Bilancio di previsione 2006: la relazione dell'assessore Albini in consiglio comunale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 dicembre 2005 16:43
Bilancio di previsione 2006: la relazione dell'assessore Albini in consiglio comunale

Questa la relazione dell'assessore alle risorse finanziarie Tea Albini sul biliancio di previsione 2006 presentata ieri al consiglio comunale:

"Questa mia relazione vuol essere un contributo alla discussione sul Bilancio 2006 tiene conto delle oggettive difficoltà in cui si muove la finanza pubblica, esprime dei giudizi sul rapporto fra governo centrale e governo delle città e tende, anche se con pochi numeri, ad evidenziare le scelte operate da questa Amministrazione, ritenendo che un'attenta lettura della relazione previsionale e programmatica possa in modo esauriente e ben articolato entrare nel dettaglio e nelle cifre.

Un anno fa ci trovammo a discutere un bilancio che veniva formulato secondo i principi espressi dalla finanziaria 2005 che individuava nel c.d. Metodo Gordon Brown "tetto alla spesa" le linee strategiche da perseguire per la finanza pubblica. Un altro Ministro, Siniscalco, ci disse di prevedere per i bilanci successivi un incremento al tetto del 2% e su questa direttiva impostammo la programmazione pluriennale, poi successivamente un altro Ministro, Tremonti, ci ha riportato ai "tagli" con buona pace di ogni e qualsiasi autonomia anche quella programmatoria.

Da tempo i Comuni insistono nel chiedere al Governo l'eliminazione del tetto alla spesa per tornare alla logica dei saldi di bilancio, logica che consentirebbe di attuare comunque l'obbiettivo di risparmio perseguito dal Governo, ma consentirebbe agli Enti locali di decidere come raggiungerlo. Ma, pur non condividendo né quella impostazione né questa, ci apprestiamo a presentare il Bilancio 2006 con grande senso di responsabilità e convinti che i Comuni, come sempre, sapranno fare la loro parte.

Se è vero com'è vero che occorre far rientrare la spesa pubblica nei parametri europei, è vero anche che non sono i Comuni che li hanno superati. È ormai noto e da fonte attendibile, la Corte dei Conti, che il 97% dei Comuni rispetta il patto di stabilità e che, come è il caso di Firenze viene riconosciuto virtuoso il comportamento dei Comuni. Nella preparazione della L. finanziaria 2006 uno degli slogan governativi è stato quello di ridurre gli sprechi indicando negli enti locali i maggiori "spreconi" auto blu, viaggi all'estero, missioni, spese di rappresentanza, costi della politica, consulenze in genere, probabilmente assimilando il comportamento di alcuni Ministeri a quello dei Comuni.

Non avendo nemmeno l'accortezza formale di suddividere i Comuni almeno per fasce in base agli abitanti, alla dimensione, alla collocazione geografica, perché se è vero che Veltroni, Albertini, Domenici hanno un auto a disposizione (anche se non è blu) è vero anche che Alessandra Pini Sindaco di S. Godenzo o Filippo Deval di Arnad o Nicola Tancredi di Tortorella sicuramente non l'hanno né blu né di nessun altro colore. E proprio per il ruolo diverso che rappresentano nel mondo Roma, Milano, Firenze rispetto a S.

Godenzo, Arnad e Tortorella credo che la missione o il viaggio non è uno spreco per i primi e credo che i secondi non ci abbiano nemmeno mai pensato. E allora perché non è stato attivato un tavolo di confronto con le istituzioni locali nel quale misurarsi e chiedere sì sacrifici, ma lasciando l'autonomia di decidere dove e come e se compensarli con risorse che autonomamente si potevano individuare, magari consentendo l'istituzione dei c.d. contributi di scopo di cui tutti ne riconoscono la validità, ma neppure in questa finanziaria se ne trova traccia? Forse è più semplice procedere con la politica dei condoni, come quello erariale tanto aspramente criticato dalla Corte dei Conti.

