Mafia: dal 22 luglio al 5 agosto, 33 ragazzi toscani reimpianteranno una vigna e ristruttureranno un capannone in Sicilia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 luglio 2006 19:07
Mafia: dal 22 luglio al 5 agosto, 33 ragazzi toscani reimpianteranno una vigna e ristruttureranno un capannone in Sicilia

Firenze, 20 luglio 2006 - Domani venerdì 22 luglio si apre a Canicattì (Ag) un nuovo campo di lavoro antimafia nell’ambito di Liberarci dalle Spine 2006, il progetto di Regione Toscana in collaborazione con Libera, Arci, e Avviso pubblico, nelle terre confiscate a Cosa Nostra. Proseguirà sino al 5 agosto. Quello di Canicattì è il campo che sarà gestito dall’Arci di Firenze con la cooperativa ‘Lavoro e non solo’ di Palermo, promossa da Arci Sicilia. Il coordinamento spetterà a Maurizio Poggi, componente della segreteria dell’Arci di Firenze.
Saranno 33 le ragazze e i ragazzi toscani che parteciperanno.

Provengono dalle province di Firenze, Pistoia, Prato, dall’Empolese. Arriveranno in due gruppi: il primo di 18 persone domani; il secondo di 15 persone si aggiungerà il 29 luglio prossimo. Lavoreranno su un’area di 27 ettari, confiscata alla famiglia Guarnieri, per anni alla guida della malavita organizzata nel comune agrigentino. Reimpianteranno il vigneto, espiantato lo scorso anno durante la prima edizione dei campi, e ristruttureranno un capannone agricolo.
Il campo, dedicato al giudice Rosario Livatino assassinato dalla mafia il 21 settembre del 1990, è stato oggetto nel 2005 di alcuni ‘avvertimenti mafiosi’: fu soffocato uno dei due cani da guardia, e furono sradicate alcune giovani piante di vite.
Durante la durata dell’esperienza, i ragazzi e le ragazze toscani incontreranno i rappresentanti delle autorità locali ed i familiari del giudice Livatino.
Il 3 agosto prossimo giungeranno a Canicattì la presidente di Arci Firenze Francesca Chiavacci assieme all’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze Daniela Lastri, che annuncerà l'impegno di Palazzo Vecchio ad introdurre nei menù delle mense, gestite dal Comune, delle scuole fiorentine, i prodotti di Libera ricavati dalle terre confiscati alle cosche mafiose.

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