Firenze, 3 agosto 2006- Sono oltre una cinquantina le varietà orticole che la Cooperativa Agricola di Legnaia sta testando nella piana fiorentina, per trovare ortaggi che si adattino al clima dell’area e che incontrino il favore delle tavole toscane. Varietà ibride, ma anche riscoperte di ‘cultivar’ autoctoni, al momento quasi scomparsi.
“E’ un’iniziativa – spiega Simone Tofani, responsabile del Settore tecnico della Cooperativa Agricola di Legnaia – che stiamo portando avanti da alcuni anni, grazie alla collaborazione dei nostri soci sul territorio.
Il nostro lavoro, infatti, consiste nell’individuare e selezionare i semi di piante che possano adattarsi al microclima della piana fiorentina e che abbiano le qualità per imporsi sulle tavole fiorentine e toscane. Una scommessa sul gusto, ma anche sulla qualità della produzione, tesa a introdurre varietà nuove, ma anche a riscoprire e difendere quelle autoctone che rischiano di scomparire”.
Nelle aziende dei soci della Cooperativa si coltivano così nuove varietà di pomodori, zucchine, lattughe, cetrioli, cavoli e tanto altro.
“Se da un lato – prosegue Tofani – si testa il pomodoro ‘canestrino’, che sta dando ottimi risultati, dall’altro si mantiene viva la tradizione del pomodoro ‘fiorentino’. Due specie che hanno caratteristiche diverse, ma molto adatte al nostro territorio. Lo stesso avviene con la zucchina fiorentina, una varietà molto delicata e quasi scomparsa nell’ecotipo originale, che attraverso specie ibride è diventata più resistente alle malattie, pur mantenendo la qualità iniziale.
Oltre alle novità, come una varietà di cavolfiore simile a quello autoctono, ma con un ‘corimbo completamente avvolto dalle foglie, stiamo rilanciando cultivar come quelli del fagiolo ‘serpente’, del cavolo nero e delle melanzane violette di Firenze, coltivazioni tipiche e molto apprezzate. Un impegno che vuol valorizzare i prodotti della nostra terra, aiutando gli agricoltori a individuare le varietà più adatte e resistenti, mantenendo inalterata la qualità. Questo è il punto fermo, a garanzia di chi coltiva e di chi acquista, perché tutti i semi sono controllati e nati da normali ibridazioni, escludendo a priori il ricorso a qualsiasi forma di ogm”.