Arte: Devastated Land di Marco Perego al Museo Archeologico Nazionale di Firenze e nell'antistante piazza Santissima Annunziata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 gennaio 2008 19:01
Arte: <I>Devastated Land</I> di Marco Perego al Museo Archeologico Nazionale di Firenze e nell'antistante piazza Santissima Annunziata

Il progetto, a cura di Sergio Risaliti, ospita opere inedite realizzate dall’artista per questo evento fiorentino. Il percorso si snoderà negli straordinari spazi interni del Museo Archeologico con quindici tele di vario formato, dieci disegni, alcune sculture in vetroresina tra le quali un tritacarne industriale di 1,70 metri d’altezza e un’installazione prevista per la Sala delle Urne. All’esterno, nella suggestiva piazza Ss. Annunziata, prenderà posto una bubble machine, una grande opera site specific.

Il progetto di Marco Perego mette in scena il mondo fantasioso, contemporaneo, ironico, cinico, pop, del giovane artista italiano residente da alcuni anni a New York, proponendo un dialogo sia con il Museo e le sue preziose collezioni sia con lo spazio e la città. Un confronto serrato con il patrimonio artistico-architettonico e storico, tramite riflessioni, a volte profonde a volte provocatorie rispetto ai grandi temi della conservazione e rielaborazione dell’arte, ad esempio lo scavo e la riesumazione.

Le opere di Perego agiscono spesso da teca-vetrina, deposito-bazar, armadio-cassa, teatrino-schermo: superfici e spazi occupati da oggetti parziali, residui, segni di un tempo perduto o figure iper-contemporanee, prelevate da mondi diversi ed eterogenei. Sia nella pittura sia nella scultura, così come nelle opere di carattere installativo, si ritrovano in questo artista rimandi all’infanzia e alla scienza, al gioco e alla fantasia, ai sogni e ai deliri, alle utopie e alle chimere, alla storia e alla cronaca.
Nella Sala delle urne cinerarie etrusche verranno installate ventinove scatole in maiolica (simili alle scatole per le scarpe) che corrispondono all’età dell’artista (nato nel 1979) e che contengono bassorilievi raffiguranti l’Uroboros, il serpente che si morde la coda, immagine della ciclicità del tempo e della continuità delle stagioni umane.
La Piazza Ss.

Annunziata, antistante il Museo, ospiterà una bubble machine, seconda grande installazione pubblica dopo il grande I-Pod che Marco Perego ha installato di fronte all’Apple Store di New York. L’opera è una riproduzione in grande scala (3 metri d’altezza per 1,80 di diametro ) di un distributore automatico di chewing gum e si intitola My soul don’t leave me empty e distribuirà, anziché candy, 700 teschi colorati e fluorescenti. Il forte significato metaforico dell’installazione sarà sottolineato dall’ubicazione, di fronte non solo al Museo ma allo Spedale degli Innocenti.
L’artista si muove tra pezzi di realtà, tra icone e miti, dando vita a giochi intellettuali, ready-made, papier-collé, tagliando e incollando, copiando e spostando con le possibilità offerte dalle tecnologie più avanzate.

Tecnica iperrealistica e colori acrilici, cromie acide, fluò, metalliche o plastiche, toni neri violacei e gelatinosi accompagnano la rappresentazione di un mondo popolato da icone, oggetti feticcio, personaggi di “fantasyland”, giocattoli rotti o nuovissimi, bambole e orsacchiotti, cartoons e favole, biglie traslucide ma anche simboli dell’ermetismo neoplatonico. L’artista attua una protesta contro il mondo dei consumi e la reificazione delle merci, come quando riempie di bottiglie vuote frigoriferi neri simili a sarcofagi, innalzando i prodotti del mercato a livello di opera d’arte, il cattivo gusto a buon gusto, la pubblicità alla pittura da salotto, il fumetto al rango di Storia.
“Le nuove icone o iconologie prodotte da Perego, proprio perché affermano ancora un’utopia quella moderna dell’infanzia e della creatività del collezionista, sono dotate di una nuova aura, benché appartengano all’universo dei consumi né più né meno di un prodotto industriale - spiega Sergio Risaliti nel testo del catalogo - Questa specie di bassa, orizzontale sacralità è riconfermata a livello formale dalla pittura sontuosa e iperrealistica.

Qui la grande tradizione figurativa rinascimentale, quella della mimesi idealizzatrice, è messa in campo a servizio del banale, del kitsch, del popolare, dell’infantile.”
La mostra è promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e del Comune di Firenze. All’inaugurazione di giovedì 10 gennaio 2008, saranno presenti con l’artista, il Soprintendente Fulvia Lo Schiavo, il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze Giuseppina Carlotta Cianferoni e il curatore Sergio Risaliti.
La mostra sarà corredata da un catalogo a cura di Sergio Risaliti.

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