Piano Strutturale: il 6 e il 7 marzo mobilitazione di Prc e Unaltracittà/Unaltromondo

Redazione Nove da Firenze
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04 marzo 2009 21:23
Piano Strutturale: il 6 e il 7 marzo mobilitazione di Prc e Unaltracittà/Unaltromondo

Firenze, 4 Marzo 2009 - "L'amministrazione comunale non deve approvare il piano strutturale. Si tratta di un piano figlio del fallimento urbanistico della giunta Domenici, che vede i suoi estensori indagati dalla magistratura e mette una seria ipoteca ad una possibile nuova stagione nella gestione virtuosa del territorio fiorentino." Lo hanno dichiarato Ornella De Zordo capogruppo di Unaltracittà e Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione Comunista che hanno presentato una serie di iniziative di mobilitazione cittadina per fermare il piano strutturale, promosse insieme all'associazione next Emerson, Movimento di Lotta per la Casa, Comitato SanSalviChiPuò, Comitato contro il sottoattraversamento TAV, Salviamo Firenze, Comitato cittadini Belfiore-Marcello.

Si comincia venerdì 6 marzo alle ore 21, al Parterre in piazza Libertà e sabato 7 marzo alle ore 15 al Centro Sociale nextEmerson, in via di Bellagio per proseguire con altre manifestazioni che dureranno per tutto il mese di marzo. "Il piano strutturale voluto dal Pd e dai suoi alleati è la diretta espressione di quella concezione di urbanistica contrattata oggi sotto accusa politica e giudiziaria - hanno proseguito De Zordo e Nocentini -. Alla città e ai suoi abitanti non serve l'arroganza del potere esercitato con l'approvazione del Piano.

Serve invece un nuovo disegno degli spazi della città capace di valorizzare la partecipazione dei cittadini e dello spazio pubblico, di tutelare le risorse territoriali, di approntare politiche della casa utili a fronteggiare l'emergenza abitativa, di promozione del trasporto pubblico integrato che allenti la morsa del traffico, di valorizzare il commercio di prossimità." "Questi sono i punti che devono stare alla base di un nuovo strumento urbanistico - hanno aggiunto De Zordo e Nocentini - , e non la difesa della rendita, le grandi opere utili solo a fare grandi profitti, l'espulsione dei ceti sociali svantaggiati, il piegare sistematicamente l'interesse pubblico all'arricchimento privato".

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