Rinnovabili al 50% dei consumi elettrici e forte riduzione dei gas serra entro il 2012

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 gennaio 2005 22:11
Rinnovabili al 50% dei consumi elettrici e forte riduzione dei gas serra entro il 2012

firenze- Consumare meno energia, utilizzando sempre di più quella prodotta da fonti rinnovabili meno inquinanti. Razionalizzare gli usi e ridurre gli sprechi. Impiegare sempre di più risorse locali, aiutando così a diminuire le importazioni dall’estero. Tradurre tutto questo in un’opportunità per l’economia toscana, nella consapevolezza che le politiche sostenibili possono essere un importante fattore di sviluppo. Tutto questo è contenuto nel Piano di indirizzo energetico che ieri, nella prima seduta del 2005, la giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore all’energia Tommaso Franci.

Il documento – che adesso sarà portato all’esame del consiglio insieme alla collegata legge sull’energia – è stato illustrato oggi dallo stesso assessore e dal presidente della Regione Toscana Claudio Martini. “ Con questo piano intendiamo realizzare due grandi obiettivi – sottolinea Martini – ovvero puntare all’autosufficienza del sistema energetico regionale e sviluppare le fonti rinnovabili, in modo da soddisfare la domanda energetica senza che siano aumentate le tariffe, affrontando anche le questioni di inquinamento ambientale.

Tutto questo in piena coerenza con il nostro impegno complessivo in questa legislatura, perché energia significa, ad esempio, lavorare per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas serra; e significa ridimensionare la nostra dipendenza da fonti molto inquinanti, che rappresentano per il mondo intero una fonte di instabilità e conflitto”.
L’obiettivo principale del Piano è insomma l’orientamento dell’intero sistema regionale verso l’autosufficienza, attraverso l’uso di risorse energetiche locali rinnovabili.
“Il piano, però, introduce anche una prospettiva completamente diversa rispetto al passato – spiega Franci – Un tempo i consumi energetici erano una variabile indipendente a cui bisognava fare fronte, d’ora in avanti potremo contare su una vera propria politica della domanda, con impegni precisi sulla riduzione e la razionalizzazione dei consumi.

Tutto questo tenendo conto di quattro fattori che stanno cambiando radicalmente il settore dell’energia. Il primo fattore riguarda le nostre nuove competenze, il secondo attiene alle novità che sono intervenute in questi anni per quanto riguarda il mercato internazionale dell’energia, il terzo fattore è costituito dalla liberalizzazione dei mercati, e il quarto dall’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto”.
Alle spalle di questo Piano c’è l’esperienza del precedente atto di programmazione regionale, approvato nel gennaio 2000, che ha permesso di far passare il peso delle fonti rinnovabili sul consumo di energia elettrica dal 27 al 29 per cento in controtendenza con il dato nazionale (calo dal 17 al 15 per cento).

Un impegno forte in direzione di una maggiore autosufficienza del sistema energetico regionale, attraverso la riduzione delle importazioni e lo sviluppo delle fonti rinnovabili locali.

E’ questo l’obiettivo strategico del Piano di indirizzo energetico che la giunta regionale ha approvato ieri. Obiettivo che individua un passaggio di particolare importanza nella ricerca di un punto di equilibrio tra elettricità consumata ed elettricità prodotta da impianti presenti in Toscana e che tiene conto anche della potenza disponibile per far fronte alle punte di domanda che progressivamente si stanno spostando dall’inverno all’estate per la diffusione dei climatizzatori. Centrale è anche l’impegno per la stabilizzazione dei consumi al 2012.

Per quanto riguarda lo sviluppo delle fonti rinnovabili si punta, sempre entro il 2012, ad aumentarne il peso fino al 20 per cento dei consumi energetici complessivi e fino al 50 per cento dei consumi elettrici. Sul terreno della sostenibilità ambientale l’obiettivo è di ridurre al 2012 di almeno 4 milioni di tonnellate di anidride carbonica – rispetto al livello del 2002 – le emissioni di gas serra prodotte dal settore energetico, raggiungendo gli obiettivi del Protocollo di Kyoto.



Efficienza negli usi elettrici. Si ritiene che in Toscana i cosiddetti decreti sull’efficienza energetica del luglio 2004 possano tradursi in minori consumi elettrici per circa 600 GWh a cui si possono aggiungere riduzioni di 150 GWh per il risparmio dell’illuminazione pubblica (in coerenza con le linee guida regionali sull’inquinamento luminoso) e di ulteriori 350 GWh nel settore residenziale. Anche con queste misure nazionali si calcola che la domanda crescerà comunque dell’1,8 per cento annuo.
Per una stabilizzazione dei consumi al livello del 2005, che è l’obiettivo del Piano, si prevedono dunque ulteriori azioni regionali, in particolare l’introduzione di certificati di efficienza energetica e di opportuni incentivi.

Si calcola che solo la sostituzione di un quarto degli elettrodomestici esistenti con apparecchi di classe A possa produrre un risparmio di 20 mila Tep (tonnellate equivalenti petrolio), mentre altre 12.500 Tep potranno derivare dalla diffusione di sistemi di condizionamento più efficienti. In tutto si calcola un risparmio di 42.500 Tep nei consumi elettrici civili.

