I toscani perdono 30 giornate lavorative l’anno in macchina secondo la ricerca Città da Vivere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 gennaio 2007 19:41
I toscani perdono 30 giornate  lavorative l’anno in macchina secondo la ricerca Città da Vivere

Firenze, 31 gennaio 2007 – Anci Toscana ha presentato questa mattina a Palazzo Vecchio l’approfondimento regionale della ricerca di Publica ReS SWG “Città da vivere”. Si tratta dei risultati di un sondaggio telefonico effettuato tra il 20 e il 30 ottobre 2006 su un campione di 400 persone residenti nella nostra regione: un quadro significativo ed importante di come i cittadini vivano il rapporto con le loro città.
“Abbiamo ritenuto utile proporre un approfondimento di toscano per cercare di capire meglio quali siano le percezioni dei problemi connessi al governo locale – ha sostenuto in apertura Paolo Fontanelli, Presidente di Anci Toscana - Si tratta di un’esigenza importante perché nell’ultimo anno, anche grazie al Piano regionale di Sviluppo, abbiamo riflettuto sullo stato della regione e questa appariva un po’ seduta, in deficit di dinamismo rispetto alle nuove sfide che ci pone la situazione economica attuale.”
“Cercheremo di attivare anche un confronto per tradurre le sollecitazioni emerse dalla ricerca in politiche efficaci – ha detto Fontanelli – Anche se ci sono molti elementi che possono essere letti anche come dato contraddittorio.

Ad esempio si denuncia come problema reale il traffico, ma la domanda non è quella di lasciare a casa la macchina ma quella di avere un parcheggio per continuare ad usarla. In generale penso che il dato più importante per la nostra regione sia quello dell’insicurezza, non sul piano dell’ordine pubblico, ma come prospettiva di protezione sociale e come vita urbana in senso lato: si tratta di un punto critico rispetto a un giudizio di appagamento sulla qualità della vita in Toscana. Sicuramente la nostra è una realtà caratterizzata da una forte cultura civica, da un grande senso di solidarietà (in parte è confermato anche da questa indagine), da un livello diffuso di servizi, da un notevole patrimonio culturale e ambientale, ma emerge che non si tratta di un dato acquisito per sempre e anzi comincia ad essere un po’ intaccato.

Non possiamo dare per intoccabile il nostro livello di qualità della vita e questo ci comporta un impegno nuovo su questo piano, indicandoci alcune priorità, prime fra tutte giovani e sviluppo economico.”
Anche per Leonardo Domenici, ospite dell’iniziativa in qualità di Sindaco di Firenze, i giovani, insieme alla manutenzione urbana, sono una priorità per l’azione di governo: “C’è la necessità – ha detto il Presidente dell’ANCI Nazionale - che in una realtà sufficientemente anziana come la Toscana, in cui la staticità è un aspetto che pesa, si viva un po’ sulla rendita di posizione piuttosto che sull’innovazione e sul rischio, temi che riguardano da vicino le nuove generazioni.

Si devono realizzare politiche in grado di coinvolgere diversi soggetti, non solo istituzionali, per creare attività permanenti che abbiano come scopo la formazione, l’orientamento e la soddisfazione dei bisogni dei giovani.” Il dibattito aperto in quest’occasione proseguirà con l’iniziativa di Anci Toscana del 12 marzo prossimo, quando il Ministro degli Interni Giuliano Amato incontrerà con i comuni della nostra regione, per riflettere intorno al tema della sicurezza, delle paure e anche delle convivenze nelle città, in un contesto molto difficile per gli enti locali che si trovano sprovvisti delle risorse necessarie per attuare le politiche richieste dai cittadini.



I toscani si dimostrano abbastanza ottimisti sul quadro economico regionale e guardano con una certa speranza il futuro. Questo è la fotografia della situazione regionale scattata da publica ReS per Anci Toscana. Una foto a dissonanti tinte, che tratteggia la mappa di una realtà a metà del guado. Un dittico che da una parte si compone della paura di perdere quanto acquisito e dall’altra parte si staglia lungo la voglia di affrontare le nuove sfide economiche, sociali e ambientali della contemporaneità.



Le tante toscane

L’indagine realizzata da publica ReS per Anci Toscana ha focalizzato l’attenzione su tre ambienti differenti del territorio regionale: le città, i centri montani e i paesi rurali. Ne esce un panorama complesso, uno spaccato a più tinte. E non tutte lucenti. La qualità, la vivibilità delle città, appare soffocata da traffico e smog, ma è insidiata anche da un latente senso di insicurezza, di disagio verso la dimensione urbana rea di aver perso la capacità di sviluppare senso di comunanza, vicinanza e amicizia tra le persone.

Il tema della sicurezza non coinvolge, infatti, solo gli aspetti del controllo della microcriminalità (un bisogno che c’è ed è forte), ma si apre a problemi quali i servizi, l’isolamento individuale, la vivibilità del contesto di quartiere, le reticolarità sociali, la carenza di spazi di socializzazione. Chi vive nei grandi centri, nelle città e cittadine, chiede ai sindaci interventi sul traffico, ma anche attenzione al micro, al quartiere, al piccolo centro. Chiede città vivaci, attive e solidali, con spazi per gli anziani e iniziative per i giovani.

