Se fare un prestito al tasso del 28,67% è legale… forse c’è qualcosa da rivedere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 marzo 2007 14:55
Se fare un prestito al tasso del 28,67% è legale… forse c’è qualcosa da rivedere

Firenze 1 marzo 2007- Questo “fenomeno” si manifesta soprattutto per il credito al consumo. Non bisogna farsi ingannare dal TAN (Tasso Annuo Netto), che può anche essere basso; ciò che conta è il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale). Per calcolare il TAEG si sommano: l’assicurazione; il TAN; le commissioni all’agente; quelle alla finanziaria; le commissioni bancarie. In Federconsumatori Toscana stiamo esaminando il caso di un Cittadino che si è rivolto tre volte in tre anni a una finanziaria per fronteggiare problemi di liquidità.

Per ottenere € 3.244,48 (1° prestito) ne ha pagati 5.040,00, così suddivisi: Somma ricevuta € 3.244,48; Oneri e spese € 1.415,52; interessi € 380,39. Successivamente, dopo avere pagato 14 rate del 1° prestito il Consumatore ha avuto bisogno di altri 1.500 euro e li ha richiesti all’istituto concedente, il quale, anziché incrementare l’importo del precedente prestito, “apre” un nuovo finanziamento che consente di azzerare il primo e incassare i 1.500 euro. Risultato dell’operazione: capitale da rimborsare 7.999,20 euro (n.

72 rate mensili da euro 111, 10), di cui € 3.584,65 (capitale residuo del prestito precedente); € 2.092,35 (oneri e spese); € 846,00 (interessi). Dopo avere pagato 13 rate del secondo prestito, il debitore, che nel frattempo ha migliorato le proprie condizioni di lavoro e relative disponibilità economiche, decide di chiedere altri 6.000 euro al finanziatore. Si ripete il meccanismo vizioso precedentemente descritto: si azzera tutto e si riparte con un nuovo credito. Per ottenere i 6.000 euro si accende un finanziamento di 23.868,00 euro che servono a: chiudere il debito residuo (6.240,00 €); oneri e spese 6.948,39 €; interessi 4.679,08 €.

In sintesi il Consumatore che ha chiesto soldi in tre rate, per un totale di 9.720,68 euro, oltre a rendere la quota capitale dovrà pagare altri 16.361,73 € (oneri e spese € 10.456,26; interessi 5.905,47 €). Il mal capitato, per rimborsare il suo debito complessivo di euro 23.868,00 è tuttora impegnato a versare 108 rate mensili di 221 euro, dopo avere già restituito (nel corso del primo e del secondo prestito) rate per 2.914 euro.
Abbiamo esposto il caso in considerazione della sempre più frequente diffusione del ricorso al credito al consumo da parte della famiglie.

Fenomeno determinato dal progressivo impoverimento dei redditi (nonostante le rilevazioni ISTAT), che spesso non permette di sostenere spese impreviste, e, anche, dal legittimo desiderio di mantenere stili di vita raggiunti in un recente passato. Da qui l’esigenza, a parere di Federconsumatori Toscana, che il Consumatore sia maggiormente tutelato dal Legislatore.

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