Kean e Gud gol, la Fiorentina di Coppa ritrova il sorriso

Battuta al Franchi la Dinamo Kiev, una bella iniezione di fiducia, Tanto cuore ma ancora paura e troppi errori tecnici

Paolo
Paolo Pellegrini
11 Dicembre 2025 21:41
Kean e Gud gol, la Fiorentina di Coppa ritrova il sorriso
Foto Fabio Vanzi

Ovvia giù, un sorriso nella serata scarsamente popolata al freddo e all’umido del Franchi, che agli ucraini in maniche corte (ma le aveva anche Ndour, uno non certo avvezzo a climi polari…) dev’essere parso invece un ambientino tutto comfort. Sarà che hanno corso tanto, hanno aggredito e cercato di passare da tutte le parti, e c’erano riusciti con una gran legnata da fuori di Mykhailenko andata a bucare il “sette” di De Gea: ma gli è durata una ventina scarsa di minuti l’illusione di portar via punti da Firenze.

Già, c’era anche la Fiorentina, sul prato. Che a dire il vero a inizio ripresa sembrava essersi dimenticata di rientrare in campo, però col girare delle lancette si è rimessa di buzzo, e alla fine il bottino l’ha fatto suo. Anche senza il solito reticolo asfissiante e imbarazzante di micropassaggi, benché il ritorno alla comfort zone della propria metà campo è sensazione sempre presente. Ma per una volta le parti si sono rovesciate: la Dinamo ha fatto il 60% di possesso ma i tiri sono stati 20-9, di cui 10-2 in porta, per i viola. Che, intendiamoci, chances di superare il turno al volo non ne hanno tante, bisognerà battere il Losanna a casa sua tra una settimana ma il dodicesimo posto a quota 9 punti non promette gran che.

Non che sia stata una partita spettacolare, da spellarsi le mani, per carità. Però i viola, dai, del suo ce l’hanno messo, e magari se Dzeko dopo appena cinque minuti provava a schiacciare meglio un gran bel cross di Dodo, invece di andare a leccare la traversa, beh, magari le cose si sarebbero messe meglio da subito. Ed errori se ne sono visti tanti, anche contro i volonterosi ucraini. Tanti, troppi: piedini incartati dalla paura di sbagliare, passaggi troppo corti o appena abbozzati o decisamente fuori misura, fasi di gioco non seguite o non viste con attenzione, frequente rinuncia al contatto fisico e all’aggressione della seconda palla, atteggiamento attendista, ritmo lento, scollegamento tra reparti, con Kean e Dzeko – è stata la scelta in avvio di Vanoli, la coppia di centravanti, con il bosniaco al servizio anche in posizione a volte defilata – troppo spesso troppo isolati davanti in mezzo alla rete dei difensori biancoblù.

E il centrocampo affidato a Nicolussi Caviglia, al solito pronto spesso a recuperare palloni ma troppo poco a mettere ordine da lì in avanti, e ancor più a dare spinta, suggerimento, tempi più rapidi alla manovra, che ancora gira a passo di bradipo, salvo quando Dodo si ricorda di accelerare e sprintare del pari suo, come anche Fortini dall’altra parte, con la differenza che il ragazzo al cross è apparso decisamente meno lucido e in vena di piazzare al meglio il pallone.

Così in mezzo è toccato spesso a Compitino Richardson sbrogliare matasse a volte più intricate delle sue possibilità, finendo con il perdere anche tempi e palle velenosi, spesso imitato da Cher Ndour, buon apporto fisico il suo ma decisamente meno efficace in manovra.

Foto Fabio Vanzi

E quindi tanto, tantissimo sulle spalle del solito Grande Lottatore. Che continua a giocare spesso da solo, che si incaponisce a voler passare anche in mezzo ai muri e regolarmente ci va a sbattere, che non è lucido quando, appena due minuti dopo il pari ucraino, la spizzata di Viti su angolo gli serve la palla del raddoppio – anche personale – a un passo dalla linea di porta, e lui la sbatte fuori. Però il gol del vantaggio è fantastico, e sinceramente è bella tutta l’azione, dalla partenza al traversone di Dodo; e il gol-vittoria di Gudmundsson è praticamente merito suo, perché Neshcheret è ancora lì che si chiede come abbia fatto la sua tibia a transitare sulla traiettoria di un’altra incornata magistrale, per riuscire solo a respingerla sull’avvento furioso di Gudmundsson.

Entrato, l’islandese, con tanti buoni propositi e qualche ottima giocata al posto di Dzeko, sebbene qualche volta un pizzichino lezioso: ma a questi due qua, forse i più attesi, si ascrive il merito di aver firmato il risultato, e in fondo conta questo. Poi, che c’entra, Kean un altro paio di palloni golosi se li è visti parare, e Dzeko invece se l’era trovato dritto dritto sul tracciante di una bordata destinata sicuramente in fondo al sacco, giusto un minuto avanti del primo vantaggio viola.

E comunque, dai. Serata positiva per il risultato e l’atteggiamento, magari non proprio continuo per l’intera partita ma buttato dentro nei momenti topici, anche davanti all’arrembaggio finale della Dinamo, con qualche fallo e qualche giallo di troppo. Che succede ora l’abbiamo un po’ detto, se la Conference deve essere viatico per ritirare su il morale, allora tra una settimana bisogna davvero sputare anche l’anima, con atteggiamento anche più aggressivo e affamato per battere il Losanna e sperare in qualche passo falso di quelli davanti, che a questi chiari di luna non si sa mai.

Ma intanto arriva il Verona, e lì sì che bisogna dare il tutto per tutto, e poi ripetersi una settimana dopo con l’Udinese. Devono essere sei punti, e se diventano almeno dieci puntando poi la trasferta di Parma e la Cremonese in casa, tanto meglio. La classifica è terribile, e nessuno ti fa sconti perché ti chiami Fiorentina. Anzi. Intanto si è in qualche modo risentita – riletta, via – la voce di Commisso. Niente di che, per carità, frasi tutto sommato prevedibili, e che forse nell’ambiente hanno già sentito.

Ma se il mondo viola, dentro e fuori, si ricompatta, tanto meglio.

FIORENTINA (3-5-2): De Gea; Pongracic, Comuzzo, Viti (66' Parisi); Dodo (86' Kouadio), Richardson, Nicolussi Caviglia (66' Kouame), Ndour (79' Mandragora), Fortini; Kean, Dzeko (66' Gudmundsson). A disp.: Lezzerini, Ranieri, Sohm, Marì, Kospo, Martinelli, Piccoli. All. Vanoli

DINAMO KIEV (4-3-3): Neshcheret; Tymchyk, Zakharchenko, Thiare, Dubinchak (70' Vivcharenko); Shaparenko, Mykhaylenko, Pikhalonok (77' Yatsyk); Voloshyn, Guerrero (70' Yarmolenko), Kabaev (77' Ougndana). A disp.: Burtnyk, Rubcinskyj, Karavajev, Michavko, Morgun, Ignatenko, Blanuta. All. Kostiuk

ARBITRO: Milanovic (Serbia; assistenti Pasajlic-Novakovic; quarto uff. Ilic; Var Markovic-Stefanovic

MARCATORI: 18' Kean (F), 55' Mykhaylenko (D), 74' Gudmundsson (F)

NOTE: ammoniti Ndour (F), Dubinchak (D), Gudmundsson (F), Thiare (D), Vicharenko (D), Kouadio (F); angoli 5-5; spettatori 8.700

Foto gallery
In evidenza