Cia: Psr come importante occasione per l’agricoltura toscana e per l’economia delle aree rurali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 luglio 2006 13:15
Cia: Psr come importante occasione per l’agricoltura toscana e per l’economia delle aree rurali

Firenze, 17 luglio 2006- “Il nuovo Piano di sviluppo rurale (Psr) non dovrà necessariamente compensare le conseguenze negative che la scelta del disaccoppiamento immediato e totale, introdotta dalla riforma della Pac, ha avuto su alcune delle più importanti produzioni agricole toscane, ma potrà tuttavia favorire alcuni processi tali da recuperare alcune problematiche produttive, ambientali e territoriali che sono chiaramente emerse soprattutto nell’ultime annate agrarie”. E’ questo sostanzialmente il giudizio della Cia Toscana a pochi giorni dall’approvazione del Piano di Sviluppo Rurale della Toscana.



A tal proposito la Confederazione ha promosso una serie di incontri, l’ultimo questa mattina in occasione di una conferenza stampa sul tema “Psr: il futuro dell’agricoltura toscana. Strategie e linee di sviluppo per il settore”, mirati a coinvolgere le parti in causa e sensibilizzare queste sulle scelte che verranno intraprese in merito alle politiche agricole della Regione.

Secondo la Cia Toscana in particolare il nuovo Psr dovrà puntare ad alcuni macro obiettivi.

Innanzi tutto intervenire con efficacia nei processi di crisi in atto nell’agricoltura toscana, favorendo azioni tendenti all’innovazione dei processi produttivi, all’incremento delle dotazioni tecnologiche e del potenziamento strutturale delle imprese. Introdurre elementi d’innovazione e di modernizzazione nel sistema agricolo toscano, favorendo processi di aggregazione del prodotto per dare più forza contrattuale ai produttori nonché per tutelare e valorizzare le produzioni agricole legate al territorio.

Sviluppare il concetto di multifunzionalità delle imprese e il loro ruolo al servizio del territorio e alle popolazioni delle aree rurali, la diversificazione produttiva, la produzione delle agrienergie da fonti rinnovabili: secondo la Confederazione infatti questi elementi sono il nuovo versante delle attività e delle funzioni dell’impresa agricola da sostenere con politiche appropriate. Infine occorrerà, secondo la Cia, una maggiore competitività territoriale, attraverso il rafforzamento dei sistemi economici locali delle aree rurali e con un ruolo più forte dell’impresa agricola presente in maniera diffusa sul territorio.

Nell’accogliere positivamente i macro obiettivi indicati anche nel documento programmatico, tuttavia, la Cia sottolinea che sarà indispensabile per il futuro sviluppo dell’agricoltura della regione, un intervento concreto verso la realizzazione dei seguenti obiettivi.

Innanzi tutto l’affermazione del principio di reciprocità coinvolgendo tutti i settori dell’economia regionale; la costituzione di filiere produttive dando sostegno alle iniziative imprenditoriali che operano per lo sviluppo e la qualificazione delle produzioni agricole legate al territorio; maggiori risorse destinate allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione delle imprese puntando alla valorizzazione dei marchi di qualità; un vincolo particolare del sostegno a quelle aziende che nella loro filiera produttiva privilegiano prodotti e materie prime toscane; per la programmazione Leader individuare quelli che sono i territori che maggiormente hanno necessità di risorse per lo sviluppo; puntare allo sviluppo di un’agricoltura sociale che crei spazi per tutti.

“La proposta di Psr, così come costruita nel percorso di concertazione sia sul livello politico che tecnico – afferma Giordano Pascucci, Presidente della Cia Toscana - è da noi sostanzialmente condivisa.

Il livello della partecipazione e il consenso manifestato da tutti i vari soggetti presenti al tavolo della concertazione ci danno anche la convinzione che complessivamente questo documento di programmazione raggiunge gli obbiettivi specifici del settore nel contesto attuale, e tende a rafforzare il clima di coesione sociale”.

La Cia Toscana ricorda inoltre che l’agricoltura ha bisogno di avere condivisione degli obiettivi e consenso sociale.

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