Tramvia: 13mila persone hanno firmato per essere ascoltate dall’amministrazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 giugno 2007 18:39
Tramvia: 13mila persone hanno firmato per essere ascoltate dall’amministrazione

Superato di 3mila firme il quorum richiesto per il referendum consultivo sulla linea 3 della tramvia. Lo ha annunciato questa mattina il promotore dell'iniziativa, il capogruppo dell'UDC Mario Razzanelli in una conferenza stampa a Palazzo Vecchio alla quale hanno partecipato anche il coordinatore cittadino dell'Udc Gianni Conti e i consiglieri comunali di Forza Italia Enrico Bosi e Massimo Pieri. Tra i presenti, inoltre, rappresentanti dell'Associazione Linea3 e Piazza della Vittoria, di comitati cittadini e di Italia Nostra.

«Siamo riusciti a raggiungere un obiettivo che fino a qualche settimana fa sembrava irraggiungibile - ha commentato il capogruppo dell'UDC -: abbiamo raccolto non 10mila, bensì 13mila firme per richiedere un referendum consultivo sulla linea 3 della tramvia Ma oggi la festa è doppia: i saggi hanno detto sì anche al referendum sulla linea 2, tant'è che contiamo per la fine di settembre di consegnare anche le firme per questo referendum». «Nelle ultime 4 settimane - ha proseguito Razzanelli, - abbiamo avuto una crescita esponenziale del numero di firmatari.

Addirittura, in un giorno 60 persone si sono recate apposta a Palazzo Vecchio. Segno che una larga fetta dei fiorentini non vuole la tramvia, che rappresenta una follia urbanista e economica. Purtroppo, però, c'è chi, come il vicesindaco Matulli, definisce 'squallido' questo strumento della democrazia, offendendo così l'intelligenza di tutte le persone che hanno firmato, e anche di quelli che non l'hanno fatto. A questo punto penso che il referendum potrebbe svolgersi o in autunno o nella prossima primavera.

Al massimo un referendum può costare 500mila euro. Ma il Comune dovrebbe pensare piuttosto ai 10milioni di euro di penale che deve già pagare per la linea 1. Sì, perché l'amministrazione ha concordato col gestore della tramvia una penale folle. Si tratta di circa 700mila euro per ogni mese di ritardo nella consegna, a partire da gennaio 2008. Ebbene, dato che si viaggia già su 14-15 mesi di ritardo i conti sono presto fatti. Insomma, alla fine la tramvia ci costerà come la micrometropolitana, che almeno avrebbe risolto i problemi di traffico.

A questo punto, l'unica cosa da fare è completare la linea 1 con il ramo per Torregalli, dato che non si può fare altrimenti, ma fermare i lavori per la 2 e la 3, in attesa del risultato del referendum. Non aspettiamo poi che a Matulli arrivino finalmente i dati sui flussi di traffico, ma facciamo subito una simulazione dell'ingombro della tramvia da ponte del Mugnone a viale Morgagni e ci renderemo conto di quello che succederà a Firenze». «Il referendum - ha sottolineato Massimo Pieri - sarà la madre di tutte le battaglie politiche per cacciare da Palazzo Vecchio questa giunta di centrosinistra.

Non dobbiamo aspettare le elezioni del 2009 per far partire la battaglia elettorale: i fiorentini sono stufi di chi li governa e lo hanno dimostrato firmando questo referendum». Secondo Enrico Bosi «la presentazione delle firme per il referendum sulla tramvia è una grande vittoria del buon senso dei fiorentini che hanno capito perfettamente che in un tessuto connettivo di stampo medievale non si può innestare un vero e proprio treno che mette in crisi la città e non solo da un punto di vista funzionale ma anche sul piano economico.

In questa vera e propria avventura - ha proseguito il consigliere di Forza Italia - i fiorentini si indebiteranno fino al collo per non risolvere assolutamente niente. L'unica alternativa era andare sotto e ciò avrebbe risolto il vero male di Firenze, il traffico. Mario Razzanelli ha il grande merito di aver sollevato il problema e di non aver mai dubitato delle sue idee». «Un avvenimento di partecipazione spontanea - ha dichiarato Gianni Conti - si tratta della risposta di un popolo minuto che ama Firenze.

Noi speriamo che a questo punto ci sarà una correzione di rotta da parte dell'amministrazione».

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