Oppure la mini-sanatoria alle Ferrovie che di fatto espropria i Comuni dal potere di certificare la regolarità urbanistica ed edilizia e ancora, cosa dobbiamo pensare del grande business della carta d'identità elettronica che mette in campo una società controllata dal Ministero, la Sogei, escludendo così i Comuni? E poi perché non si vuol discutere sulle modifiche al patto di stabilità? Da tempo i comuni rivendicano un confronto serio sul tema per poter, nella massima trasparenza e con la reale conoscenza anche delle differenze esistenti, trasformare, come l'ha definita il nostro Sindaco una imposizione di stabilità in un patto sulla realtà.

La cosa che pesa di più è che il Governo non ha la minima idea dei compiti e dei servizi svolti dai Comuni, non è percepita la necessità che questi hanno di fornire risposte ai bisogni vecchi e nuovi che le città esprimono. Non si considera il fatto che, se gli enti locali non hanno la facoltà di decidere i propri investimenti, si blocca una parte significativa del motore che muove l'economia e l'imprenditoria locale. Non a caso siamo molto preoccupati per l'assenza di risorse per quello che era conosciuto come finanziamento della Legge Bersani.

È noto a tutti, ma evidentemente non al Governo, che partono dalle scelte delle Amministrazioni locali molti dei canali che tengono in vita aziende, imprese, cooperative, associazioni che operano sul mercato o nel mondo del sociale, della cultura, dell'integrazione dello sport. Dobbiamo anche tener di conto che ad esempio il taglio al FUS colpisce in modo significativo un mondo di per sé fragile che senza adeguati sostegni da parte dello stato rischia di soccombere, per cui l'ipotesi di successive decurtazioni anche da parte degli enti locali crea un disagio ed un'incertezza che incide direttamente sull'offerta e sulle prospettive della nostra cultura.

E a dispetto del Ministro Tremonti a volte la "Sagra del Rospo" serve a promuovere quella città e dare impulso ad un'economia locale che in quell'evento trova linfa vitale. Quindi noi crediamo che innanzitutto cominciando a discutere il bilancio bisogna denunciare con forza l'opera di discredito gettato sui Governi locali che possono e devono migliorare, ma non possono essere additati come irresponsabili. Ciò detto vedremo quello che sarà la L. finanziaria che a giorni verrà licenziata in terza lettura dal Senato.

Valuteremo le azioni politiche da intraprendere, e se le condizioni che si verranno a creare dovessero essere quelle della falcidia ai servizi, ai programmi, agli obbiettivi che ciascun comune si è dato e per i quali ha avuto il consenso elettorale dovremmo definire una presa di posizione forte ed azioni di grande pressione politica fino ad ipotizzare il non rispetto del patto di stabilità. Oggi abbiamo di fronte un bilancio che per la parte corrente e con rigore evidenzia le proprie entrate e con altrettanto rigore ha descritto le proprie spese.

Relativamente alle entrate non siamo ricorsi a manovre ed incrementi tariffari o fiscali, ma abbiamo ricontrattato l'indebitamento pur nella consapevolezza che nel corso degli anni andrà, oltre che monitorata, verificata la condizione affinché al momento del ribaltamento si possano introdurre elementi correttivi. Abbiamo anche previsto di applicare il dettato della finanziaria 2005 legge n° 311 Comma 336 e prevediamo di modificare le categorie catastali per quelle unità immobiliari che negli anni hanno subito modifiche edilizie e di destinazione e che non hanno adeguato l'immobile alla nuova condizione.

