Allarme per la Tignoletta della vite: nuova minaccia per l'uva toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 agosto 2007 15:54
Allarme per la Tignoletta della vite: nuova minaccia per l'uva toscana

Firenze, 13 agosto 2007- Nuovo allarme per le vigne della Toscana, con le condizioni climatiche che hanno favorito lo sviluppo della ‘Tignoletta della vite’. La ‘Lobesia botrana’, questo è il suo nome scientifico, è un lepidottero tortricide che depone le sue uova sulla vite e le larve si nutrono dei fiori o degli acini della pianta, provocando calo di quantità e creando le condizioni idonee ad attacchi fungini successivi.
“La presenza della Tignoletta della vite – spiega Simone Tofani, responsabile del Settore tecnico della Cooperativa Agricola di Legnaia – è stata segnalata in varie aree della provincia di Firenze: in aziende agricole del Chianti, specialmente San Casciano e Castellina, a Lastra a Signa, Bagno a Ripoli e a Scandicci.

I report dell’Arsia, inoltre, hanno evidenziato la presenza del lepidottero nelle province di Arezzo, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia e Siena. La larva di questo insetto fora l’acino d’uva e si nutre di esso, provocando una perdita di peso consistente nel grappolo e aprendo la strada a pericolosi attacchi di patogeni come la botrite e il marciume acido”. La ‘Lobesia botrana’ è un nemico consueto delle vigne toscane, ma in questi giorni i suoi attacchi sembrano diventati più massicci.

“Il caldo – ammette Tofani – aveva rallentato, se non bloccato, lo sviluppo di questa farfallina, ma adesso le condizioni climatiche variate e l’abbassamento della temperatura ne hanno favorito gli attacchi. Innanzi tutto occorre verificare la presenza della Tignoletta con trappole a feromoni e predisporre eventuali trattamenti delle vigne. Il problema è che il clima sembra aver nettamente anticipato i tempi della vendemmia e quindi sarà necessario calcolare con attenzione i tempi di carenza dei prodotti usati.

Siamo vicini alla raccolta e il consiglio è quello di usare prodotti con tempi di carenza che non superino i 15 giorni,per evitare problemi”.

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