantastica.

Ad esempio l´ "Azione pittura", ispirata a Pollock, o i quadri nati dalla `Ricerca sull´acqua´, "nati così - racconta Dante - guardando nell´acqua e collegandovi immagini e suggestioni" che fanno riferimento soprattutto al senso di protezione e al riverbero dei volti. Di particolare intensità una tela che riproduce brocche opposte con ritorno sulle pareti degli stessi volti, che sembrano volere uscire dalla superficie a cui sono costretti, suscitando tenerezza più che disperazione. La collezione Ratti compone l´arte di Razzino votata alla favola: pastelli, oli su tela, sculture, l´uso leggero del colore per raccontare l´uomo che vuole diventare luna, la metamorfosi possibile dell´essere umano in altro.

Forse i tempi sono maturi per una catalogazione più sistematica, con criteri cronologici più dettagliati, all´opera di Razzino. Il catalogo e la mostra a cui fa riferimento vogliono essere un contributo in questa direzione. Michele Brancale

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