Quindi possiamo definire il monte delle risorse, con sufficiente tranquillità, certo ed attendibile. Abbiamo già dimostrato con l'assestamento di bilancio 2005 che le nostre previsioni sono quasi perfette. Del resto come si evince dall'analisi delle entrate non sono previste operazioni una tantum e della c.d. "finanza creativa" termine caro al Ministro Tremonti. Potremo quindi definire il bilancio del nostro Comune strutturalmente definito. Per quanto attiene le spese innanzitutto abbiamo ritenuto di non lasciare spazio a chi accusa le Amministrazioni locali di non ricercare risparmi anche in quelle operazioni di taglio sui c.d.

"sprechi". Per cui abbiamo previsto il taglio del costo della politica (credo si chiami così l'indennità degli amministratori), delle consulenze (già ridotte nel 2005 del 50%), delle missioni, delle spese del Consiglio e dei Gruppi consiliari, dei viaggi, dei convegni, dei seminari, delle mostre, delle esposizioni, delle pubblicazioni, degli aggiornamenti, delle manifestazioni culturali sportive, dei concerti. Vorrei ricordare solo per inciso che stiamo parlando della città di Firenze e, con tutto il rispetto dovuto, non di S.

Godenzo o di Tortorella, ma ciò detto, tranquilli sul fatto di contribuire al risanamento della spesa pubblica abbiamo operato questo primo intervento e vedremo, successivamente, a finanziaria definitivamente approvata, i criteri con cui procedere ai conseguenti tagli. Ci corre l'obbligo di ricordare che nel bilancio 2005 dovendo adeguarci al c.d. "tetto" decidemmo una poderosa riduzione su tutto quello che era costo ascrivibile al funzionamento della macchina comunale, oggi riteniamo i risultati raggiunti buoni, ma non ancora significativamente riducibili.

Ecco che in virtù del meccanismo previsto dalla finanziaria 2006, e dopo i tagli poco sopra ricordati la previsione che facciamo è di dover ridurre la spesa ancora per oltre 16,5mln di Euro. Comunque la logica che abbiamo perseguito nel costruire la spesa è di garantire a tutti gli assessorati, a tutte le direzioni la previsione del 2005 salvo i tagli ai c.d. "sprechi" e prevedere una riduzione nelle spese sulle utenze continuando nella razionalizzazione del sistema. Gli unici incrementi di spesa sono stati il costo del personale che, evidentemente considera l'aumento di costi contrattuali, i costi dei contratti delle Cooperative sociali ed altre piccolissime eccezioni di nessuna rilevanza (esempio bagni pubblici).

Abbiamo scontato e sconteremo la decisione del Governo di tagliare il fondo sociale nazionale già per il 2005 di oltre 500 milioni che secondo lo Stato dovrà essere compensato dai recuperi dei costi della politica in modo particolare dal taglio degli stipendi o indennità del 10%, è ridicolo pensare che il taglio al sociale si possa compensare così in quanto a livello nazionale il rapporto è di 40 milioni a fronte degli oltre 500 e Firenze contribuisce con 264.081 €. Solo per inciso voglio evidenziare che il taglio degli emolumenti pari al 10% verrà richiesto anche alle nostre aziende partecipate.

È difficile far capire a chi attenda il posto in un asilo nido che il Governo preferisce distribuire un bonus una tantum di sostegno alle famiglie per la nascita di un figlio che affrontare in modo strutturale i servizi da offrire. Chiediamoci il perché delle esenzioni ICI a favore delle varie confessioni religiose e delle associazioni no-profit anche per gli immobili dedicati alle attività commerciali e vedremo che la risposta è molto semplice. Provvedimenti elettorali e di rilevante impatto mediatico.

Perché è difficile far capire a chi perde ad esempio l'assistenza domiciliare che non è una scelta del Comune, ma all'opinione pubblica apparirà chiaro che il Governo premia la nascita di un bambino e il Comune taglia agli anziani. Forse perché ormai i Comuni sono amministrati per oltre il 70% da amministrazioni di centro sinistra e quindi elettoralmente parlando non è così negativo se i cittadini si arrabbiano con i loro sindaci per il taglio ai servizi o alle prestazioni. Per cui le prossime settimane dovranno essere improntate ad un lavoro di comunicazione e di concertazione con la città e con le sue rappresentanze per impostare la successiva variazione al bilancio.

