FOFU Phot’art 2008: fotografia internazionale al Fucecchio foto festival

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 settembre 2008 22:37
FOFU Phot’art 2008: fotografia internazionale al Fucecchio foto festival

Fucecchio, 25 settembre 2008- Fucecchio anche per quest’anno si conferma centro di rilievo per l’arte della fotografia e accoglie la quarta edizione del FOFU phot’art. Una manifestazione creata nel 2005 dal FotoClub Fucecchio in collaborazione con il comune, che si è inserita in modo deciso tra i più importanti foto festival nazionali. La ricerca degli artisti più all'avanguardia, le moderne installazioni sapientemente inserite in una suggestiva location medievale e la varietà di linguaggi espressivi presenti, sono le prerogative di questo successo.

Il Fucecchio Foto Festival è dedicato ad un pubblico non solo di esperti, ma a tutti coloro che curiosamente vogliono guardare il mondo da diverse prospettive, attraverso gli occhi di chi con una fotografia va ben al di là di una semplice riproduzione della realtà. L'evento 2008 sarà caratterizzato da una forte impronta internazionale, con ben 5 autori stranieri, tutti molto giovani e con un curriculum di tutto rispetto. L'organizzazione del FOFU 2008 spetta al Foto Club Fucecchio così come la direzione artistica, guidata da Luca Palatresi con Fabio Montanelli, Luca Federici e Luca Agrestini.

Il Foto Club Fucecchio è un'associazione culturale attiva sul territorio dal 1995. Da sempre volta a la libera espressione si propone di aggregare coloro che vogliono vivere attivamente l'arte fotografica. Da segnalare il corso fotografico annuale che il FCF organizza dal 1998 con un grande successo e che quest'anno si terrà a partire da novembre per una durata di circa 30 ore. Mitya Kushelevich, eclettico fotografo di origine russa, si propone con uno stile tutto suo, volto a creare nuove realtà con un grado di astrazione simile al mondo dei sogni e per questo usa la fotografia al fine di tradire l’occhio umano che osserva l’immagine dinnanzi a sé.

Uno stile sorprendente in cui si colloca sul limite della dissociazione dalla realtà e la fotografia in sé. “Happy days”, rappresenta un’esagerata parodia del linguaggio visivo nel settore commerciale. Una serie di volti dalle espressioni accentuate anche grazie all’uso di colori vivi e uno stile che ricorda un pò la celebre serie televisiva ispirata agli anni cinquanta, rappresentano il giusto mix di eccentricità, creatività e sfrontatezza che consacrano questo giovane artista. Dalla Danimarca approda invece David Hogsholt con “Las Vegas”, un reportage a colori di grande effetto, che evidenzia il volto caricaturale e le atmosfere da Luna Park del più grande Paese dei Balocchi d'occidente.

Laureatosi con il massimo dei voti alla Scuola Danese di Giornalismo nel 2005, è stato collaboratore del quotidiano danese Ekstra Bladet prima di dedicarsi al reportage. Attualmente lavora come freelance. Il suo progetto che documenta la storia di una giovane danese coinvolta nella droga e nella prostituzione gli ha fatto vincere due World Press Photo (2005 e 2006) e la borsa di studio Ian Parry (2004), regalandogli grande prestigio internazionale. David è stato anche vincitore di prestigiosi premi della fotografia cui tre awards in Pictures of the Year (POY) e tre in Best of Photojournalism (BOP/NPPA).

Fa inoltre parte del PDN30’s list, la classifica dei migliori talenti internazionali. Attualmente vive a Bangkok e lavora per la Getty Images Reportage. Il suo lavoro è apparso su riviste note a livello mondiale cui Sunday Times Magazine, GQ, Liberation, COLORS NEWSWEEK e TIME Magazine. Julia Christe, ex studentessa del Bernhard Prinz, si è aggiudicata numerosi premi d’arte. Con "White Sands", una delle sue prime opere completamente all'aperto, si allontana dalla fotografia pubblicitaria per addentrarsi in un mondo avvolto dalle candide dune di sabbia del Nuovo Messico in cui viaggiatori solitari e bizzarri personaggi si sono persi nel sole e proseguono il loro cammino scomparendo nella luce.

Pochi tratti di colore separano il bianco assoluto da queste immagini surreali che sembrano svanire ad ogni sguardo. Dal nord Europa arriva invece Mark Rader. Nato nel 1966 a Bochum (Germania) e residente a Berlino. Studia presso il College of Design a Munster, poi presso la Scuola Folkwang di Essen (communication design) fino al 1997. Nel 1993 studia alla California College of Arts and Crafts negli Stati Uniti dove dà avvio a uno dei suoi lavori più importanti, una serie di immagini che riguardano lo sviluppo di realtà suburbane del nord america.

Al FOFU 2008 presenterà “Mallorca-island in progress”, un lavoro nato da una ricerca di quattro anni sull'isola spagnola nel tantativo di documentare il cambiamento di un paradiso modificato dalle esigenze del capitalismo globale. Il suo stile “Docu-fiction” trasforma il paesaggio reale in immagini che assomigliano a fantastici modelli architettonici, mettendo in discussione la veracità stessa del proprio strumento fotografico. Questo progetto divenuto libro, è stato ampiamente esposto negli Stati Uniti in Europa e in Asia ed è incluso della collezione permanente del MoMa di New York.

Giovanni Marrozzini si presenta con “Hotel Argentina”con il quale ha vinto Epson Portfolio Italia 2006. Come fotografo freelance ha realizzato reportage in Africa (Zambia, Kenya, Tanzania, Etiopia) per diverse assiciazioni di volontariato. Nel 2006 pubblica un lavoro sulla condizione della donna nel Wolayta (Etiopia), affrontando anche il delicato tema delle mutilazioni genitali femminili, da cui nascerà il libro EVE (Damiani Editore-2006); nel 2007 è vincitore asssoluto ad Orvieto Fotografia Professional Award.

Nel 2008 vince il XI Premio internazionale di fotografia umanitaria Luis Valtuena. Attualmente si trova in Palestina per un progetto sulla salute fisica e mentale della popolazione palestinese per conto delle Nazioni Unite (OMS). All’immagine di una società in costante evoluzione si contrappone quella di Antoine, un ragazzo che lavora in una cava del Burkina Faso, i cui pensieri ci vengono narrati attraverso gli scatti di Rocco Rorandelli. Fotografo solitamente impegnato su tematiche di forte impatto sociale cui lo sfruttamento e il lavoro minorile ma anche l’immigrazione e la transazione capitalistica delle economie emergenti.

I suoi lavori sono stati pubblicati da testate nazionali ed estere (Time, D di Repubblica, Vanity Fair, Io Donna, Corriere della Sera Magazine) e i suoi reportage sono stati utilizzati per le campagne promozionali e di sensibilizzazione di organizzazioni ed ONG quali Terre des hommes, Amnesty International, Development Gateway Foundation, UniCOOP. Il Videospace, sarà allestito in una saletta dedicata, dove verranno proiettati ininterrottamente dei video fotografici realizzati da una selezione di autori internazionali.

Musica e centinaia di immagini si combineranno in una linea continua, dando vita ad una sorta di film rudimentale.

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