Cartoni, strappi, disegni e oli di Talani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 giugno 2007 13:45
Cartoni, strappi, disegni e oli di Talani

Firenze, 25 giugno 2007 - Sabato 30 giugno alle 18 sarà inaugurata a San Quirico d'Orcia (Siena) la mostra Oltre una duna di Giampaolo Talani. Sede dell'esposizione - aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18 con ingresso gratuito fino al 29 luglio - sarà Palazzo Chigi Zondadari (piazza Chigi, 2) che nelle numerose sale accoglierà varie tipologie di opere: il cartone originale dell'affresco Partenze inaugurato lo scorso settembre alla Stazione di Santa Maria Novella di Firenze, tre strappi dello stesso affresco, 5 disegni e 15 oli.

Una sala sarà destinata esclusivamente alla proiezione di filmati sul percorso artistico di Talani e sulla realizzazione dell'affresco della Stazione, visto in un anno da 57 milioni di visitatori e per il cui acquisto - solo una settimana fa - un collezionista giapponese ha offerto un milione. Ma Talani ha opposto un netto rifiuto: "Non se ne parla nemmeno. L'affresco è di Firenze e lì deve restare".
Interverranno all'inaugurazione il presidente del Consiglio della Provincia di Siena Gianni Resti e l'assessore alla Cultura Alessandro Pinciani.

Sarà ovviamente presente l'artista.
Il catalogo della mostra, (Polistampa, pp. 68, euro 16) è stampato interamente a colori, riproduce tutte le opere esposte e raccoglie testi di Giampaolo Talani, Laura Farina, Gianni Resti e Vittorio Sgarbi.
Il maestro Talani, artista sempre aperto al confronto con le più disparate tecniche (disegno, incisione, pittura), negli ultimi anni si sta concentrando soprattutto sull'antica arte dell'affresco, di cui è uno dei principali esecutori al mondo.

Sue opere si trovano esposte a Parigi, Colonia, New York, Innsbruck, Washington, Berlino, Düsseldorf, New Orleans, Amburgo e perfino a Beirut. Un ambizioso progetto artistico lo vedrà presto protagonista al Ground Zero di New York, ma il legame con la sua terra toscana è indissolubile e la mostra in apertura a San Quirico d'Orcia ne è indubbia conferma.

(Irene Gherardotti)

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