Vorrei in modo sintetico rappresentare il bilancio del Comune per la parte corrente. ENTRATE Tributarie 243.632.515 + 1,08% rispetto al 2005 Contributi e Trasf. Correnti 90.827.493 - 14,41% " " " Extra tributarie 200.308.795 - 8,91% " " " Oneri Urbanizzazione 9.725.000 - 22,13% " " " Totale 544.493.803 + 0,17% pari a 929.820 - Da qui si evince che i mancati o ridotti trasferimenti di cui il 12,25% dallo Stato ed il 2,16% da altri Enti non saranno coperti da risorse proprie del Comune e conseguentemente ci saranno settori, fin qui coperti da trasferimenti, che dovranno essere riconsiderati.

Per quanto riguarda le spese correnti, con l'esclusione dell'indebitamento, c'è di fatto una riduzione complessiva del 3,37% e preso atto che il costo personale è comunque incrementato del 4,12% e tenuto conto delle diminuzioni delle spese sulle correlate lo sforzo fatto è stato quello di mantenere la spesa allo stesso livello del 2005, garantendo in questa fase la stessa quantità di spesa per i servizi, le prestazioni, la struttura ed i programmi di intervento. Vorrei segnalare una piccola innovazione portata con questo bilancio neutra come effetto, ma significativa da un punto di vista politico.

Abbiamo esplicitato il contributo che il Comune dà tramite la concessione di immobili o di partecipazione a costi delle utenze ad enti e/o associazioni che operano nel mondo della cultura, dello sport, del sociale allargato, non perché questo sia da considerare illegittimo o improprio, ma perché evidenzia, se ce ne fosse bisogno, la scelta operata ormai da tempo a favore di soggetti deboli e che operano in settori importanti e delicati della nostra società. Scelta fatta, ma che rischia di essere messa in discussione e per la prima volta in questa città saremo costretti a tornare indietro a togliere parte di quello che c'era, a ridurre gli interventi, a mortificare i bisogni.

Per quanto attiene il piano degli investimenti sono previsti per il triennio 2006/2008 oltre 223 Milioni di euro, la maggioranza dei quali impegnati per la realizzazione di opere pubbliche e una parte significativa per quanto attiene l'innovazione informatica quale scelta strategica e di prospettiva per il nostro comune, e come contributo al primo vero servizio di aria vasta. Non a caso la costituzione del C.S.T. ha visto l'accordo dei 33 Comuni dell'area fiorentina, della Provincia di Firenze e delle 2 Comunità Montane.

Continua la politica di adeguamento degli immobili pubblici ed in particolare le scuole con interventi programmatici per oltre 15 Milioni di euro in tre anni. Comunque confermiamo sia nel settore della cultura che dello sport interventi per quasi 9 Milioni di euro ciascuno nei tre anni presi in esame. Altra scelta prioritaria è quella sull'ambiente e sul verde per cui ci attestiamo negli anni di riferimento a circa 28 milioni di euro. Ma comunque il filo che lega la politica degli investimenti è quello della trasformazione e dell'innovazione strutturale e infrastrutturale della nostra città in modo particolare per quanto attiene viabilità e traffico trasporti per una cifra complessiva di quasi 84 Milioni di euro fra il 2006 e il 2008.

In linea di massima e molto sinteticamente ho cercato di tracciare le linee del bilancio ritenendo esaustiva la documentazione che è stata consegnata e che consente un'analisi approfondita dei temi che qui ho accennato, per poi passare ad alcune considerazioni più generali e di prospettiva. Nella situazione data è necessario un rafforzamento del rapporto fra istituzioni e probabilmente occorre un coinvolgimento maggiore nelle decisioni che afferiscono al governo dell'area metropolitana. Lo vediamo banalmente sulla questione delle scelte strategiche o più semplicemente ancora sul governo di alcune grandi aziende partecipate.