Efficienza negli usi termici
Il solo riscaldamento (non si tiene cioè conto dell’acqua calda e sanitaria) comporta in Toscana il consumo di un milione e 170 mila Tep per un milione e 375 mila abitazioni occupate, con una superficie media di 98 metri quadri: in pratica un consumo medio di 101 Kwh per metro quadro all’anno, contro un fabbisogno delle abitazioni a basso consumo energetico di 30-50 Kwh.

Gli edifici, infatti, sono classificati in 7 classi, dalla A (meno di 30 Kwh per metro quadrato) alla G (più di 160 Kwh). Il livello medio degli edifici toscani è compreso tra la classe D e la classe E. La Regione punta a realizzare la certificazione energetica degli edifici entro il 2012 e punta ad un innalzamnento medio di una classe per l’intero patrimonio edilizio, con un corrispondente risparmio di 234 mila Tep. Per questo si punta alla diffusione dell’uso delle biomasse (sia in reti di teleriscaldamento che in impianti centralizzati condominali oppure unifamiliari) e del solare.

Questo consentirà un raddoppio delle fonti rinnovabili con risparmio di 60 mila Tep di idrocarburi. Per l’acqua calda l’obiettivo è ridurre i consumi del 10 per cento, una riduzione corrispondente a circa 20 mila Tep, grazie alla diffusione dei pannelli solari e ad interventi di ristrutturazione degli impianti centralizzati. Si calcola, insomma, che la razionalizzazione dei consumi per usi termici porti ad un risparmio di 294 mila Tep. Comsiderando anche gli interventi su elettrodomestici, illuminazione e condizionamento il settore residenziale potrà contribuire con una riduzione al 2012 di 319 mila Tep nei consumi energetici domestici.



Efficienza nei trasporti
Il 32 per cento dei consumi finali di energia ricadono proprio sui trasporti, che sono anche il principale utilizzatore di prodotti petroliferi.. I trasporti sono ovviamente interessati ad una molteplicità di azioni che partono dal livello europeo (norme su tecnologie motoristiche e sulla qualità dei carburanti) e da quello nazionale (piano nazionale dei trasporti), con l’obiettivo di utilizzare carburanti a minor contenuto di carbonio, di ottimizzare e collettivizzare il trasporto provato e di incentivare quello pubblico.

Si stima però che gran parte delle emissioni evitate con queste iniziative siano contrabilanciate dall’incremento previsto di passeggeri (più 18 per cento al 2020) e merci (più 20 per cento). Per questo il Piano energetico prevede anche altri specifici interventi, a partire da un’ampia metanizzazione del parco autovetture (si prevede al 2010 un 30 per cento di auto a metano e al 2020 un 65 per cento) e l’introduzione di una quota di biocarburanti (biodiesel) a partire dal 5 per cento fino a quote del 20% per flotte di autoveicoli pubblici e privati.

Sviluppo delle fonti rinnovabili
Rappresentano già circa il 29 per cento dell’energia elettrica consumata in Toscana.

Per la geotermia, al 2012 confermando gli obiettivi del Per 2000, si fissa a 7300 GWh la produzione annua di energia elettrica, nel quadro di impegno importante anche per la mitigazione degli impatti ambientali e paesaggistici. Si punta inoltre ad una produzione da biomasse di 800 GW e ad uno sviluppo del solare fotovoltaico che si potrà avvalere anche del nuovo regime di incentivazione con il pagamento dell’energia immessa in rete, nonché dell’eolico, ancora poco presente in Toscana.
Importante anche la promozione delle fonti rinnovabili per usi termici, con la geotermia utilizzata per teleriscaldamenti urbani e per attività florovivaistiche e produttive e il sostegno al solare termico, grazie anche alla riduzione del costo unitario dei pannelli, e alla produzione di calore da biomasse.



Produzione termoelettrica
Il Piano prevede la conversione delle attuali centrali ad impianti ad alta efficienza con l’utilizzo del calore disponibile, lo sviluppo della cogenerazione, cioè della produzione combinata di elettricità e calore, collegata anche a reti di teleriscaldamento, la diffusione di impianti di microgenerazione alimentati a gas naturale o a biomasse di piccole e piccolissime dimensioni.

Lo scenario prescelto tra quelli che prende in considerazione il Piano, sulla base degli interventi previsti, è uno scenario forte, in cui le esigenze di nuova capacità termica si ridurrebbero a 810 MW, mentre la quota di fonti rinnovabili sui consumi elettrici salirebbe al 50,8 per cento.

Per quanto riguarda le emissioni di gas serra, uno scenario tendenziale, cioè senza interventi regionali, farebbe registrare non solo il mancato raggiungimento degli obiettivi di Kyoto, ma anche un forte incremento delle emissioni. Solo con un intervento forte l’obiettivo della riduzione del 6,5 per cento, previsto da Kyoto, potrà essere raggiunto.

