Geotermia: al lavoro per una legge sulle concessioni

Redazione Nove da Firenze
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07 giugno 2006 19:28
Geotermia: al lavoro per una legge sulle concessioni

“La geotermia toscana ha un giro di affari di almeno 500 milioni di euro l’anno, con una ricaduta sulla comunità regionale di soli 10 milioni di euro. Un fatto non più sostenibile”. Lo ha dichiarato l’assessore all’ambiente Marino Artusa nella sua comunicazione in Consiglio regionale sulle concessioni geotermiche, che saranno al centro di una specifica proposta di legge della Giunta in fase di elaborazione. Le concessioni, per una piccola parte, scadranno, infatti, nel 2007, una fetta più consistente nel 2012 e quindi nel 2023.

Tre i punti principali: i ritorni finanziari della geotermia sul territorio, già oggetto di una proposta di legge consiliare di Verdi e Pdci; il rilancio dello sfruttamento geotermico in un quadro di sostenibilità ambientale, sanitaria, economica e sociale; il rapporto da tenere con Enel nella fase transitoria del rinnovo delle concessioni. “Nella nuova legge vogliamo passare da una visione ottocentesca, con la concessione a vita ad un solo gestore monopolista, ad una visione moderna e liberalizzatrice – ha affermato Artusa – Vogliamo una legge che impegni il gestore a produrre secondo un piano concordato, rispettando i vincoli contrattuali posti dal soggetto pubblico nell’atto di concessione”.

In questa prospettiva, l’area geotermica, a suo parere, “può diventare un distretto energetico fatto di risorse, di impianti, ma anche di ricerca e innovazione tecnologica, in un contesto di sostenibilità ambientale”. Un piano industriale condiviso dovrà fissare le scelte di investimento, l’allargamento delle attività produttive allo sfruttamento del calore di risulta, lo sviluppo qualitativo e quantitativo dell’occupazione, precisi standard di qualità ambientale. “La geotermia – ha concluso l’assessore – deve essere il volano di un distretto delle energia rinnovabili in Toscana”.
“L’obbiettivo strategico fondamentale è la rottura del monopolio dell’Enel, che della sua concessione in quarantacinque anni ha abusato a piene mani”.

Con queste parole Fabio Roggiolani (Verdi) ha espresso “grande apprezzamento” per la comunicazione dell’assessore Artusa, svolta “nel segno della discontinuità”. Roggiolani ha puntato il dito sul gestore, ricordando che il prodotto interno lordo (Pil) del comune di Larderello, in questi anni, è passato dal primo posto all’ultimo della graduatoria regionale, con un’occupazione ridotta di tre quarti. Uno spezzettamento delle società ha inoltre privato il territorio di un interlocutore reale, mentre la direzione aziendale ha abbandonato le aree montane.

Il vapore di risulta, infine, non viene utilizzato ed i migliori cervelli tecnici sono stati licenziati. “Ci siamo consegnati mani e piedi ad Enel, anche per il controllo sulla salute dei lavoratori – ha concluso Roggiolani – Occorre un segnale chiaro”.

“La mia preoccupazione è che un’eventuale legge finisca con l’essere lo strumento per creare nuovi carrozzoni politici, come enti e centri di ricerca”, ha detto Piero Pizzi (FI). Per il consigliere, non ha senso parlare di una nuova scuola di geotermia, dato che ne esiste già una a Volterra.

“Nutro poi forti dubbi sul meccanismo delle concessioni – ha concluso Pizzi - sul quale è necessario anche sentire il parere dello Stato, non c’è infatti nessuna normativa europea che dice che le concessioni debbano essere attribuite con una gara”.

“La relazione dell’assessore Artusa è equilibrata e contempla sia le esigenze ambientali che quelle occupazionali”, ha dichiarato Luciano Ghelli (Pdci). “Non è vero che l’Enel ha agito sempre solo in base ai suoi interessi, questo si è verificato nell’ultimo periodo.

Con l’Enel, quando serve, la Regione deve farsi sentire, anche ricorrendo alle vertenze”, ha detto il consigliere. Per Ghelli, è necessario che la Regione coordini gli sforzi degli enti locali delle realtà interessate dalla geotermia.

“La Toscana nel settore energetico deve ritrovare delle politiche unificanti, puntando su migliori condizioni di sostenibilità ambientale, sociale ed economica”, ha affermato Virgilio Simonti (Ds).

Per il consigliere, “dire che noi puntiamo sull’ulteriore sviluppo della geotermia non è un fatto banale.

La presenza di attività geotermiche sul nostro territorio ha creato ricchezza ma anche problemi non banali”. “E’ necessario – ha concluso Simonti - impegnarsi nella concertazione e in un confronto con gli enti locali, ascoltando le loro esigenze e i loro problemi”.

“Fino al 1999 l’Enel era un’azienda statale, non si capisce bene come la Regione abbia operato sino ad allora”, ha detto Giuseppe Del Carlo (Udc). Per il consigliere, se si fa una gara europea e si candida un solo soggetto sarà ben difficile per la Regione imporre condizioni.

“Si deve concertare per garantire al territorio un ritorno di indotto ma non imporre condizioni capestro inaccettabili”.

“Condivido il fatto che l’Enel sia inadempiente, inoltre ha un atteggiamento di indipendenza rispetto alle istituzioni locali e regionale”, ha detto Gino Nunes (Ds). “Per quanto ci riguarda – ha aggiunto il consigliere - è necessario conoscere la posizione del Governo in materia di concessioni e chiedere alla Giunta un resoconto degli impegni presi più di un anno fa”.



