Sesto Fiorentino: via ai lavori dello scavalco del nodo fiorentino dell’alta velocità ferroviaria

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 marzo 2009 17:49
Sesto Fiorentino: via ai lavori dello scavalco del nodo fiorentino dell’alta velocità ferroviaria

Arpat e Asl terranno sotto controllo le polveri e i limiti di rumore per il carico e lo scarico delle terre di scavo del cantiere, che saranno movimentate su rotaia dalla stazione di Castello. La giunta comunale di Sesto Fiorentino, nell’ultima seduta, ha espresso parere positivo nei confronti del progetto esecutivo dello “scavalco”, ponendo alcune condizioni che sono state approvate da Rfi. Nei prossimi giorni Comune e Ferrovie sottoscriveranno un atto integrativo all’accordo procedimentale siglato nel luglio 2005, dando di fatto il via ai lavori.

“Le garanzie che il Consiglio comunale aveva chiesto all’epoca sono state addirittura implementate”, ha spiegato oggi il sindaco Gianni Gianassi in una conferenza stampa. Confermati gli impegni dell’accordo di quattro anni fa, che prevedevano il finanziamento di una nuova rotatoria all’incrocio tra via Pratese, viale Giulio Cesare e Gramsci per un importo di 300.000 euro (un’opera attualmente in avanzata fase di realizzazione) e quello per la progettazione e la realizzazione dell’interramento dell’elettrodotto Enel di via Pasolini per 1.300.000 euro.

“Quest’ultimo intervento – ha detto Gianassi – è stato confermato sebbene inizialmente fosse condizionato all’uso della stazione di betonaggio del cantiere industriale Cavet T1. Invece il nuovo piano ambientale di cantierizzazione non prevede più l’utilizzo né della centrale di betonaggio, né della discarica di Palastreto. L’interramento dell’elettrodotto consentirà l’eliminazione delle linee aeree ad alta tensione nel tratto tra via del Termine e l’Osmannoro. La viabilità del Comune di Sesto per movimentare le terre di scavo prodotte nel cantiere sarà invece utilizzata soltanto in un piccolo tratto di via del Termine, per alimentare il nodo di scambio di trasporto da gomma a ferro.
«Auspicando che questa mia dichiarazione non venga interpretata come un delitto di lesa maestà nei confronti dell’ing.

Moretti -dichiara il Vicepresidente di An-Pdl in Regione Toscana, Marco Cellai- non posso che riconfermare il senso dell’intervento da me svolto nel corso dell’incontro di ieri e della mia sottoscrizione all’appello firmato trasversalmente assieme ad altri colleghi del Consiglio Regionale. E poiché Moretti ha affermato che “chi parla di stazione a Castello sa di dire un falso”, gli ho replicato, purtroppo in sua assenza, che, evidentemente, “io sono cosciente di dire un falso. Meno male che c’è chi ritiene di avere la verità assoluta”.

Curiose, poi, le sue contestazioni per gli articoli di stampa attinenti la denuncia dei camions necessitanti al trasporto del materiale ex scavi della “fermata Foster”, i cui dati di riferimento non sono stati inventati da nessuno ma sono espressione di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) che ha dovuto, nel pomeriggio, arrampicarsi sugli specchi per interpretare, a suo uso e consumo, proprio quei dati. In ordine, poi, al fatto che dalle scelte di cui sopra deriverà “la più bella opera che verrà fatta a Firenze”, mi sono sommessamente permesso di significare che non ne avevamo sentito – e non ne sentiamo – assolutamente il bisogno».

«Quanto all’assessore Conti la sua dichiarazione “è singolare che in un momento di profonda crisi si scherzi su interventi come questo” è offensiva per chi, come me, ha sottoscritto l’appello contro la “fermata Foster”, non essendo certamente un No-Tav- nonostante le consuete provocatorie dichiarazioni di Conti – ed essendo da sempre favorevole all’Alta Velocità. Conti farebbe meglio ad evitare di collegare la necessità di portare avanti ad oltranza un progetto dannoso ed inutile, come quello in oggetto, con la gravità della situazione economica, dando dello stesso un’immagine “ricattatoria” del tutto inaccettabile.

Sarebbe, invece, interessante che Moretti e Conti si chiedessero e ci spiegassero le palesi lesioni alla Via (Valutazione di impatto ambientale) clamorosamente emerse, proprio nel corso dell’incontro di ieri, dalla relazione del garante per la comunicazione del Pit, professor Morisi, a proposito del dato, emerso dalla sua ricerca, che solo il 20% degli intervistati ha, ad oggi, un’informazione corretta sul progetto. Sanno o no che il primo obbligo del proponente è la buona e vasta informazione al pubblico e che le linee guida del monitoraggio ambientale, di cui al codice degli appalti, definiscono che lo stesso deve valutare e misurare l’efficacia dell’informazione prima e durante l’esecuzione dell’opera?» «Chissà, a questo punto, se oltre a una nuova conferenza dei servizi, non sarebbe necessaria anche una nuova Via».

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