Non possiamo prescindere dal coinvolgimento di altri soggetti e dalla condivisione sui progetti e programmi che altrimenti possono correre il rischio di essere in contrapposizione. Il nostro attuale rapporto di collaborazione con la Regione Toscana e la Provincia di Firenze deve ancor più ricercare intese e condivisioni partendo e riconoscendo la specificità fiorentina e la particolare pressione che c'è sulla città di Firenze, soprattutto nell'affrontare temi legati a grandi problematiche sociali, economiche e culturali.

Siamo comunque convinti che non mancherà il confronto indispensabile nel rispetto delle singole competenze e delle singole responsabilità. È di questi giorni la questione ITI, siamo consapevoli che è un problema. Ma nelle condizioni date, nell'attuale situazione finanziaria non è un tema che può essere risolto dal solo Comune di Firenze. Altri livelli istituzionali hanno la competenza e se a partire dallo stato non ci saranno risposte e compartecipazione dovremo riconsiderare l'impegno di Firenze nell'erogazione di un servizio di cui non ha né competenza né riconoscimento.

Ritengo anche matura una riflessione sul decentramento e sulla valorizzazione di questa esperienza che altrimenti rischia di diventare una mera sommatoria di competenze decentrate, a volte in contrapposizione, spesso ricordata solo al momento della definizione dei bilanci. Ma vi assicuro che proprio partendo dalla mia esperienza relativa alla stesura di questo bilancio, c'è nel nostro decentramento la maturità e la consapevolezza per affrontare le sfide che la mutata condizione sociale, politica ed economica ci pone di fronte.

E vorrei ringraziare i Presidenti di Quartiere ed in generale i 5 Consigli di Quartiere per il dibattito consapevole e per il contributo e la collaborazione data alla definizione di questa parte del bilancio, recependo fino in fondo e consapevolmente le scelte operate. Nei giorni scorsi ci sono stati molti incontri e molti approfondimenti proprio per preparare la discussione odierna, in modo particolare oltre al lavoro fatto nelle commissioni consiliari anche con spezzoni della nostra società con i quali è stata condivisa la preoccupazione relativa al mantenimento dell'attuale stato dei servizi erogati.

Ma soprattutto è stato significativo il contributo espresso dal tavolo di concertazione con le forze economiche e sociali nella definizione di percorsi condivisi per reggere una situazione oggettivamente difficile. Per cui sarà necessario coinvolgere le parti sociali nelle successive decisioni per fare in modo che la città si renda conto dei sacrifici da compiere e che la scelta ancorché dolorosa possa essere almeno capita. Nel corso del 2005 abbiamo dato vita e sostanza al Servizio sulle Società Partecipate che ha prodotto un importante lavoro che in parte si è esplicitato con gli indirizzi generali e specifici alle nostre aziende e che in parte ha sviluppato un lavoro di analisi, di verifica e di confronto sui risultati delle società, un monitoraggio costante che ci ha permesso di produrre alcuni degli atti quale parte integrante del bilancio.

Ma non tutto è fatto, la riflessione sulle società partecipate è ampia e deve vederci impegnati nell'approfondimento dei grandi temi che le coinvolgono a cominciare da alcune fondamentali scelte strategiche che in alcuni casi devono essere definite, in altri devono essere attuate. Ciò non toglie che alle nostre aziende dobbiamo chiedere sempre di più professionalità e rigore. Abbiamo però ritenuto che ci fossero le condizioni anche operative per sottoporre ad una discussione preventiva l'ipotesi elaborata dal mio assessorato relativa alla costituzione dell'osservatorio sui servizi pubblici.

