La Fondazione Siena Jazz dà vita ad un archivio di “storia orale” della musica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 marzo 2006 00:15
La Fondazione Siena Jazz dà vita ad un archivio di “storia orale” della musica

25 marzo 2006- Da Giorgio Gaslini a Enrico Rava e Franco Cerri, passando per due grandi sassofonisti italiani ormai scomparsi, come Massimo Urbani e Larry Nocella. Questi alcuni dei nomi di un lungo lavoro finalmente a disposizione di studiosi e appassionati: un’inedita raccolta di memorie dei personaggi che hanno fatto la storia del jazz e della musica italiana, raccontata dalla loro viva voce. Il Siena Jazz si arricchisce di una serie di interviste conservate presso l'Archivio del Centro Studi “Arrigo Polillo”, sezione ricerca della Fondazione, che saranno disponibili per i critici, i giornalisti, gli studiosi e anche semplici curiosi.Una ricerca unica nel settore, di grande utilità storica e culturale, che viene a coprire un vuoto che avrebbe rischiato di cancellare un’epoca pionieristica ed affascinante come quella della comparsa del jazz nella società italiana.

Fin dagli anni precedenti la seconda guerra mondiale, viene così documentata la crescita di questo genere musicale nel nostro paese: dalle sue prime forme autonome, fino al jazz italiano contemporaneo con uno sguardo attento anche sui possibili sviluppi futuri.
Musicisti, giornalisti, organizzatori, appassionati, fotografi, professionisti o dilettanti vengono intervistati sulla base di un canovaccio comune che permetta loro di ricordare come si sono avvicinati al jazz, quale era l'ambiente che circondava questa musica al momento del loro ingresso nella comunità jazzistica, come si è sviluppato il loro rapporto con la musica.

I concerti e i dischi che cambiano la vita, le collaborazioni e le attività, gli episodi positivi e negativi vissuti in prima persona o di cui si è stati testimoni, questi alcuni degli argomenti di cui si parla con gli intervistati. Dalle interviste, rese vivaci dalla diversità del modo di porgere, di raccontare, e anche dalle polemiche che nascono dallo stesso amore viscerale per la musica, emerge un quadro affascinante in cui si alternano la sala da ballo e quella da concerto, la passione e la razionalità, l'analisi e la faziosità.

Tra i protagonisti delle prossime interviste in calendario, ci sono anche personaggi diventati famosi per altri motivi, come Piero Angela, valido pianista jazz, Enzo Jannacci che dopo le prime esperienze jazzistiche ha scelto un percorso diverso ed altri ancora. Ma anche professori di etnomusicologia e musicisti emersi dalle bande di paese, capi orchestra e discografici improvvisati hanno dato vita ad un quadro dai colori vividi, che oggi ci permette di avere una visione molto più ampia delle fasi del movimento jazzistico italiano.

La passione per lo swing e per la libertà emersa dopo il 1945, il movimento degli Hot Club, il declino della popolarità del jazz a favore del rock'n'roll e del pop, il richiamo intellettuale del cool e lo shock del free jazz, il 1968 e l'esplosione dei festival, il “tradimento” di Miles e il jazz rock, la nascita delle prime etichette indipendenti e delle scuole di jazz sono alcuni tra i filoni che emergono dai materiali raccolti.

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