(Firenze, 3 ottobre) Intrigante, raffinata ed originale mostra quella in corso al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti. “Mythologica et Erotica “ questo il titolo dell’esposizione, curata da Ornella Casazza , che presenta tra gli affreschi seicenteschi degli ambienti dell'Appartamento d'Estate del Granduca Ferdinando II dei Medici, elementi di elevata qualità tecnica e stilistica, raffiguranti episodi mitologici carichi di componenti maliziose, attraverso il confronto con dipinti, pitture murali, stampe, avori, porcellane e gioielli.
                           La   mostra  che  si  articola  in  un ampio arco cronologico(dall’antichità al XVIII  secolo )  evidenzia  i mutamenti iconografici dei temi e la trasformazione del loro significato. E’  possibile cogliere la densità simbolica, insita ad esempio in storie come quelle di Leda, Proserpina, Europa e di altre fanciulle amate e possedute dagli dei.Particolare risalto viene  dato  anche alle rappresentazioni legate al ciclo di Venere, all'iconografia dell'Ermafrodito e di Dioniso. Un  viaggio  nella  rappresentazione erotica  che  evidenzia  come  questa  nel corso  dei secoli  considerati , dovesse  sottostare  al filtro del  mito.
 Se   poteva  essere   noto     l’erotismo  e l’ambiguità  della “Leda  e  il  cigno “ di  Tintoretto o  del “ Giudizio  di  Paride”  di  Luca  Giordano  e  dei numerosi dipinti  esposti  e  fruiti  dal  pubblico, le  sorprese   vengono  dalle opere  destinate  ad una  fruizione, per  così dire, privata, quali  gemme  , monete,incisioni, tele  di  piccolo  formato , che  rivelano immagini   più  sorprendenti   che     non   sono  solo volutamente   ambigue, ma  spesso anche    sessualmente  esplicite.
Una   mostra   di  grande   qualità   che   forse  avrebbe   potuto  dare  un  po’ di spazio anche  alla  letteratura  erotica, combattuta  e  proibita  nel  corso  dei  secoli  ma  ben  presente  nelle  principali  biblioteche   italiane  ed  europee.
                          
                            Una  letteratura  custodita spesso  in  quel  settore  specifico  delle  biblioteche  chiamato  “Enfer” e  che  meriterebbe   un’esposizione   a  Firenze, quasi  a  integrazione  della  raffinata  e  bella  mostra  del  Museo  degli  Argenti.
Alessandro   Lazzeri
                          
 
     
             
     
					 
					