Progetto Tanzania: un agronomo fiorentino in Africa per un anno con la Coop. Legnaia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 ottobre 2007 15:45
Progetto Tanzania: un agronomo fiorentino in Africa per un anno con la Coop. Legnaia

Firenze, 31 ottobre 2007- Entra nella sua fase operativa il Progetto Tanzania e sarà un agronomo fiorentino a coordinare e portare avanti sul campo i lavori e le iniziative a sostegno del Villaggio della Speranza di Dodoma. Lorenzo Vita, 30 anni, agronomo tropicale laureato alla Facoltà di Agraria di Firenze, partirà il 2 novembre con la missione promossa dalla Cooperativa Agricola di Legnaia, e resterà per un anno nel villaggio africano, a spese della Cooperativa, per coordinare i lavori, tesi a garantire alla struttura un’autonomia alimentare (soprattutto per la produzione di latte per i bambini) e la possibilità di finanziarsi con la vendita dei propri prodotti.

“Avrò la possibilità di applicare in concreto quello che ho appreso in tanti anni di studio – spiega Lorenzo Vita -, un’occasione da non perdere per misurarsi con i problemi e le necessità dell’Africa e anche una possibilità di crescita professionale per me. Non sono preoccupato, anche se il soggiorno di un anno e lungo, sono consapevole. Le difficoltà maggiore sono quella di non sapere bene quali problemi mi troverò ad affrontare e quella di imparare a relazionarmi con una realtà totalmente diversa dalla nostra, ma fortunatamente ho alle spalle un grande sostegno, da parte della Cooperativa e di tante istituzioni.

A fine anno mi raggiungerà per un periodo anche la mia fidanzata, per vivere con me una parte di questa esperienza”. Alla missione in Tanzania parteciperanno, oltre a Lorenzo Vita, Simone Tofani, agronomo responsabile del settore tecnico della Cooperativa e capo-delegazione, Franco Turchi, agronomo coordinatore del progetto, il professor Alessandro Ragazzi, preside del corso di Agronomia Tropicale e subtropicale della Facoltà di Agraria di Firenze, Annamaria Belli, dell’Istituto Agronomico d’Oltremare, e don Sebastiano Benedettini della Congregazione del Preziosissimo Sangue.

L’iniziativa, promossa dalla Cooperativa Agricola di Legnaia, storica realtà del panorama fiorentino, vede infatti la collaborazione della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Firenze, delle onlus Pangea di Scandicci e Amici dei Missionari del Preziosissimo sangue, e la partecipazione dell’Istituto Agronomico d’Oltremare e si inserisce nell’ambito del Progetto Tanzania, lanciato dalla Cooperativa nel dicembre del 2006 per sostenere l’attività svolta dai missionari per l’accoglienza e il recupero sanitario e umano di bambini orfani sieropositivi del paese africano.

Un impegno, iniziato nel 2001, che con il tempo si è esteso anche alle gestanti e alle madri malate di Aids, all’istruzione scolastica degli ospiti del villaggio e a quella dei bambini sani provenienti dell’esterno della struttura.

Missione agricola
La delegazione valuterà la possibilità, come previsto nel progetto, di realizzare un intervento che permetta al Villaggio della Speranza di iniziare una serie di coltivazioni, recuperando anche le piante da frutto già presenti, e di realizzare una stalla per il fabbisogno quotidiano di latte.

Le ipotesi del progetto, che prevede anche la realizzazione di un sistema di irrigazione, sono legate all’impianto di un vigneto, di agrumeti, di un piccolo caseificio, con la struttura, già acquistata, che arriverà al Villaggio con questa prima missione ufficiale, e della coltivazione di essenze arbustive per la produzione di biodiesel. “Siamo giunti alla fase operativa – spiega Simone Tofani della Cooperativa Agricola di Legnaia –, con una agronomo che lavorerà per un anno all’attuazione del progetto.

Un piccolo passo per aiutare chi da anni sta facendo un grande lavoro per queste popolazioni”. “Il gruppo tecnico che arriverà al Villaggio della Speranza di Dodoma - spiega Franco Turchi -, traccerà le linee guida dell’attuazione del progetto e per il miglioramento della produzione agricola, affidando poi la parte operativa all’agronomo che per un anno lavorerà sul campo. Fra i punti principali c’è la realizzazione di una stalla, per garantire il nutrimento ai bambini, che altrimenti rischierebbero di ammalarsi se allattati da madri sieropositive, e di un piccolo caseificio, per la vendita successiva del formaggio a Dodoma, città in predicato di divenire la capitale della Tanzania.

A questo si somma l’impianto di un vigneto per la vendita di uva, tesa a garantire un’autonomia finanziaria alla struttura, di coltivazioni orticole, di un agrumeto e il ripristino del frutteto già esistente”. “Abbiamo valutato molto positivamente questo progetto – riconosce il professor Alessandro Ragazzi – che costituisce l’ideale prosecuzione del nostro corso di laurea, con la possibilità di creare un vero e proprio percorso formativo post-laurea per i nostri studenti, e che ha una alto valore umano”.

“Ci siamo aggregati a questa iniziativa – spiega Annamaria Belli dell’Istituto Agronomico d’Oltremare, organo tecnico-scientifico del Ministero degli Esteri – per conoscere meglio il progetto e capire come possiamo contribuire, attivando forme di collaborazione o sostegno in un paese in via di sviluppo”.

Progetto Tanzania
Con il Progetto Tanzania, la Cooperativa Agricola di Legnaia si è impegnata anche a destinare l’uno per mille del suo fatturato, circa 30 mila euro annui, alla Villaggio della Speranza di Dodoma e all’ospedale di Itigi, e questa cifra potrà essere incrementata da quei soci e ‘Amici di Legnaia’ che vorranno mettere a disposizione dell’iniziativa una parte dei punti fedeltà e degli sconti ottenuti facendo acquisti nei negozi della Cooperativa.

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