“Creare un tavolo per le trattative è un fatto determinante ma serve un quadro più definito con cui operare e maggiore concretezza”, ha dichiarato Erasmo D’Angelis (La Margherita). “E’ opportuno non enfatizzare la severità con l’Enel, la cui gestione centenaria del settore energetico non si può di certo smantellare. Ma non vanno nemmeno minimizzati i problemi”. “Gli spazi per il rilancio della geotermia come fonte energetica ci sono, e l’Enel ha presentato in commissione Territorio un piano che punta proprio a questo”.

“E’ auspicabile che la Regione si doti di uno strumento legislativo specifico in questa materia”, ha detto Giancarlo Tei (Sdi).

Per il consigliere, nella costruzione della legge si fa una scelta politica: la legge apre alla concorrenza o mantiene una condizione di monopolio. “L’Enel non va demonizzata né santificata - ha aggiunto Tei – Ha garantito in un certo periodo una serie di investimenti che solo un’azienda pubblica poteva fare, senza avere un ritorno economico immediato”. “Ma i tempi cambiano – ha sottolineato il consigliere – e ora siamo di fronte a indirizzi europei che chiedono la liberalizzazione”.



“Il problema della gestione energetica è centrale ma ancora non si è visto un programma di intervento da parte di Martini e nemmeno di Prodi”, ha affermato Paolo Marcheschi (FI). “In Toscana non è partita l’energia eolica – ha aggiunto Marcheschi - non si vedono i pannelli fotovoltaici, non si fanno termovalorizzatori e rigassificatori”. Per il consigliere, è difficile anche comprendere perché la Giunta regionale voglia liberalizzare il settore della geotermia e non invece gli altri servizi.


“La geotermia, di cui noi siamo i maggiori produttori a livello nazionale, è una grande risorsa; il problema è capire l’applicabilità in termini concreti della legge che ci accingiamo a fare”. Il consigliere di Rifondazione, Aldo Manetti, intervenendo al dibattito seguito alla comunicazione dell’assessore regionale all’Ambiente, Marino Artusa, ha evidenziato “che ancora non esiste un Piano energetico a livello nazionale, essenziale per comprendere spazi e necessità utili anche ai fini del Piano energetico regionale”.

Oltre all’auspicio che il Governo in carica proceda a colmare la lacuna, Manetti ha affermato che nella situazione attuale - un unico gestore privato degli impianti sul territorio (Enel) -, è essenziale “creare le condizioni per tornare a governare i rapporti” con chi “utilizza e sfrutta risorse facendoci pagare il prezzo della distruzione dei territori”.

Andrea Agresti, consigliere di Alleanza Nazionale, ha premesso la difficoltà di “parlare su questioni talmente generiche da farci essere tutti d’accordo”, chiamando in causa l’inutilità di “discutere di cose destinate ad accadere fra vent’anni” (riferito alla scadenza delle concessioni in essere, fissata al 2012 e al 2023, e oggetto della futura legge).

Per Agresti, invece, sarebbe opportuno procedere, anziché con una legge, con “un atto di indirizzo che tracci il percorso riferito a una risorsa importante per la regione”.

Secondo il consigliere di An, inoltre, il conflitto tra Regione, Enti locali ed Enel “è perdente”, giacché “Enel rimane il soggetto più indicato per gestire gli impianti data la necessità di riqualificazione di questi, e appare anche il tramite più indicato per dare risposte convincenti ai cittadini, che sul territorio vedono la geotermia come un fattore inquinante”.



L’assessore regionale all’Ambiente, Marino Artusa, nel chiudere il dibattito sulla comunicazione per una legge sulle concessioni geotermiche in Toscana, ha confermato le difficoltà legate alla mancanza di un Piano energetico nazionale, e al fatto che manca anche il Piano energetico regionale per il prossimo triennio. Artusa ha quindi chiarito che nel caso della geotermia la trattazione anticipata è imposta “dalle difficoltà del territorio, al quale occorre dare risposte”.

Il problema, secondo l’Assessore, è che “non possiamo permetterci che la gente veda la geotermia come un fattore negativo, anche se in alcune zone è una questione giustamente sentita come una criticità”.
Artusa ha invocato “valutazioni integrate con azioni che azzerino l’inquinamento”, richiamando le competenze acquisite dalla Regione in materia di energia e la possibilità di intervenire sulle concessioni in essere: “Non si può pensare di aspettare il 2023” (data in cui scadono molte delle concessioni attuali), ha detto, “perché alcune concessioni scadono e altre vengono date”.

Quindi, “bisogna cominciare a pensare con i territori, alcuni dei quali si sentono abbandonati, e avere con essi un rapporto diretto, metterli insieme” (governance cooperativa). “La grande scommessa della Toscana” ha concluso Artusa sull’argomento, si estende fino ad una “concertazione generale”, dove “non deve esserci solo il territorio ma tutta la società toscana: sindacati, aziende pubbliche, aziende private”.
Quanto al rapporto con il gestore, l’Assessore ha affermato che “con Enel ci confrontiamo in modo adulto, abbiamo una risorsa e siamo consapevoli di averla”, citando il caso di S.

Barbara a Cavriglia, “dove grazie al tavolo attivato abbiamo siglato un protocollo per il risanamento di un’area fondamentale”. “Oggi – ha concluso- iniziamo un percorso che ci vedrà confrontare con tutti, Enel inclusa”.

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