La discussione si sta sviluppando e confido che in un tempo ragionevole saremo nelle condizioni di dar vita a questo organismo, tanto atteso, e che ci permetterà di tenere sotto controllo la qualità, la quantità, i costi dei servizi pubblici, ma soprattutto il gradimento e la percezione che i nostri concittadini hanno dei servizi loro erogati. In queste settimane insieme al Consiglio delle donne stiamo definendo le procedure per arrivare ad una vera e propria stesura del c.d. Bilancio di Genere, che deve essere la rappresentazione in chiaro di quelle che sono le pari opportunità e le pari dignità che si evincono dal bilancio o meglio dalle scelte di questa Amministrazione Comunale.

Il Bilancio di Genere prelude e, ne sarà anche parte, al Bilancio Sociale che ci proponiamo di sottoporre al Consiglio con l'approvazione del Consuntivo 2005. Dal 1° Dicembre è stato messo in rete l'elenco delle consulenze e degli incarichi, fu una richiesta del Consiglio Comunale che legittimamente rivendicava la necessità all'informazione e alla conoscenza proprio per poter esercitare la propria funzione di controllo. In questo modo e con questi strumenti ritengo che tutti siamo nella condizione di avere una visione a 360° del nostro Comune.

Rispondendo così anche a molti degli o.d.g. e delle mozioni che il Consiglio Comunale ha votato sia nel corso della discussione sul bilancio 2005 che successivamente. Alcuni di questi atti hanno trovato risposta nel corso del 2005 o nell'attuale formulazione di Bilancio, altri la troveranno nei prossimi mesi, per altri ancora non sarà possibile attuarli stante la gravità della situazione finanziaria. Dalla relazione del Collegio Sindacale credo si possano evidenziare alcuni punti ed in particolare le azioni intraprese per rendere la gestione amministrativa sempre più attenta e rigorosa.

Anche in quei settori tradizionalmente più delicati quali la gestione del patrimonio e la definizione dei residui attivi abbiamo cercato di renderli in linea definendone la portata per il primo ed il recupero per i secondi. Operazione complessa ma reale, difficile ma perseguibile. Mi piacerebbe dire la stessa cosa del rapporto con il Ministero per il recupero delle spese per gli Uffici Giudiziari, ma non è così, e ritengo profondamente iniquo che i cittadini di Firenze debbano farsi carico di spese che non sono di loro competenza per oltre 3 Milioni di euro l'anno.

Quest'anno spero nella collaborazione di tutti i responsabili dei vari Uffici Giudiziari, affinché la spesa possa essere ricondotta nel budget assegnato poiché non si capirebbe perché le spese che sosteniamo per conto dello Stato non debbano subire tagli che le spese di nostra competenza hanno subito e subiranno. Speriamo che sia compresa la necessità, con la sensibilità e la collaborazione che la condizione oggettiva richiede. In ultimo un doveroso ringraziamento a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di ascoltarmi.

Ringrazio per il lavoro svolto le Commissioni consiliari, i Consigli di Quartiere, il Tavolo di Concertazione, la Giunta, il Direttore Generale, i Dirigenti, il Collegio Sindacale per la collaborazione dimostrata e per i contributi espressi. Ringrazio il Sindaco, perché con chiarezza ha indicato la linea da seguire espressa sia in sede di Assemblea Nazionale dell'ANCI che successivamente in tutti i difficili confronti sostenuti con il governo. Chiarezza che mi ha consentito di tracciare le linee di questo bilancio e di concludere un lavoro complesso, ma che dimostra, a mio giudizio, la reale capacità dei Comuni di amministrarsi.

Un ringraziamento particolare e profondamente sentito alla Dott.ssa Nebbiai, a tutti i suoi collaboratori Dirigenti e non, senza i quali non saremmo arrivati in tempo a presentare un lavoro così ampio. A tutti noi l'appuntamento per le decisioni conseguenti all'approvazione della finanziaria, augurandoci di poter avere in un proficuo confronto le risposte utili ai bisogni ed alle aspettative della nostra città".

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