L’aumento dal 25 al 29 per cento tra il 1997 e il 2003 della quota di produzione annua di energia elettrica da fonti rinnovabili, un dato in controtendenza rispetto a quello nazionale (calo dal 17 al 15 per cento) e che esprime una crescita delle fonti rinnovabili percentualmente maggiore di quella dei consumi elettrici.

Ma anche l’aumento della forbice tra produzione e consumi come conseguenza del minor utilizzo delle grandi centrali Enel a olio combustibile divenute obsolete dal punto di vista economico oltreché ambientale. Sono solo due delle dinamiche che hanno caratterizzato il sistema regionale dell’energia in questi ultimi anni. Il Piano approvato dal governo regionale contiene anche un importante quadro informativo, di cui possiamo vedere in dettaglio le singole voci.

Consumi
Nel periodo 1990-2001 si è registrata una crescita dei consumi energetici complessivi pari a circa l'1 per cento annuo.

La metà dei consumi interni lordi toscani è coperta dai prodotti petroliferi, con una forte dipendenza dal petrolio, sebbene in diminuzione. Anche il ricorso ai combustibili solidi è diminuito (6 per cento dei consumi), mentre il consumo di gas naturale è aumentato del 75 per cento negli 11 anni considerati, giungendo a rappresentare circa un terzo del totale. Le fonti rinnovabili passano dall'8 all'11 (si parla dei consumi energetici totali e non della sola elettricità). Analizzati per settori d'impiego, i consumi energetici mostrano un trend in lieve crescita nell'industria e un trend decisamente più accentuato nel settore dei trasporti e in quello civile.
Per quanto riguarda il sistema elettrico, nel periodo 1990-2003, si è verificata una crescita dell'energia elettrica richiesta (aumento del 37 per cento, pari al 2,44 per cento annuo).

I consumi elettrici industriali rappresentano oltre il 50 per cento del totale, mentre i consumi del terziario sono praticamente raddoppiati. I consumi domestici, circa il 22 per cento del totale, pur mostrando tassi inferiori rispetto al trend nazionale, sono aumentati del 20 per cento circa.
Al 2001 la ripartizione dei consumi energetici in base alla fonte vedeva i prodotti petroliferi al 50 per cento, i combustibili gassosi al 30 per cento, le fonti rinnovabili al 12 per cento, i combustibili solidi al 6 per cento, l’energia elettrica al 2 per cento.

Produzione
In base ai dati del 2003 del GRTN (Gestore della rete di trasmissione nazionale), in Toscana esistono 86 impianti di produzione idroelettrica, 79 impianti termoelettrici, 33 centrali geotermoelettriche, un impianto eolico.

Nel 2003 tali impianti hanno prodotto 18.756 MWh, di cui circa il 29 per cento dell’energia elettrica consumata in Toscana da fonte rinnovabile.
La produzione elettrica è cresciuta sensibilmente, e maggiormente rispetto al dato nazionale, fino al 1998. Nel 1999 si è registrato un calo seguito da due anni di nuova crescita e da altri due anni di lieve calo. La produzione idroelettrica è mediamente superiore al livello registrato nel 1990, ma torna in prossimità di tale livello in tre occasioni, l’ultima delle quali nell’anno a noi più vicino, per la grave siccità.
Infine la produzione geotermica fa registrare un sensibile aumento.



Deficit energetico
La produzione energetica, in termini di impiego di risorse locali, copre solo una parte limitata del fabbisogno regionale. L’indice di autosufficienza energetica, che è calcolato come il peso percentuale della produzione energetica sul consumo interno lordo, mostra un incremento dal 1990 al 2001 della capacità di soddisfare autonomamente il consumo interno, dal 10 al 12 per cento, in controtendenza rispetto all’andamento nazionale.
Nel 1990 la Toscana presentava un deficit elettrico di circa il 15 per cento; successivamente la necessità d’importare energia elettrica è via via diminuita, fino ad avere un esubero nel biennio 1997-1998, con una conseguente esportazione di circa l’8 per cento.

Successivamente, però, la situazione si è nuovamente ribaltata: la Toscana è tornata ad importare elettricità.

Importazioni di energia elettrica
Nel 2003 la Toscana ha importato 2687,1 GWh, pari a circa il 12,5 per cento dell’energia elettrica richiesta sulla rete, a fronte di una dipendenza dalle importazioni del 16 per cento in Italia sono tutte deficitarie in termini di produzione di energia elettrica. Sulla frontiera settentrionale, l'Italia importa elettricità da Francia (36 per cento), Svizzera (51,6 per cento), Austria (3,3 per cento) e Slovenia (9,1 per cento).

Oltre il 52 per cento dell'energia elettrica importata in Italia si stima prodotta in centrali nucleari, un altro 10 per cento da combustibili fossili. Questo significa che il 6,5 per cento dell'elettricità consumata dai cittadini e dalle imprese toscane è stata prodotta attraverso il processo di fissione nucleare. Ciò, ancora, significa che la Toscana, di fatto, utilizza tale tipo di energia per 24 giorni all'anno. “Anche coerentemente con la scelta del no al nucleare – commenta l’assessore Franci – la Regione Toscana è impegnata a eliminate l’attuale deficit elettrico”.

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