Prada: il diavolo veste in Turchia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 marzo 2009 23:54
Prada: il diavolo veste in Turchia

Si è svolta stamattina a Palazzo Vecchio la conferenza stampa di presentazione della missione italiana della Clean Clothes Campaign (CCC – Campagna Abiti Puliti) sulle condizioni di lavoro delle lavoratrici che producono il lusso italiano in Turchia. Ornella De Zordo di Unaltracittà/Unaltromondo ha introdotto le protagoniste della lotta Emine Arslan e Nuran Gulenc e le attiviste Bilge Seckin e Deborah Lucchetti della sezione italiana della Campagna Abiti Puliti. Per Ornella De Zordo: «La crisi economica che coinvolge anche le imprese nazionali non deve far perdere di vista la dignità dei lavoro nella filiera produttiva, in Italia come all'estero.

I diritti dei lavoratori e delle lavoratrici del Sud del mondo devono essere garantiti, a maggior ragione quando il costo alla produzione di una borsa è tra i 10 e i 20 euro e poi viene rivenduta a cifre anche di 2.000 euro».
LA STORIA
44 persone della DESA, azienda turca che produce prodotti di lusso per il mercato europeo, tra cui l'aretina PRADA, sono state licenziate dopo essersi iscritte al sindacato DERI IS per cambiare le proprie condizioni di lavoro in fabbrica, dati i bassissimi salari, gli orari di lavoro eccessivi e le precarie condizioni di igiene come l’assenza di servizi igienici e di acqua potabile.

Avere un sindacato è un diritto non un lusso e i lavoratori hanno diritto ad un salario dignitoso. PRADA e tutte le imprese committenti hanno la responsabilità di assicurarsi che i diritti dei lavoratori siano rispettati in tutta la filiera produttiva. PRADA aveva dichiarato in una lettera alla Campagna Abiti Puliti che “qualora emergessero prove di violazioni di normative giuslavoristiche, comprovate dalle autorità turche” sarebbe stata pronta a prendere le misure necessarie. Il tribunale turco ha già emesso una sentenza che conferma le discriminazioni sindacali e ha ordinato l’immediato reintegro di Emine e di altri 7 lavoratori.

Ma nessuna misura è stata intrapresa da PRADA per indurre la DESA a rispettare la legge e le convenzioni internazionali.
LE RICHIESTE DELLE LAVORATRICI
Le richieste dei lavoratori e delle lavoratrici alla direzione della DESA sostenute dalla CCC:
- Riassumere immediatamente e incondizionatamente tutti i lavoratori nella stessa posizione precedentemente occupata e assicurare che gli vengano corrisposti i salari per il periodo di forzato licenziamento
- Fornire ad ogni lavoratore una dichiarazione scritta in cui si dichiara che essi sono liberi di associarsi ad una sindacato di loro scelta.
- Sviluppare adeguate procedure disciplinari e di denuncia.
- Riconoscere il sindacato Deri Is come legittimo rappresentante dei suoi iscritti e assicurare ai lavoratori la libera iscrizione a sindacati indipendenti.
LA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE
Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul vero prezzo del lusso, la Campagna Abiti Puliti, sezione italiana della CCC, ha portato in Italia la delegazione di sindacaliste turche protagoniste della lotta che da quasi un anno stanno conducendo insieme a molte altre donne e uomini della DESA per rivendicare il diritto fondamentale sancito dalle convenzioni internazionali alla libera associazione sindacale.

Il 7 marzo 2009 la Clean Clothes Campaign insieme al sindacato turco DERI IS organizzeranno una giornata di mobilitazione internazionale nei confronti di PRADA per denunciare la situazione di continua repressione del diritto dei lavoratori e delle lavoratrici della DESA, sua azienda fornitrice, ad organizzarsi in un sindacato libero. Le mobilitazioni avverranno contemporaneamente a Milano, Londra, Parigi, Madrid e Instanbul.
GLI INCONTRI TOSCANI
Oggi Emine Arslan e Nuran Gulenc insieme alla Campagna Abiti Puliti hanno incontrato a Firenze la Commissione Etica Regionale della Regione Toscana, per portare all’attenzione dell’organismo regionale il caso di violazione tuttora in corso.

Per Deborah Lucchetti, portavoce della campagna: «Si è trattato di un incontro necessario e importante, per mettere a conoscenza della vicenda PRADA in Turchia chi si impegna per un'etica della produzione in Toscana. Adesso ci aspettiamo un impegno concreto della CER nei confronti della proprietà di PRADA.» Domani, 6 marzo, la stessa delegazione incontrerà il coordinamento delle RSU di PRADA ad Arezzo in un incontro organizzato dalle tre organizzazioni dei sindacati tessili italiani, Filtea-CGIL, Femca-CISL, Uilta-UIL, dall’inizio mobilitati in sostegno alla campagna internazionale.
LA CAMPAGNA ABITI PULITI
La Clean Clothes Campaign (CCC) opera da più di 15 anni per il miglioramento delle condizioni e il rafforzamento dei lavoratori nell’industria tessile globale.

E’ composta da coalizioni nazionali in 12 paesi europei con un network di 250 organizzazioni in tutto il mondo. In Italia è promossa da Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Coordinamento Nord/Sud, FAIR e Manitese con l’adesione di AltraQualità, Assobotteghe, Ctm-Altromercato, Fondazione Cuturale Responsabilità Etica, Gas Birulò, LiberoMondo e Rete Radie Resch.

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