In montagna si avverte con forza il problema dello sviluppo e del futuro per le giovani generazioni. Chi vive nelle città e nei centri montani segnala con forza il bisogno di valorizzare il proprio territorio (di renderlo competitivo), senza perdere i livelli di qualità di vita presenti. I toscani dei centri montani auspicano interventi urgenti per mantenere i giovani legati al territorio e puntano il dito sulle politiche sociali, sulla possibilità di assicurare sostengo e aiuto alle persone anziane.
I toscani che vivono nei piccoli e medi centri rurali, infine, appaiono maggiormente in difficoltà, rispetto al resto della regione.

Qui è maggiore la preoccupazione per il futuro. Ed è sempre in queste aree che le persone avvertono con più intensità i disagi per l’immigrazione e segnalano una maggiore preoccupazione per i furti in casa. Il loro sguardo e le loro richieste si concentrano sul bisogno di salvaguardare, a baluardo dell’identità, le tradizioni e i modi di vita di un tempo; sulla possibilità di rivitalizzare la reticolarità sociale, foraggiando l’associazionismo; sulle opportunità offerte dalle politiche di sviluppo locale incentrate sulle peculiarità territoriali, sul genius loci.

La situazione economica
Il quadro economico attuale regionale, nel suo complesso, appare positivo.

Il 52% dei toscani si dice molto o abbastanza soddisfatto e il 48% pensa che la situazione sia destinata a migliorare. Il contesto non è, ovviamente, omogeneo. Le persone che vivono nelle zone montane hanno una percezione dei trend economici più calmierata, anche se per il futuro non disdicono un certo ottimismo. Nei centri rurali, invece, cresce un certo pessimismo per il futuro e la paura di perdere quanto consolidato in questi anni.

Le sfere della qualità della vita
La sicurezza e i servizi al primo posto.

Ma anche il bisogno di nuove politiche di sviluppo e di una maggiore partecipazione dei cittadini alle scelte delle città. Questi i 4 assi su cui i toscani chiedono impegno e interventi alla politica, per migliorare ulteriormente la qualità della vita nei diversi centri. Se il tema della sicurezza e dei servizi è particolarmente avvertito nei centri maggiori, quello dello sviluppo fa capolino in montagna e nei centri rurali. Il bisogno di partecipazione, infine, è una prospettiva segnalata soprattutto da chi, vivendo in una grande centro, ha minori possibilità di relazione e dialogo diretto con il sindaco e la giunta.



Le priorità per il futuro
Le scelte per il futuro trovano un tratto omogeneo, in tutte le aree analizzate, solo sul fronte delle politiche sociali e dei servizi. Per le città l’emergenza su cui investire è il traffico e anche il bisogno di nuove politiche verso il mondo giovanile (con interventi in ambito culturale e con l’offerta di maggiori spazi a disposizione). Gli interventi sui servizi sociali si indirizzano sulle politiche a sostegno concreto delle famiglie. Sono richiesti maggiori contributi a chi assiste disabili e anziani in casa e il potenziamento dell’assistenza domiciliare.

La soddisfazione per la città, ma in Toscana la vita è troppo frenetica
I cittadini sono soddisfatti dalle bellezze dei loro territori, ma auspicano città vitali e vivaci; chiedono una forte attenzione ai microcosmi della vita quotidiana, alla qualità e bellezza dei quartieri, dei piccoli borghi, delle frazioni.

Alla base di questa dinamica c’è la percepita frenesia del quotidiano. Il 56% degli intervistati, infatti, definisce la propria vita “molto e abbastanza frenetica”, contro la media italiana che si attesta al 46%. Per migliorare la qualità urbana i cittadini puntano sul miglioramento delle condizioni ambientali dei rioni fuori dei centri (24%), sulla cura delle aree verdi e sul potenziamento delle strutture di socializzazione. Chiedono anche più parcheggi (37%), più luoghi d’incontro per i bambini e gli anziani (34%) e la riqualificazione delle piazze (27%) per farle ritornare luoghi di vita collettiva.

Dipendenti dalla macchina e il 46% passa più di un’ora al giorno seduto in macchia. I toscani perdono 30 giornate lavorative l’anno in macchina.

I toscani e la macchina, un connubio indissolubile
Una sostanziale difficoltà a rinunciare alla macchina. Il 65% dei rispondenti dichiara di viaggiare normalmente da solo. Un altro 11 % è abituato a usare la macchina con almeno un passeggero a bordo. Insomma per il 76% dei Toscani è impossibile rinunciare all’auto. Solo il 7%, invece, prende l’autobus.

La quantità di tempo persa in macchina, in Toscana, è enorme. Il 35% vi passa almeno mezzora al giorno. Il 27% non meno di un’ora. Il 19% molto di più (da un’ora e mezza a 2 ore e mezza). Così il 46% dei toscani, come minimo passa almeno un’ora della sua giornata in macchina. La media toscana di tempo passato in macchina è di 48 minuti al giorno. Ciò vuol dire che, ogni anno, i toscani perdono in macchina almeno 30 giornate lavorative (composte da otto ore).

Nota
Realizzazione publica ReS.

Committente Anci Toscana. Sondaggio telefonico Cati, su un campione di 400 persone residenti in Toscana (su 4296 contatti). Data di realizzazione tra il 20 e il 30 ottobre 2006.

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